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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: l’indiano e il profeta, ti dirò chi sei, Mr. Powerplay, sostituto d’esperienza

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei

Oppure, vista in termini hockeyistici, “dimmi con chi giochi, e ti dirò chi sei”. La questione non è però di così facile lettura per il giovane Valentin Hofer, che in questo avvio di campionato ha vissuto gli estremi opposti del lineup biancoblù.

Il 20enne ha infatti disputato tre incontri completando la prima linea di Chlapik e Spacek, mentre nel match di debutto era stato impiegato come 13esimo attaccante giocando comunque 7 minuti. Guardando all’ultimo weekend, venerdì è stato impiegato per 12 minuti nel primo blocco, mentre sabato è tornato a rivestire il ruolo di 13esimo senza però fare nemmeno un cambio.

Il suo caso è insomma particolare, perché le buone impressioni date finora lo hanno trasformato in un utilissimo “jolly” da impiegare anche a dipendenza del numero di stranieri di movimento in pista, ma per lui manca ancora un ruolo definito.

2. Il passo dell’indiano

È stato indubbiamente un momento particolare quello che ha visto il mitico Dale McCourt fare visita all’Ambrì Piotta nello scorso weekend, con l’oggi 65enne che pure lui ha potuto vedere da vicino la nuova Gottardo Arena dopo essere stato uno dei giocatori ad aver lasciato un segno indelebile alla Valascia.

Anche per coach Luca Cereda l’arrivo di “The Chief” è stato emozionante: “Sono cresciuto con lui come idolo, ha segnato la storia dell’Ambrì da sempre. L’ho visto giocare con i miei occhi e seguivo le sue gesta alla radio, ed in pista era un grandissimo campione. D’altra parte era una prima scelta assoluta al Draft NHL che giocava in biancoblù”.

Pensando al Draft NHL non sono infatti stati molti i giocatori ad arrivare in Svizzera dopo essere state delle prime scelte. Nel contesto dei lockout abbiamo visto in pista i vari Rick Nash, Patrick Kane, John Tavares e Joe Thornton, mentre in pianta più stabile in molti si ricorderanno Owen Nolan, Alexandre Daigle e per un breve periodo Patrik Stefan. C’è poi chi è passato dalla Svizzera prima di essere chiamato per primo al Draft, come Auston Matthews e Nico Hischier.

Insomma, tutti grandissimi nomi, ma Dale McCourt ha una storia ed un significato che resteranno unici per sempre.

3. Il profeta alla fine ha sempre ragione

La trasferta a Porrentruy di venerdì era guardata con particolare attenzione dall’ambiente biancoblù, memore di quanto era successo in occasione della prima visita all’Ajoie nella passata stagione.

A mettere tutti sull’attenti era stato anche Zaccheo Dotti, che ai microfoni di TeleTicino aveva affermato: “Non bisogna aspettarsi che andremo sul due, tre o quattro a zero da subito. Anzi, prevedo una partita tirata!”.

Inizialmente le cose sono però andate esattamente al contrario, visto che l’Ambrì Piotta dopo nemmeno un quarto d’ora era già avanti di tre reti. Tutto facile dunque? Nemmeno per sogno, perché l’Ajoie è rientrato ed ha fatto sudare i leventinesi, che si sono poi imposti all’overtime.

Insomma, inizialmente si poteva avere qualche dubbio sulla previsione di Zaccheo Dotti, ma alla fine ha avuto proprio ragione!

 4. Mr. Powerplay

Uno dei crucci della passata stagione era stato il powerplay, esercizio che sta riuscendo decisamente meglio alla squadra di Luca Cereda in questo primo scorcio di campionato. L’Ambrì è infatti la seconda miglior squadra con praticamente un gol ogni tre superiorità numeriche (30.77%) e si sta avvalendo dell’opportunità di avere in squadra un elemento che nel passato torneo era mancato tantissimo: un tiratore.

Due delle quattro reti in powerplay le ha infatti firmate Filip Chlapik, la cui propensione al tiro e capacità di vedere la porta avversaria si sta rivelando molto importante. D’altronde nell’annata 2021/22 il ceco era tra i migliori giocatori in patria, con 11 gol e ben 27 punti in superiorità numerica ottenuti in 53 partite.

Il trend andrà naturalmente confermato sul lungo periodo, ma i leventinesi possono guardare avanti con fiducia. Sembra che finalmente ci sia un nuovo “Mr. Powerplay”.

5. Sostituto d’esperienza

Il primo infortunio della stagione è purtroppo stato di quelli pesanti per i leventinesi, che per le prossime 3-4 settimane dovranno fare a meno di Tim Heed, probabilmente il miglior biancoblù di questo avvio di campionato.

Lo svedese potrebbe mancare sino ad una decina di partite – e sette nella migliore delle ipotesi – e dunque l’Ambrì dovrà trovare il modo di compensare la sua assenza per un periodo che in termini di incontri corrisponde quasi al 20% della stagione.

Il suo sostituto al fianco di Isacco Dotti ed in powerplay sarà Yanik Burren, chiamato a rivestire un ruolo cruciale nel prossimo mese, ma forte dell’esperienza fatta lo scorso anno. Era infatti stato lui il terzo difensore più impiegato in superiorità lo scorso anno (e nei primi quattro in generale), con 63 minuti di powerplay ed 1’26 a partita.

Certo, il suo apporto non potrà mai essere come quello di Heed, ma nella partita di sabato Burren lo ha comunque sostituito bene e l’esperienza fatta un anno fa sarà sicuramente preziosa per rivestire questo ruolo per un periodo prolungato.

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