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5 spunti da Lugano: tattiche deboli, sempre ad inseguire, stavolta non ci stiamo, Fazz a 500

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Le 500 del Fazz

Con la trasferta a Ginevra Luca Fazzini ha raggiunto il traguardo delle 500 partite in National League, tutte disputate con la maglia bianconera addosso e correlate da 126 reti e 136 assist.

Il numero 17 è all’undicesimo posto nella classifica dei giocatori del Lugano per partite disputate con la squadra sottocenerina e a soli cinque gettoni di distanza c’è la top-10 per il momento chiusa da Keith Fair. Ma siamo sicuri che Fazzini punta a numeri ben più alti e alla sua età si può ancora sognare veramente in grande.

2. Stavolta non ci stiamo

Quei cori esplosi durante la partita contro il Losanna e provenienti dalla Curva Nord hanno forse lasciato il segno non solo nei giocatori ma anche nella società bianconera, che tutto si aspettava tranne che sentire sbottare il pubblico dopo sole quattro partite.

Eppure è così, l’invito a mostrare gli attributi è arrivato prestissimo, quando negli altri casi era riservato ai momenti difficili a stagione inoltrata e ogni volta non è beneaugurante. Stavolta il pubblico, anche quella “nuova” curva che sembrava più paziente e tollerante è già sbottata, come a dire che stavolta non ci sta, iniziare una stagione in questa maniera, aldilà delle sconfitte, è fin troppo. Chi deve cogliere i segnali li colga, perché in un semplice coro oggi c’è molto su cui riflettere.

3. Tattiche deboli su campi difficili

Sia sul ghiaccio che fuori le tattiche di Chris McSorley si sono rivelate alquanto deboli in questo weekend, vuoi per le sconfitte contro Ginevra e Losanna e pure per alcune dichiarazioni ai microfoni dopo la partita contro i vodesi.

Se sul ghiaccio si è visto bene come è andata, anche a bocce ferme il coach non ha scelto una gran tattica, uscendone con “abbiamo disputato una buona partita, la migliore di questa stagione”. Reputiamo troppo esperto ed intelligente il coach bianconero per non distinguere una buona partita da una cattiva, quindi occorre dire che anche la tecnica della protezione della squadra e della negazione stavolta è risultata alquanto debole di fronte a quello che il ghiaccio ha mostrato.

4. Sempre ad inseguire

Un’impressione che viene confermata dai numeri è quella che vede il Lugano in difficoltà agli ingaggi. Al momento la squadra bianconera è ultima con il 43,1% di ingaggi vinti e questo si riflette su un gioco che vede i bianconeri sempre all’inseguimento del disco.

Le difficoltà del power play vengono alimentate anche da questo esercizio, dato che i bianconeri hanno vinto solo il 40,2% degli ingaggi offensivi (ultimi anche in questo caso), con Arcobello l’unico in grado di elevare la riuscita con il 56% di ingaggi in attacco vinti. Ma per gli altri il piatto piange, con il 40,9% di Thürkauf, il 36,4% di Herburger e il 36% di Granlund.

5. Non solo cattive notizie

Tra il momento difficile che sta vivendo il Lugano ci sono comunque anche aspetti positivi che al momento rimangono un po’ in secondo piano. Tra questi vi sono le prestazioni dei portieri e se Schlegel al debutto stagionale di Ginevra non ha per nulla sfigurato, da par suo Koskinen al momento sta confermando le impressioni della vigilia, mostrando numeri convincenti.

Certe cifre saranno ovviamente destinate a un assestamento, ma per ora il finlandese ha subito solo 1,35 reti a partita con il 94,7% di parate, regalando perlomeno alla squadra la sicurezza di una porta ben protetta. E quella parata su Robin Kovacs nel terzo tempo della partita contro il Losanna ha finalmente dato il pretesto di un applauso al pubblico della Cornèr Arena.

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