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5 spunti da Lugano: il ritorno del re, non solo parole, Giuan sona i campan, tribuna di rilancio

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Il ritorno del re

All’infortunio di Niklas Schlegel il Lugano aveva reagito ingaggiando il canadese Leland Irving, asserendo che non si voleva gravare i due giovani Davide Fadani e Thibault Fatton di un periodo intenso che era già caratterizzato da diverse assenze nel gruppo.

I tifosi e i media si sono un po’ divisi, tra chi riteneva sensata la prudente soluzione e chi invece la vedeva come uno “sgarbo” ai due ragazzi di casa che meritavano ghiaccio. In fondo McSorley lo spazio ai due lo aveva sempre dato nel giusto ordine delle cose e (con oltretutto anche l’infortunio di Fatton di mezzo) si è potuto constatare che il peso di questo periodo non poteva effettivamente stare tutto sulle spalle di due giocatori talentuosi ma non ancora pronti a certe fatiche.

Lo si è notato anche nel comportamento generale della squadra, Schlegel ha subito portato sicurezza e fiducia attorno a lui nel derby, e anche a Losanna ha dovuto riportare un po’ di calma nel finale, dimostrando di essere indispensabile sul medio e lungo periodo per diversi fattori. Non si tratta di bocciature o di sgarbi, ma di procedere con la natura delle cose. E lo sviluppo di Fatton e Fadani può proseguire tranquillamente.

2. Non sono sempre solo parole

Chris McSorley e Hnat Domenichelli hanno catechizzato tutti per settimane: “Le assenze sono da pagare durante e dopo, finita la pausa sarà un altro Lugano.” Ora, è vero che si sono giocate solo due partite dalla ripresa, ma i segnali mandati dai bianconeri sono di quelli importanti, sul piano della brillantezza, della determinazione e come a Losanna soprattutto anche su quello del gioco.

È questione di aver recuperato energie, uomini importanti e fiducia, con il derby che mentalmente pesava parecchio su dinamiche di sport di squadra che dall’esterno è spesso difficile vedere o anche e solo comprendere. Attenderemo conferme nelle prossime settimane, ma è evidente che qualcosa sembra essere cambiato sul serio.

3. Sabato di inediti

In stagione il Lugano solo una volta aveva vinto due partite di fila, tra il 18 e il 21 settembre, contro Ginevra e Zugo. Contro i tori però la vittoria era arrivata “solo” all’overtime e quindi tra Ambrì Piotta e Losanna i bianconeri hanno sbloccato la prima mini serie da sei punti.

E a Losanna è arrivata anche la prima doppietta di Mark Arcobello con la maglia del Lugano, il primo punto di Yannick Herren non solo con la sua nuova squadra ma dell’intera stagione, e infine anche il primo gol stagionale per Loic Vedova.

4. Giuan, sona i campan

Giovanni Morini è uno di quei giocatori a cui nel suo ruolo Chris McSorley non rinuncerebbe mai, e il coach bianconero ne ha tutte le ragioni. Il nazionale italiano ha sempre avuto il suo posto fisso e meritato durante questa stagione, fungendo anche da jolly per il top six, e porta con sé delle statistiche notevoli in questa prima metà di stagione.

Non solo è terzo per reti segnate dietro ai soli Fazzini e Hudacek, ma è anche il secondo migliore giocatore agli ingaggi – anche se non è sempre schierato al centro – con in particolare la miglior riuscita in quelli difensivi, qualità quest’ultima che si porta dietro da diverse stagioni. Inoltre il numero 23 è il secondo tra gli attaccanti per tiri bloccati e il quarto per tentativi effettuati dallo slot, luogo che non ha mai paura di esplorare. L’importanza di un giocatore intelligente che ha sempre messo la squadra davanti a ogni cosa.

5. Tribuna di rilancio

Ha destato un po’ di sorpresa l’esclusione di Alessio Bertaggia dalla formazione titolare del Lugano che ha affrontato io derby venerdì sera, alimentando voci e complotti tra i corridoi della Cornèr Arena. La spiegazione di Chris McSorley però è stata tanto chiara quanto semplice, in quanto il coach ha voluto pungolare l’attaccante bianconero protagonista di un periodo sotto tono, facendogli fare un passo indietro per spronarlo a farne poi due in avanti.

Nessun dramma, nessun complotto apparentemente, semplici cose di sport a cui forse negli ultimi anni a Lugano non si era più abituati a vivere.

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