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Lugano

Lugano incostante e sprecone, i Lions vincono 3-0

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ZURIGO – In attesa del derby casalingo di martedì, questo settembre di fuoco ha riservato a Fischer e i suoi ragazzi la difficile trasferta sulla Limmat a rendere visita ai Lions di Crawford.

Sempre in attesa di poter schierare Walsky e Kparghai e dovendo rinunciare anche ai noti Brady Murray e Conne, Fischer ha apportato delle modifiche ai blocchi, cercando di dare più equilibrio e fisicità alla squadra. Più che delle modifiche, è stata vera rivoluzione in attacco, dove Domenichelli è stato spostato in seconda linea al fianco di McLean e Simion, mentre in prima è stato promosso Fritsche, sostituito in terza da Reuille. La quarta linea (quella tutta ticinese) ha visto l’inserimento di Jordy Murray a sostituire Simion.

Grossi cambiamenti che ad inizio partita sono sembrati portare buoni frutti, infatti per un quarto d’ora comodo, a fare la partita all’Hallenstadion è stato il Lugano. Basti pensare che la prima occasione per i padroni di casa è capitata sul bastone di Shannon solo al 17’, e questo per grosso merito degli ospiti, che hanno pattinato molto e con costrutto, impedendo allo Zurigo di esprimersi in velocità.

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A dare un prima svolta all’incontro – e un primo dispiacere ai bianconeri – è stato però il power play zurighese, andato a segno con Wick dopo soli 38” dall’inizio del periodo centrale. La rete dell’ex Kloten ha messo le ali ai Lions e tarpato quelle del Lugano, che per dieci minuti buoni ha faticato a contenere la verve dei padroni di casa e se non ha subito altre reti in quei frangenti è soprattutto per merito di Manzato. Questo è successo perché all’improvvisa accelerazione dei Lions ha fatto da contraltare il calo in termini di pattinaggio e di lucidità in uscita del terzo da parte dei bianconeri.

Emblematici i due errori “di leggerezza” da parte di Metropolit sulla propria linea blu, che hanno impedito al suo blocco di arrivare al cambio e costringendolo a rimanere schiacciato nel terzo per almeno due minuti con il cambio fresco da parte zurighese.
A venire in parziale soccorso del Lugano ci hanno pensato due penalità consecutive dei Lions, che sono servite a Hirschi e compagni a calmare le operazioni e a cercare il pareggio. I due power play sono stati giocati anche bene, con forza e generosità, ma le occasioni sono fatte per essere sfruttate, e se c’è un esercizio in cui i bianconeri faticano tremendamente è quello di mettere il disco in fondo alla rete.

Non ha questi problemi lo Zurigo, e come la classica delle beffe, lo dimostra trovando il raddoppio su un contropiede estemporaneo di Keller, rete caduta nel miglior momento ospite e a un minuto e mezzo dalla seconda sirena, sinonimo di tremenda mazzata al morale. Il terzo tempo è stato più equilibrato, le occasioni per il Lugano non sono mancate, ma di nuovo la mancanza di precisione, la foga e – diciamolo – il grande stato di forma di Flueler hanno chiuso la porta agli attacchi bianconeri. Puramente per le statistiche la rete di Bastl a porta vuota. Da notare che Dal Pian è uscito per un colpo alla testa, sostituito da Fazzini, ma non si conoscono le entità del ferimento.

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A venir meno in questa partita è stata principalmente la capacità di andare a rete, ma il calo di pattinggio e intensità dopo il primo gol zurighese ha rischiato di costare la partita ben prima del 60’. Da rivedere il primo blocco con Fritsche all’ala, il numero 89 non è uno scorer naturale, né va a cercare la porta come un Domenichelli, e nel suo lavoro, pur enorme e costruttivo, rischia di pestarsi i piedi con Rüfenacht. Meglio la seconda d’attacco, già così composta negli ultimi play off e in parte del preseason, ma anche in questo caso, un aggiustata alla mira da parte di Domenichelli è d’obbligo.

Bene, anzi molto bene Vauclair e Hirschi. Se il primo sta continuando sugli altissimi livelli del mondiale, il capitano dimostra che l’operazione è dimenticata, e la sua intelligenza e duttilità tattica è imprescindibile. Abbastanza invisibile Heikkinen se non per un paio di occasioni in power play, ma nulla di grave si sa di cosa è capace il finnico. Chris Campoli deve invece cominciare ad alzare il livello delle sue prestazioni, perché il calo che ha mostrato nelle ultime due partite unite all’abulicità offensiva del Lugano mettono sopra il suo rinnovo un punto di domanda. Ancora ottima la prestazione di Manzato, senza le sue parate, la partita poteva essere già chiusa in quei tremendi 5-10 minuti prima del giro di boa.

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Il Lugano ha perso questo incontro sostanzialmente per due ragioni fondamentali. La prima riguarda quel crollo di ritmo e intensità accusato dopo la prima rete subita, che ha impedito cambi regolari e il necessario ricambio di fiato ai giocatori. La seconda è stata quella di non saper tramutare le occasioni in rete, e in partite come queste, anche una sola rete al momento giusto abbiamo imparato che può cambiarne le sorti “numeriche” e morali.

A Fischer il compito di trovare le soluzioni, ai giocatori l’obbligo dell’impegno nell’applicarle, perché come non ci si era esaltati dopo due vittorie, non vogliamo deprimerci dopo due sconfitte. Però, occhio, c’è un derby da giocare in casa tra pochi giorni…

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