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Lugano

5 spunti da Lugano: il clou e il timbro, sul ghiaccio senza nome, Robitaille, il club dei 20

(PostFinance/KEYSTONE/Ti-Press/Pablo Gianinazzi)

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Il clou viene alla fine

Bisogna essere onesti, nei sessantacinque minuti di partita tra Lugano e Bienne, trovare qualcuno che si è divertito sarebbe un’impresa enorme. Per fortuna che le due squadre si sono tenute per i rigori, con le esecuzioni di Arcobello, Fazzini, Ruotsalainen e Joly da una parte e quelle di Brunner e Kessler dall’altra a finalmente scaldare le mani infreddolite del pubblico.

Un po’ come quando si va ai concerti, prima dei grossi spettacoli c’è sempre il gruppo di apertura a cui tutti assistono perché hanno pagato il biglietto ma che non piace a nessuno.

2. In qualche maniera lo timbra sempre

Ormai è un’abitudine, ogni qual volta che Lugano e Bienne si incontrano, si tende sempre a dire “il Lugano parte da 0-1”. Perché? Ovviamente per la presenza di Damien Brunner, capace di segnare ben 15 reti ai bianconeri da quando è partito da Lugano.

Venerdì sera l’attaccante dei seeländer è stato fermato in extremis su un pericolosissimo break, ma è riuscito comunque a infilare un disco in rete con uno dei bellissimi rigori nell’ultima appendice, zittendo i rumorosi fischi della Cornèr Arena. In qualche maniera la firma la lascia sempre.

3. Sul ghiaccio sei senza nome

La sera prima a Bienne ha entusiasmato il pubblico con una delle sue solite magie ai rigori, contribuendo alla vittoria sugli uomini di Matikainen, a Rapperswil dal secondo periodo non è stato più impiegato per scelta tecnica di Luca Gianinazzi.

Il coach bianconero è stato lapidario nella risposta sul perché avesse preso quella decisione (“scelta tecnica, punto”) senza polemiche o giri di parole. La forza di Gianinazzi sta anche qui, nella coerenza di prendere decisioni forti aldilà del nome che si porta sulla maglia. E siamo sicuri che sia stato in grado di far passare il messaggio al numero 17 senza alcun problema, riprendendo il lavoro di tutti i giorni come deve essere. È che forse non si era più abituati a una certa coerenza.

4. Lo ricordi Robitaille?

Da quando è arrivato a Lugano John Quenneville ha infilato una buona serie di partite alquanto convincenti, ma per una maniera o l’altra non è ancora riuscito a trovare la rete. Il numero 71 ad oggi ha disputato otto partite mettendo a disposizione sei assist per i compagni, e ora cominciano i paragoni, per esempio con Randy Robitaille.

Casualmente anche Robitaille era passato dagli ZSC Lions prima di vestire la maglia bianconera proprio come Quenneville, e alla sua prima stagione alla Resega ci mise dieci partite prima di trovare la via della rete, mettendo a referto ben undici assist prima di esultare per un suo gol. Ora vedremo se anche a Quenneville basteranno un altro paio di partite…

5. Il club dei venti e oltre

(PostFinance/KEYSTONE/Christian Merz)

Con la rete infilata nella porta di Melvin Nyffeler a Rapperswil, Calvin Thürkauf ha superato la soglia delle 20 reti stagionali in regular season. Non sono molti i giocatori svizzeri del Lugano ad esserci riusciti, e se prendiamo le stagioni dal 2000 in avanti prima dell’attuale capitano c’è stato Luca Fazzini con 22 nella stagione 2020/21, Gregory Hofmann con 22 e 30 nelle stagioni 2017/18 e 2018/19, Hnat Domenichelli con 27 nell’annata 2009/10 (la sua prima da svizzero), Ryan Gardner con 24 nel 2004/05, Adrian Wichser con 26 nel 2002/03 e Christian Dubé con 22 nel 2001/02.

E nella stessa stagione dell’oggi coach del Friborgo troviamo anche un difensore, quel Patrick Sutter capace di infilare anche lui ben 22 sigilli. Negli anni 90 invece (con meno partite di regular season) Jörg Eberle e Raymond Walder nel 1990/91 seppero superare quella soglia con 28 rispettivamente 26 gol, oltre ancora a Christian Dubè nel 1999/00 con 25.

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