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Ambrì Piotta

5 spunti dalle partite del weekend di Ambrì Piotta e Lugano

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


spuntiambri

uno URLANDO CONTRO IL CIELO
Mäenpää
è stato tra i protagonisti assoluti di questo inizio campionato, e con un totale di nove punti è il difensore migliore della NLA in compagnia dello svedese dello Zugo, Sondell. Ciò che Mäenpää va cercando non è però il successo personale, ed infatti al termine del match perso contro il Friborgo ha buttato fuori tutta la sua rabbia con un fortissimo urlo al cielo, mentre i suoi compagni aspettavano di stringere la mano agli avversari. La sua carica è poi risultata fondamentale a Bienne, dove con un assist stupendo ha permesso a Giroux di aprire le marcature, prima di siglare con prepotenza il 2-0 in powerplay. E lì, a fine partita, ad urlare al cielo erano solo i tifosi della curva, mentre al buon Mäenpää è bastato un sorriso per esprimere il suo stato d’animo.

due OSSERVATI SPECIALI
Durante il match della Valascia in tribuna era presente il coach della Nazionale finlandese, Kari Jalonen, che la serata precedente era stato anche alla Resega nell’ambito di una breve visita in Ticino. Oltre a Filppula, Mäenpää e Salminen, un po’ di occhi addosso potrebbero averli sentiti anche Fischer e Pelletier, visto che il coach di Oulu aveva dichiarato lo scorso fine agosto di voler allenare dalla prossima stagione in NLA, dopo aver lasciato la selezione del suo paese. Ci sarà il Ticino nel suo futuro? Per ora non sembra proprio il caso, viste le buone prestazioni fornite da Ambrì e Lugano nel weekend!

tre “RICOMINCIAMO DA QUI!”
Un gol per Giroux, uno per Pestoni. Un assist per Giroux, uno per Pestoni. La prima linea dell’Ambrì Piotta si è finalmente sbloccata a Bienne, dopo diverse partite decisamente opache che hanno suscitato parecchi mugugni su spalti a tribune. I due si sono fatti perdonare diverse partite di “assenza” insaccando il puck alle spalle di Meili e alzando poi le braccia al cielo davanti ai molti tifosi biancoblù accorsi alla Tissot Arena… Quasi come a voler dire “Tranquilli, ci siamo e ricominciamo da qui!”.

quattro LO SPECCHIO DI LOMBARDI SI ROMPE DALLA PARTE GIUSTA
Dopo la sconfitta di venerdì il presidente Filippo Lombardi vantava una statistica decisamente particolare durante la sua presidenza: 132 partite vinte, 231 perse, per un bilancio “a specchio” più unico che raro. La sfida di Bienne era dunque destinata ad alterare questo singolare equilibrio e, grazie ad una prestazione da incorniciare alla Tissot Arena, lo specchio si è rotto proprio in favore del conteggio delle vittorie… Lasciando ai poveri seeländer il compito di raccoglierne i cocci.

cinque BEATI GLI ULTIMI PERCHÉ SARANNO I PRIMI
Sulla carta l’ultimo weekend dei biancoblù doveva essere – dopo un avvio di campionato trascorso ad affrontare le cosiddette “teste di serie” – quello più abbordabile dalla prima giornata a quella parte. Il calendario metteva infatti di fronte ai biancoblù Bienne e Friborgo, due squadre che nel preseason venivano ipotizzate in piena lotta per un posto al sole da più di un addetto ai lavori. Ma l’hockey è uno sport che spesso e volentieri stravolge ogni pronostico, e paradossalmente sia i burgundi che i seeländer prima di iniziare gli incontri del fine settimana guardavano tutti quanti dall’alto. Per i leventinesi, insomma, non sembra esserci un attimo di pace!


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uno TUTTI HANNO UN IDOLO A CUI ISPIRARSI
Elvis Merzlikins deve aver imparato a cambiare l’esultanza post-vittoria quando l’estroso Julius Hudacek, famoso in Svezia per le sue incredibili celebrazioni, è arrivato alla Resega con il suo Örebro per un’amichevole. Dopo i tuffi verso la curva nord della scorsa stagione il numero 30 bianconero, al termine della sfida al Ginevra, è salito sulla porta come fosse un palco per agitare i tifosi inneggianti. Un passo alla volta e anche Elvis forse entrerà in pista a cavallo di una moto con la bandiera in mano.

due PROCESSO ALLE INTENZIONI
Anche questa stagione purtroppo farà parlare di sé per gli interventi fallosi alla testa dei giocatori. Ultimi in ordine di tempo quelli di Schilt e Sprunger del Friborgo, con conseguenze per il losannese Jannick Fischer. Ma ha fatto arrabbiare l’intervento di Vukovic su Pettersson, con chiare intenzioni del ginevrino di attaccare violentemente il topscorer bianconero. Per fortuna le conseguenze sono state nulle per lo svedese, che ha subito un colpo relativamente lieve, e lo scontro sarebbe stato da punire solo con 2’ secondo il regolamento. Se con i nostri sistemi disciplinari non si riescono a debellare queste cariche allora bisognerebbe punire le intenzioni violente, che spesso sono chiare e distinguibili. Impossibile? Provocatorio? Forse, ma per tutto c’è una soluzione, e a chi di dovere il compito di trovarla.

tre “PORTERÒ IO L’ANELLO A MORDOR”
Ci permettiamo una citazione Tolkeniana per descrivere il rientro di Sebastien Reuille dopo l’infortunio. Con la partenza di Martensson per la Svezia e l’infortunio di Sannitz, Fischer ha dovuto ricomporre alla bel e meglio il primo blocco d’attacco, con Klasen al centro di Brunner. E chi avrebbe dovuto fare il lavoro di fatica? Il buon Seba, come Frodo nella famosa saga si è messo subito a disposizione con la voglia, l’umiltà e il sacrificio che sempre lo hanno contraddistinto. Missione compiuta? Una doppietta per lui e vittoria sul Ginevra, l’esercito di McSorley è sconfitto.

quattro DIDOMENICO BATTE PETTERSSON, PER UNA SERA
Le discussioni sul minutaggio di certi topscorer – o ai tempi, “Keyplayer” – ha sempre fatto discutere, soprattutto i tifosi del Lugano, memori dei lunghissimi periodi passati sul ghiaccio da un certo Petteri Nummelin e oggi da Fredrik Pettersson. Per mostrare che anche altri usano questi metodi – non sempre produttivi – sarebbe bastato vedere il topscorer del Langnau Chris DiDomenico venerdì sera, sul ghiaccio per un tempo a dir poco impressionante. Peccato che poi però la sera dopo a Zugo il canadese non ne avesse proprio più, come hanno dimostrato gli errori e il suo trascinarsi sul ghiaccio sin dai primi minuti. Una volta va bene, ma poi…

cinque MA DAVVERO È COSÌ FACILE?
Linus Klasen ce lo aveva già mostrato la scorsa stagione contro Bührer, e si è ripetuto venerdì sera contro Ciaccio a Langnau. Stiamo parlando del famoso rigore segnato con un tiro apparentemente lento nel “sette” sopra la spalla sinistra del portiere, quasi a volerlo irridere. Nessun trick o movimenti improvvisi di bastone, solo un tiretto di polso facile facile. Non illudiamoci, lo fa uno dei grandi maghi delle “shootout moves”, non può davvero essere così semplice come lo fa vedere.

Studente universitario in Scienze della Comunicazione all'USI, segue giornalmente lo sport a 360°. Si occupa principalmente delle interviste, seguendo da vicino l'Ambrì Piotta.

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