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Lugano

Un buon Lugano è sconfitto ai rigori per 4-3 dall’Örebro

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LUGANO – ÖREBRO

3-4

(2-0, 0-1, 1-2; 0-1)

Reti: 6’17 Reuille 1-0, 19’35 Bertaggia (Chiesa) 2-0, 24’55 Wiklander (Petersson) 2-1, 40’52 Lehtonen 2-2, 46’31 Filppula (Brunner, Ulmer) 3-2, 55’09 Lehtonen (Weinstock) 3-3.

Note: Resega, 3’000 spettatori. Arbitri Stricker, Fischer; Kohler, Espinoza
Penalità: Lugano 5×2′, Örebro 4×2′

LUGANO – Seconda partita di preparazione per i bianconeri, che alla Resega hanno affrontato l’Örebro di Kent Johansson, ex squadra da head coach di Peter Andersson. Alcune novità hanno visto modificare leggermente la formazione di Patrick Fischer, che ha potuto contare di nuovo su Linus Klasen, lasciato precauzionalmente a riposo contro lo Schwenninger per una leggere distorsione alla caviglia.

Il rientro del funambolo svedese ha “relegato” Romanenghi al centro del terzo blocco completato da Bertaggia e Walker (capitano di serata) e proposto quindi per la prima volta la “svenska linjen”, formata da Mårtensson al centro e con Pettersson e appunto Klasen alle ali.

Quarto blocco d’attacco completato da Reuille e Fazzini con Steinmann al centro, mentre è rimasto invariato quello formato da Filppula, Brunner e Hofmann, a tratti spettacolare all’esordio. A riposo stavolta è rimasto Morini, Manzato è partito di nuovo come primo portiere e, infine, nessuna modifica è stata apportata al pacchetto difensivo.

Seconda partita, leggasi gambe meno legnose, e avversario più probante, il che significa situazioni di gioco più veritiere da provare. Se contro lo Schwenninger il box play – poco allenato durante luglio – ha fatto parecchia acqua, nella sfida agli svedesi il risultato è stato decisamente diverso, con i pacchetti da box play ben messi in pista e anche nella situazione di 3 contro 5 i bianconeri si sono difesi con intelligenza.

Pure il power play, alla ricerca delle giuste soluzioni alternative soprattutto in un secondo blocco con Furrer e Hofmann, promette buone cose, ma solo con il tempo giungerà il giusto amalgama.

Alla fine questo incontro ha mostrato un Lugano più ordinato in difesa, dove Furrer ha già dato prova di essere un cavallo di razza e il compagno di linea Chiesa è sempre più leader e indispensabile. L’atteso debutto di Klasen non ha dato grandi frutti, ma il blocco svedese si è trovato al completo per la prima volta in una partita, gli va dato il tempo per capirsi e abituarsi, e non è brutto segno se a dare ottime premesse è stato un intraprendente e intelligente Mårtensson.

Il reparto offensivo nel suo complesso ha dato l’impressione di essere in grado di far “ballare” chiunque, e un’impostazione più diretta e rapidissima sulla porta sembra essere il primo comandamento con il quale produrre occasioni da rete in numero impressionante.

Con i primi blocchi ancora alla ricerca dell’amalgama migliore a mettersi in mostra è stato il bottom six, con un Reuille in grande forma – bella la sua rete d’apertura – e un Bertaggia al terzo centro in due partite.

Nonostante la sconfitta per 4-3 ai rigori, i bianconeri hanno fatto comunque un primo passo avanti dopo il debutto, e con le giuste registrazioni questa squadra pare avere un potenziale enorme, derivato soprattutto da un maggior equilibrio.

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