AMBRÌ – È stata una stagione terminata con un decimo posto in regular season quella disputata dall’Ambrì Piotta, che nella seconda parte di campionato è riuscito a rimediare ad un avvio invece molto più complicato. Nei play-in è poi arrivata la vittoria nella doppia sfida con il Rapperswil, mentre lo scontro con il Kloten ha riservato un’amara eliminazione dalla corsa ai playoff.
Di seguito vi proponiamo la valutazione di tutti i giocatori biancoblù per quanto riguarda l’annata agonistica appena conclusa, con un breve commento dedicato ad ogni elemento della rosa.
PORTIERI
Gilles Senn (31 GP, 90.71 SV%, 2.81 GAA): Quella che aveva fatto l’Ambrì Piotta nei suoi confronti era a tutti gli effetti una scommessa, ed il club può sicuramente ritenersi soddisfatto di come sono andate le cose. Senn ha raddoppiato il numero di match disputati rispetto agli anni passati, ed ha sempre fornito delle buone prestazioni calandosi anche perfettamente nell’ambiente, trovando il rilancio cercato soprattutto dal punto di vista mentale. Pur non toccando statistiche eccellenti nella prima fase, pure lui ha alzato il livello dopo Natale ed è stato determinante nella corsa ai play-in, anche se nell’epilogo per tre match su quattro gli viene preferito Juvonen. Peccato per l’ultima serata a Kloten, quando non era stato al suo massimo, ma in vista della prossima stagione l’Ambrì può con fiducia considerarlo il potenziale titolare.
Janne Juvonen (22 GP, 89.88 SV%, 2.89 GAA): Ha vissuto una stagione difficile, soprattutto in una prima parte in cui ha mostrato un livello davvero modesto, che non poteva giustificare l’impiego di una licenza straniera. Le sue prestazioni faticavano a trasmettere fiducia ed ha subito anche diversi gol banali, ma fortunatamente nel finale ha saputo ritrovare un buon livello e la squadra ne ha beneficiato parecchio. La sua avventura in Leventina è finita tutto sommato in positivo, ed anche se la sua ultima stagione è stata la meno brillante tra quelle vissute in biancoblù, ha lasciato sicuramente un ricordo positivo.
Senza voto: Davide Fadani
DIFENSORI
Tim Heed (52 GP, 9G, 29A, -21): È stata una stagione dai due volti quella dello svedese, e questo non perché abbia vissuto due fasi di forma distinte, ma bensì perché all’interno delle stesse partite è stato capace del meglio come del peggio. La sua produzione offensiva si è attestata su ottimi livelli – con 38 punti ha vissuto la miglior stagione in Svizzera – ma spesso questi numeri non hanno detto tutto. Davvero tante infatti le sbavature e gli errori che gli abbiamo visto commettere, sia in copertura difensiva che nella gestione del puck, alcuni anche non forzati e solitamente non parte del suo repertorio. Nel complesso però non gli si può rinfacciare molto, è stato il difensore più produttivo della lega, quello con più minutaggio totale e con maggiori tiri bloccati. Lo abbiamo visto giocare meglio, ma il suo contributo è comunque stato imprescindibile.
Jesse Virtanen (50 GP, 6G, 29A, -9): Inizia la stagione in maniera strepitosa, tanto da essere il vero trascinatore della squadra nei primi difficili mesi, quando il resto del gruppo – ad eccezione di Landry, pure lui autore di un buon avvio – ha fatto fatica ad ingranare. È il giocatore con il TOI medio più alto della lega, ed assicura con grande costanza prestazioni complete in entrambe le zone della pista, tanto da ottenere il suo miglior bottino di punti (35 in 50 partite) da quando è arrivato in biancoblù. Non riesce a replicare l’eccezionale scorsa annata in termini di gol realizzati, e vive un finale un po’ in calando pagando dazio a livello di energie, ma nel complesso si è confermato come uno dei difensori migliori della lega.
Kodie Curran (35 GP, 2G, 6A, neutro): Il suo avvio di stagione sorprende in positivo l’intero ambiente, con il canadese che si rende subito protagonista di buone prestazioni in cui si dimostra votato al sacrificio in difesa ed anche piuttosto pericoloso nelle sue puntate offensive. Si guadagna con merito il rinnovo sino a fine stagione, ma poi dei guai fisici alla schiena lo mettono in difficoltà e le sue prestazioni subiscono una evidente flessione. Negli ultimi mesi è andato in difficoltà e commesso parecchi errori, tanto che lo staff lo ha spesso messo sul foglio partita come settimo difensore per poi usarlo come “jolly” in coppia con diversi compagni a dipendenza delle situazioni di gioco. Ha saputo distinguersi per i tanti tiri bloccati, e finché era in salute ha mostrato di poter dare un contributo abbastanza completo, ma in futuro ben difficilmente lo rivedremo in biancoblù.
Dario Wüthrich (52 GP, 1G, 6A, +15): La sua stagione è stata ovviamente segnata dal tragico evento poco prima di Natale, da cui Wüthrich ha saputo reagire mostrando grande personalità e determinazione, ripagando con una volontà tutt’altro che scontata l’affetto che gli ha mostrato l’intero ambiente. La sua stagione era comunque iniziata bene, con una progressione evidenziata già nei primi mesi di campionato, che hanno confermato per lui un lento ma costante miglioramento tradottosi anche in un bilancio di +15. Ad oggi è sicuramente un giocatore migliore rispetto a un anno fa, a cui l’Ambrì potrà affidarsi anche in futuro per la terza coppia di difesa. Nel finale di regular season è inoltre riuscito a segnare il suo primo gol in carriera, in quello che è stato il momento più emozionante della stagione leventinese.
Jesse Zgraggen (51 GP, 0G, 6A, -10): Era di fatto chiamato a rappresentare la soluzione alla partenza di Fohrler, e nel complesso dal ritorno di Zgraggen la squadra ha ottenuto ciò che ci si poteva attendere. Spesso schierato al fianco di Virtanen o Heed, ha vissuto una prima parte di stagione positiva per poi andare in calando, ma nel complesso il suo contributo è stato affidabile e senza troppi fronzoli. È riuscito nel compito di non voler andare oltre le sue possibilità, limitando così gli errori individuali e banali, giocando una stagione discreta.
Isacco Dotti (39 GP, 0G, 4A, neutro): Aveva alle spalle un paio di stagioni complicate, e per lui in quella passata non era evidente trovare spazio. All’inizio fatica infatti a vedere il ghiaccio, ma con il passare delle partite riesce a crescere e da dicembre viene impiegato con maggiore regolarità. Il suo contributo lo conosciamo bene, è un soldato al servizio della squadra che cerca di metterci il fisico e ridurre al minimo gli errori quando deve gestire il puck. La sua stagione può dirsi sufficiente.
Simone Terraneo (34 GP, 0G; 4A, +4): Il suo nome è d’attualità già da diversi anni, ma a volte ci si dimentica che Terraneo ha solamente 20 anni e che quella appena conclusasi era di fatto solamente la sua seconda stagione nella massima lega. Nella prima parte ha fatto fatica a trovare spazio, e l’innesto di un terzo straniero in retrovia lo taglia praticamente fuori dal lineup in molte serate. A dicembre viene dunque fatta la necessaria mossa di prestarlo ad un club di Swiss League, e con il ghiaccio e la fiducia che trova a Visp, Terraneo torna in Valle in buona forma e vive un finale di stagione in crescendo. Da fine gennaio è infatti il partner fisso di Virtanen e gli viene affidato un buon minutaggio a parità numerica, il tutto con prestazioni positive e più mature rispetto al passato. In chiave futura si può sicuramente essere ottimisti.
Rocco Pezzullo (20 GP, 0G, 3A, -5): Ha purtroppo vissuto una stagione difficile, in cui è stato impiegato solamente in 20 occasioni a risultato anche di un’annata iniziata prima con un infortunio alla spalla e poi con una malattia. Pure lui ha giocato qualche partita in prestito a Visp, dove è ora tornato per il finale di stagione, ma al rientro in Leventina la squadra aveva trovato il suo assetto e dunque era difficile per lui trovare posto. Tanti fattori hanno insomma contribuito ad una stagione complicata, in cui non è progredito e che lo ha visto mettere in pista prestazioni incerte quando è stato impiegato. Dopo lo scorso campionato – vissuto come difensore svizzera più impiegato da Cereda – sembrava essere sulla buona via, ma ora l’impressione è che debba ancora ripartire da uno scalino più basso di quello sperato.
Zaccheo Dotti (32 GP, 1G, 1A, -1): Nel passato campionato era stato schierato regolamente al fianco di Heed, mentre in quello attuale non è mai riuscito a trovare una collocazione fissa nel lineup, finendo spesso nel ruolo di settimo difensore oppure in sovrannumero. Nel reparto è l’elemento con il minutaggio medio più basso, e di fatto perde terreno nelle gerarchie di squadra. Si mette comunque a disposizione dello staff, che sa di ricevere da lui sempre il massimo in termini di generosità.
Senza voto: Nadir Scilacci
ATTACCANTI
Dominik Kubalik (52 GP, 27G, 22A, -2): Il suo inizio di stagione è tutt’altro che convincente, ed anche se pure nei primi mesi riesce a garantire una produzione di punti costante, le sue prestazioni lo hanno visto poco presente e in alcune serate anche evanescente. Sosteneva che il pensiero di poter tornare in NHL ed il termine del 15 dicembre non stessero condizionando il suo gioco, ma una volta superata quella data lo abbiamo visto trasformato e con l’avvio del nuovo anno è stato assolutamente dominante. Anche lui trae giovamento dalla formazione della linea con Maillet e DiDomenico, tornando ad essere un’arma assolutamente letale e nettamente tra i migliori giocatori della lega. Trascina il reparto offensivo con il bottino record di 27 gol – migliorando così il totale che aveva stabilito nel 2019 – distinguendosi anche per essere il giocatore con più tiri in porta di tutta la lega.
Christopher DiDomenico (35 GP, 11G, 29A, -3): È la vera scintilla che ha dato la svolta alla stagione dell’Ambrì Piotta, tanto che senza il suo arrivo difficilmente i leventinesi sarebbero arrivati tra le prime dieci. Da tempo inseguito da Paolo Duca perché considerato un profilo ideale per l’ambiente e lo stile di gioco, l’esperto DiDomenico si è rivelato proprio questo, ovvero un elemento trascinante e con il carattere giusto per scuotere una squadra debole da questo punto di vista. Sin da subito trova gol importanti e una produzione stabile di punti, e quando è stato costretto a rimanere fuori per due partite a causa di una squalifica è stato chiaro a tutti quanto fosse imprescindibile per la squadra. A volte – come suo tipico – si trascina in cambi troppo lunghi e si fa prendere dalla foga di fare bene, ma in generale il suo impatto è stato ampiamente positivo e sarà uno dei leader della prossima stagione.
Philippe Maillet (43 GP, 15G, 23A, -1): La prima parte di stagione del canadese è stata insufficiente, questo a causa di una forma fisica non ottimale – a risultato di una preparazione improntata sul calendario nordamericano – e della commozione cerebrale che lo ha messo subito fuori causa. Per alcuni mesi si è espresso in maniera molto irregolare, e tra alti e bassi non sembrava avere il livello per poter davvero fare la differenza in National League. Quando ha trovato la giusta forma ha però smentito queste sensazioni, permettendo a Cereda di trovare finalmente il primo centro che cercava da mesi. Il suo 2025 è stato ottimo, in cui ha evidenziato una buona visione di gioco ed anche un tocco realizzativo che gli ha permesso di firmare gol pesanti. Ai faceoff è inoltre stato l’unico centro in squadra sopra il 50%, e guardando al futuro potrebbe essere intrigante una sua conferma, per capire sino a dove potrebbe spingersi con alla base una preparazione fisica adeguata.
Manix Landry (52 GP, 14G, 11A, +2): Inizia la nuova stagione esattamente da dove aveva terminato quella precedente, ovvero con l’etichetta di miglior attaccante della squadra. Nei primi mesi in cui il resto del gruppo faticava ad ingranare, il figlio d’arte ha sempre garantito sostanza ed intensità, permettendo anche a Cereda di trovare un centro da top six che altrimenti – visto il livello non sufficiente mostrato da Heim – sarebbe mancato all’appello creando non pochi problemi. Può migliorare in termini di costanza, ma i passi avanti sono stati tantissimi (da 6 punti è passato a 25) ed ha mostrato una produzione sui livelli di altri giovani top della lega, come Rohrer e Rochette. È uno dei giocatori di maggior valore del club, attualmente in scadenza nel 2026 e dunque sicuramente tra le priorità di Duca in prospettiva rinnovo.
Inti Pestoni (49 GP, 7G, 14A, -6): Il passare degli anni ed una lega sempre più veloce ed intensa lo stanno mettendo in difficoltà, e in un contesto del genere al ticinese non basta più la sua classe per riuscire comunque a fare la differenza. Ha vissuto tante partite un po’ in ombra ed ha anche faticato nel mostrare carattere nel volersi imporre, anche se poi quando è finito addirittura in sovrannumero per un paio di serate ha fatto vedere una bella reazione. Gli acuti sono però stati molto isolati su tutto l’arco della stagione, e questo si è riflesso anche in una produzione offensiva nettamente al ribasso rispetto agli anni passati. Non riesce inoltre a sfruttare il fatto di aver giocato costantemente nella seconda linea di powerplay, tanto da non segnare nemmeno una rete in superiorità numerica.
André Heim (51 GP, 9G, 11A, -9): È andata un pochino meglio rispetto alla disgraziata stagione precedente, ma sicuramente l’Ambrì si aspetta molto di più da lui. Nei piani iniziali Heim sarebbe dovuto essere il secondo centro, ruolo che si è velocemente capito non era nemmeno quest’anno nelle sue corde, e mentalmente ha nuovamente faticato nel gestire le aspettative che aveva nei suoi stessi confronti. Si è così ritrovato a doversi reinventare in un ruolo da bottom six, ed in questo senso bisogna dargli atto di aver mostrato impegno e determinazione, anche se ovviamente il suo rapporto qualità/prezzo deve dare dei pensieri al club. La speranza è che la prossima sia davvero la stagione in cui possa tornare sui suoi migliori livelli, in un contesto che comunque gli sta dando tutte le possibilità di rilanciarsi.
Dario Bürgler (52 GP, 11G, 7A, -13): L’anagrafe non è ovviamente dalla sua parte, ed infatti a 5-contro-5 ha spesso pagato il prezzo di una lega veloce ed anche giovane, che impone ai veterani grande furbizia e malizia per continuare ad essere efficaci. In questo senso Bürgler può ancora dare il suo contributo, con un tiro sempre pericoloso – soprattutto in powerplay – ed una leadership ed esperienza che in spogliatoio restano preziose. La prossima stagione sarà l’ultima della sua carriera, e Cereda dovrà essere bravo a trovargli il giusto ruolo per poter chiudere il suo percorso in maniera ideale.
Tommaso De Luca (52 GP, 8G, 8A, +4): A livello di punti ha mostrato una flessione rispetto all’ottima prima stagione tra i professionisti, e nel complesso l’italiano non ha mostrato una progressione tanto netta come quella di Landry, ma la sua stagione è comunque stata positiva. Il suo talento è evidente, anche se in varie serate ha dovuto imparare delle amare lezioni da alcuni errori figli di un po’ di sufficienza e disattenzione, mostrando che deve progredire soprattutto dal punto di vista mentale. Un processo giusto e logico per un ragazzo della sua età, che ora dovrà concentrarsi sul lavoro senza sentirsi arrivato, per sfruttare tutte le potenzialità che ha di diventare uno dei protagonisti di questo Ambrì.
Dominic Zwerger (50 GP, 3G, 11A, -13): Il suo contributo offensivo è stato il meno incisivo da quando è in biancoblù, ma a preoccupare maggiormente è soprattutto l’incapacità di mostrare quell’intensità e fisicità necessaria per avere un impatto sulle partite. Dalla sua ha sempre delle buone mani, ma che non possono essere sufficienti per compensare le diverse lacune mostrate in altri aspetti fondamentali del gioco. Peccato perché le premesse per un’annata positiva erano presenti, considerando un buon Mondiale a cui aveva fatto seguito una buona forma fisica iniziale e il ritorno di Kubalik, e la conseguente possibilità di giocare al fianco del ceco praticamente per metà campionato (27 partite). Ha cercato di rendersi utile in altri modi, ma con un gioco fatto anche e soprattutto di troppi contrasti e dischi persi, non ha mai trovato degli acuti significativi. Dallo staff ha ricevuto tanto spazio, a volte ingiustificato per quanto mostrato in pista, ritrovandosi poi in alcuni match anche nel ruolo di 13esimo attaccante.
Miles Müller (52 GP, 3G, 10A, -3): È una delle note liete della stagione biancoblù. Il 20enne nella sua prima annata tra i professionisti ha mostrato un bel potenziale, tanto che il bottino di punti ottenuto sarebbe potuto essere un po’ più consistente se avesse sfruttato meglio le varie chance che ha saputo costruirsi. Müller si è fatto apprezzare soprattutto in termini di costanza ed energia, mostrando il tipico entusiasmo di chi alla sua età ha tanta fame e voglia di imparare. La sua inesperienza lo ha anche portato a sprecare tante energie, ma ha saputo progredire cammin facendo crescendo a vista d’occhio. Se saprà unire alla sua carica un po’ di furbizia ed intelligenza hockeyistica, ha tutti gli strumenti per fare bene.
Daniele Grassi (42 GP, 4G, 6A, +6): Il capitano è riuscito a reagire alla passata stagione, quando aveva mostrato diversi limiti che si temeva potessero addirittura metterlo in difficoltà nel trovare un ruolo fisso nel campionato appena passato. Grassi ha invece approcciato la stagione nella maniera ideale, con tanto lavoro ma soprattutto con un gioco più concentrato e sempre con l’intensità e fisicità che caratterizzano le sue partite. Ne è così risultata una delle sue migliori stagioni degli ultimi anni, togliendosi anche qualche soddisfazione in più a livello offensivo. Restano però un cruccio le diverse penalità rimediate.
Floran Douay (39 GP, 3G; 2A, +1): Ricopre un ruolo da comprimario e lo fa con prestazioni altalenanti, non rese semplice da un minutaggio a volte basso. Mostra sempre l’atteggiamento giusto e cerca costantemente di lottare per il suo ruolo, e lo fa con un gioco fisico e generoso. Nel complesso vive una stagione discreta, anche se nelle serate meno ispirate commette anche qualche penalità evitabile. È in sostanza un elemento complementare, ma che non è scontato possa ottenere il rinnovo contrattuale, anche considerando i 30 anni di età.
Tim Muggli (22 GP, 2G, 2A, -1): ll giovane attaccante resta un elemento da scoprire, e da questa prima stagione si ricorderanno alcune fiammate – come quel bel primo gol segnato nel debutto stagionale – che lasciano sperare che il suo potenziale sia di quelli interessanti. Viene però impiegato poco e successivamente anche prestato al Coira, rendendo difficile una valutazione più dettagliata. Le sue caratteristiche più interessanti sembrano essere un bel tiro ed una certa velocità, impressioni però da confermare in una prossima stagione in cui dovrà come prima cosa guadagnarsi un posto.
Diego Kostner (43 GP, 2G, 1A, -1): La sua età non è ancora di quelle troppo avanzate, ma le fatiche e gli infortuni delle passate stagioni sembrano stiano iniziando a presentare il conto. Cuore e impegno non mancano mai, ma in varie serate fatica a tenere il livello degli avversari e va maggiormente in difficoltà rispetto al passato. Il suo rimane un onesto contributo, ma in vista della prossima stagione non è scontato riesca a mantenere il ruolo di quarto centro.
William Hedlund (19 GP, 1G, 1A, +3): Lo staff ha più volte ribadito di credere in lui, anche se nell’attuale stagione ha di fatto trovato poco spazio e dunque il discorso è principalmente in prospettiva. Il suo compito principale dovrà essere quello di iniziare a mostrare delle caratteristiche preponderanti nel suo gioco, uscendo un po’ dalle prestazioni “standard” attuali e trovando dunque maggiore identità.
Senza valutazione: Jonathan Ang, Jakob Lilja, Yannick Brüschweiler
