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5 spunti da Lugano: a volte ripete, vittoria e sconfitta di squadra, le tre “S”, gol alla danese

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


uno Paganini a volte ripete

Con la doppietta nel derby di domenica sera Jani Lajunen ha raggiunto quota otto reti in stagione, pareggiando il suo record personale con la maglia del Lugano risalente alla stagione 2018/19, toccato però all’epoca in 41 partite.

Non solo, per il finlandese il 3-1 messo a segno nel finale corrisponde alla terza rete in shorthand da quando è in Svizzera, con la prima – guarda caso – segnata proprio in un derby giocato in Leventina il 29 settembre 2017. E guarda caso di nuovo, anche in quell’occasione fu proprio il gol del 3-1 in favore dei bianconeri.

due Uno le pensa, l’altro le fa

© Photobruscaluckyvideo

Sappiamo più o meno tutti dell’amicizia che scorre tra Luca Fazzini e Inti Pestoni, ma solo fuori dal ghiaccio, perché in partita tutti sono avversari. La complicità dei due ragazzi ticinesi a volte però gliele fa combinare involontariamente anche in partita, come successo tra Lugano e Berna venerdì sera in occasione del rigore di Fazzini.

L’errore di Heim a centro ghiaccio (guarda caso un probabile futuro leventinese) ha costretto al fallo d’emergenza proprio Pestoni, causando il rigore a favore dei bianconeri che si è incaricato di tirare e segnare guarda caso l’amico Fazzini. Chissà se dopo la partita gli avrà mandato un messaggio di ringraziamento.

tre Vittoria di squadra, sconfitta di squadra

È un po’ il mantra sempre spiegato da allenatori e giocatori, si vince e si perde tutti assieme. È vero che spesso la prestazione collettiva (positiva o negativa) è decisiva ai fini di un incontro, anche se spesso basta il lampo di un giocatore per decidere le sorti di alcune partite.

Nella sconfitta contro il Bienne, il Lugano ha invece sublimato il concetto di squadra, stavolta però in negativo, con soli quattro giocatori non presenti sul ghiaccio in occasione di reti ospiti. Ben quindici sono risultati in effetti con bilanci negativi sul tabellino, da-1 fino a -4, confermando che quasi tutti si sono presi la loro dose di (de)merito.

quattro Sacrificio, solidità e Schlegel

Si dice spesso che il Lugano di questa stagione è alquanto difficile da decifrare, ma nelle vittorie bianconere ci sono spesso dei fattori comuni. Il derby vinto domenica sera alla Valascia (e in parte anche la sfida contro il Berna di venerdì) è l’esempio perfetto del Lugano che spesso vuole vedere sul piano tattico Serge Pelletier, che non è un coach da gioco dominante ma bensì da squadra pragmatica e gestionale.

Un inizio a mille, doppio vantaggio trovato prima di metà partita e gestione della partita addormentandone i ritmi potendo contare anche sulle parate di un portiere decisivo come Niklas Schlegel. Il tutto con spirito di sacrificio, tanti tiri bloccati e un box play che è tornato quello dei bei tempi – attualmente il secondo del campionato – e quando la partita produce poche reti, molto spesso va a favore dell’efficienza bianconera. Una volta erano le tre “C”, oggi sono le tre “S”.

cinque Lo chiameremo gol alla danese

Nel primo derby giocato alla Valascia in questa stagione, a chiudere l’incontro era stato il gol di Mikkel Boedker a porta vuota durante l’assalto finale dell’Ambrì Piotta. Se ricordate bene il danese ruppe il bastone dopo l’ingaggio nel terzo del Lugano e si fece prestare quello di Wolf che era in panchina, un “pallonetto” e il disco si infilò nella porta lasciata sguarnita da Conz.

Domenica sera stessa scena, stavolta con Arcobello protagonista. Il topscorer rompe il bastone durante l’ingaggio con l’Ambrì in sei uomini e Conz in panchina, va a farselo prestare dalla panchina e tenta di segnare anche lui dal proprio terzo. Com’è andata l’avete visto, forse è un lavoro da danesi.

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