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Interviste

Gianinazzi: “Manca ancora stabilità, ma la sconfitta non cambia il lavoro da svolgere”

Il coach bianconero dopo il match di Porrentruy: “Energia e concentrazione sono due elementi fondamentali nell’hockey, dobbiamo riflettere su cosa è mancato di queste componenti. Non possiamo cercare alibi”

PORRENTRUY – Dopo la vittoria contro lo Zugo ci si attendeva una conferma da parte bianconera in quel di Porrentruy, purtroppo però è andata diversamente. A fine gara il coach Luca Gianinazzi esprime il suo pensiero.

“Non è vincendo una partita che si risolve qualcosa, ne eravamo coscienti, è un processo”, ha commentato. “Evidentemente non siamo contenti del risultato, ma questo non cambia nulla in merito al lavoro futuro da svolgere”.

Non sei contento solo del risultato o anche della prestazione?
“Anche della prestazione. A volte tiriamo fuori la testa dal guscio, ma a tratti non riusciamo a giocare come vorremmo e non troviamo la stabilità, una qualità che ci manca”.

Siete mancati specialmente in entrata di contesa…
“Nel primo tempo non abbiamo performato come avremmo voluto. Energia e concentrazione sono due elementi fondamentali nell’hockey, dobbiamo riflettere su cosa è mancato di queste componenti all’inizio della partita. Ma ripeto, è un processo, non eravamo dei campioni dopo il match contro lo Zugo, non siamo dei brocchi adesso”.

Trapela nervosismo, come mostrato specialmente da Arcobello dopo l’episodio che ha fruttato il rigore vincente di Asselin. Come mai a tuo avviso? Il capitano è frustrato perché sa che non sta dando l’apporto dovuto e sperato?
“Penso che più dell’atteggiamento individuale bisogna trovare la stabilità mentale per non farsi influenzare dagli episodi. Chiaramente l’episodio del rigore non ci fa piacere, a nostro avviso non è stato gestito correttamente nei nostri confronti. C’era un fuorigioco chiaro nell’entrata in zona, volevamo prendere il coach challenge, ma il regolamento non lo permette. Non possiamo però cercare alibi. Dobbiamo reagire e orientarci a trovare le soluzioni come gruppo lasciando lontano la frustrazione”.

Conto lo Zugo avevate segnate tante reti quando eravate nei pressi della gabbia avversaria, contro l’Ajoie questo elemento è un po’ venuto a mancare?
“L’Ajoie e lo Zugo giocano in due modi diversi, una squadra cerca di aggredire verso l’esterno, l’altra copre l’interno, quindi cambia anche un po’ tipo di gioco che ti permettono di fare. Detto questo è chiaro, siamo mancati in zona offensiva, segnare una sola rete non basta per vincere le partite”.

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