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Ambrì Piotta

L’Ambrì fa suo un derby che ha voluto di più, Lugano battuto 4-3

I biancoblù costruiscono la vittoria su tre gol nel primo tempo, il Lugano domina il periodo centrale senza segnare. Ottimo Conz, prima rete in NLA per Rohrbach

L’Ambrì fa suo un derby che ha voluto di più, Lugano battuto 4-3

LUGANO – AMBRÌ

3-4

(1-3, 0-0, 2-1)

Reti: 1’18 Zwerger 0-1, 10’43 Plastino (Hofer, Ngoy) 0-2, 13’33 Rohrbach (Plastino, Kostner) 0-3, 19’20 Fazzini (Hofmann, Chiesa) 1-3, 43’02 Hofer (Guerra, Zwerger) 1-4, 55’09 Hofmann (Sannitz, Haapala) 2-4, 56’11 Sannitz (Hofmann, Chiesa) 3-4

Note: Corner Arena, 7’200 spettatori (esaurito). Arbitri Hebeisen, Wiegand; Castelli, Kaderli
Penalità: Lugano 3×2′, Ambrì 5×2′

LUGANO – La differenza è stata minima, ma alla fine a decidere il quinto derby stagionale è stato quel pizzico di convinzione e combattività in più che ha messo in pista l’Ambrì Piotta, bravo nel fare leva sui punti forti della propria identità per piegare un Lugano andato in crescendo.

Fondamentale per la squadra di Luca Cereda è stata l’entrata in materia, fase in cui solitamente sono i bianconeri ad indirizzare con energia la sfida sui propri binari, ma che in questa occasione ha visto i biancoblù abili nello sfruttare le indecisioni avversarie.

Le tre segnature a firma Zwerger, Plastino e Rohrbach (prima rete in NLA) non sono però cadute dal cielo, ma arrivate a risultato di un primo quarto d’ora di gioco dominato dall’Ambrì Piotta, sia in termini di possesso del disco che di pressione in zona offensiva. Subito difficile dunque il compito di Stefan Müller, ritrovatosi a dover sostituire il febbricitante Merzlikins e complessivamente autore di una buona prova, anche se pure lui – come l’intera squadra – ha avuto bisogno di diversi minuti prima di scrollarsi di dosso un certo torpore.

In seguito al “terremoto” iniziale rappresentato dalle tre reti leventinesi, il Lugano ha ripreso vigore grazie al punto di Fazzini a ridosso della prima sirena, rete che ha fatto da trampolino ad un periodo centrale per la maggior parte controllato dai bianconeri.

Nella seconda frazione la pressione sull’ottimo Conz è stata costante ed il Lugano è andato spesso al tiro dallo slot, ma l’incapacità di trovare il gol ha trasformato la manovra degli uomini di Ireland in un’opera incompiuta, mentre l’Ambrì superando indenne la sofferta frazione centrale ha reso più solide le basi della propria vittoria.

In casa il Lugano rimane però una squadra capace di esaltarsi improvvisamente e di cavalcare poi le emozioni che si sprigionano da un gol, e dunque nemmeno il 4-1 ottenuto grazie ad una bella deviazione di Hofer ha saputo ammazzare la partita. In questo senso – visto anche quanto successo in passato, più recentemente a Davos – l’Ambrì ha ancora dei passi avanti da fare nella gestione del risultato, che nel finale i padroni di casa hanno ancora avuto il merito di mettere in forte dubbio.

Gregory Hofmann ha infatti gettato benzina sul lumicino di speranza che il Lugano ancora aveva per una rimonta, e con una bella rete ed un altrettanto pregevole assist per Sannitz ha riportato sotto i suoi. Con una sola lunghezza di vantaggio e quasi quattro minuti da giocare è però venuta a galla l’identità dell’Ambrì Piotta, fatta di sacrificio e tanti tiri bloccati, ad immagine di un Lerg forse non presentissimo in avanti ma che mai gira al largo quando c’è da incassare qualche discata per proteggere la propria porta.

I biancoblù hanno così ottenuto una vittoria complessivamente meritata, anche se entrambe le squadre hanno portato sul ghiaccio degli elementi che avrebbero permesso loro di legittimare un successo. Se da un lato opportunismo, sacrificio ed una buona organizzazione hanno fatto la differenza, dall’altra la squadra di Ireland ha mostrato tenacia e volontà di costruire, soprattutto in un periodo centrale in cui i bianconeri avrebbero meritato almeno una rete.

Al Lugano è però mancata la concretezza di alcuni uomini chiave, con un quartetto straniero che si spera possa presto avere maggiore incisività. In pista con un poker di attaccanti (Chorney ammalato) Lapierre, Haapala e Lajunen si sono visti solo a tratti e con poca convinzione, mentre è difficile esprimere un giudizio su Klasen, escluso dagli special teams – scelta motivata dal voler dare continuità ad un powerplay di recente più efficace – e alla prima apparizione in bianconero da quasi un mese.

In casa Ambrì Piotta ha invece meno senso guardare alle individualità, anche se alcuni elementi come Plasino e Conz hanno vissuto una serata particolarmente ispirata. Il successo della squadra di Cereda è però stato costruito sull’arco dei quattro blocchi, e a livello di “fame” tutto è tornato sui livelli richiesti dopo l’uscita fiacca di Zugo.

Archiviata la stracantonale, sabato le due squadre tornano in pista con il medesimo obiettivo, ovvero quello della vittoria. L’Ambrì con questo successo ha mantenuto il suo quarto posto, portandosi a +6 dalla linea e dallo stesso Lugano, attualmente nono.

I bianconeri sono di conseguenza scivolati nuovamente sotto la linea, spettro che la squadra di Ireland vuole lasciarsi alle spalle al più presto… Per farlo, manco a dirlo, la capacità di imporsi in trasferta sarà fondamentale.


IL PROTAGONISTA

Benjamin ConzGestire un vantaggio di tre reti accumulato in meno di un quarto d’ora non è semplice come si potrebbe credere, soprattutto se si cerca di farlo contro una delle migliori squadre casalinghe della lega.

In questo senso la prestazione di Conz è stata fondamentale, con il portiere biancoblù che ha compiuto interventi decisivi e calmato il gioco nelle fasi più concitate.

Alla fine ha dovuto concedere tre reti, ma si è fatto trovare pronto nei momenti chiave grazie a calma e grande senso della posizione.


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HIGHLIGHTS

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