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Ambrì Piotta

Poco diretto e poco fisico, l’Ambrì rimane nel suo limbo

I biancoblù perdono anche la seconda sfida diretta del weekend. Il Bienne approfitta delle lacune dei leventinesi, che mancano nei momenti chiave

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)

Poco diretto e poco fisico, l’Ambrì rimane nel suo limbo

BIENNE – AMBRÌ

4-3

(0-0, 3-2, 1-1)

Reti: 20’08 Müller (Heed, Curran) 0-1, 23’21 Sallinen (Hofer, Andersson) 1-1, 29’55 Rajala 2-1, 36’20 Cunti (Rajala, Kneubuehler) 3-1, 39’55 Kubalik (DiDomenico, Heed) 3-2, 47’42 Pestoni (Wüthrich, Terraneo) 3-3, 51’03 Hofer (Andersson, Sallinen) 4-3

Note: Tissot Arena, 6’436 spettatori
Arbitri: Hürlimann, Stricker; Duc, Francey
Penalità: Bienne 2×2, Ambrì 3×2

Assenti: Floran Douay (infortunato), Janne JuvonenRocco PezzulloZaccheo DottiWilliam Hedlund (sovrannumero)

BIENNE – Rimane ancora bloccato nel suo limbo l’Ambrì Piotta, fatto di prestazioni complessivamente discrete ma mai realmente convincenti, e soprattutto non riuscendo nemmeno in casa del Bienne a mostrare il carattere e la convinzione per far propri i momenti chiave delle partite.

Questo è un limite che è venuto a galla spesso nel corso della stagione, e che anche nell’occasione ha impedito ai biancoblù di continuare a spingere sull’acceleratore dopo il gol del 3-3 di Pestoni – ottenuto con un backhand da rivedere – fase in cui il momentum sembrava poter passare dalla parte degli ospiti.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)

La squadra di Cereda, un po’ sulla falsariga di quanto visto la sera precedente, ha però incontrato parecchie difficoltà nel portare i propri attacchi nel cuore del terzo avversario, restando spesso all’esterno senza riuscire a generare sufficiente traffico e scompiglio nello slot di Säteri.

Le tre reti leventinesi – tutte di pregevole fattura – sono infatti state ottenute con un primo tiro in porta, ma i biancoblù faticano ad andare oltre e a crearsi anche le proverbiali seconde e terze chance, quelle che derivano da rebound e situazioni “sporche” davanti al portiere avversario. Questa è una mentalità che l’Ambrì dovrà giocoforza acquisire se vorrà continuare a lottare per i play-in, ed è un peccato che in uno scontro diretto contro il Bienne – che è tra le squadre a concedere più tiri dallo slot – non si sia visto un lavoro costante per forzare la mano in quella zona della pista.

Un discorso analogo può essere fatto in retrovia, dove Gilles Senn ha invece dovuto sudare per districarsi nel caos davanti alla sua gabbia, ma il portiere è stato bravo a portare lo 0-0 alla prima pausa con vari interventi strepitosi. Il Bienne pur non incantando è comunque andato in crescendo, questo nonostante a sbloccare il risultato sia stato l’Ambrì dopo otto secondi nel periodo centrale grazie a un bel tiro di Miles Müller.

Varie sbavature hanno però permesso ai seeländer di aumentare la pressione su Senn, battuto una prima volta da Sallinen dopo una chiusura mancata da Grassi. Da qui è seguita una lunga fase in cui la squadra di Cereda ha saputo rendersi pericolosa solo in poche fiammate, principalmente con una prima linea comunque meno ispirata delle sere precedenti, con in particolare un DiDomenico poco incisivo.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)

A mettere in difficoltà l’Ambrì c’è poi stato un disco non controllato da De Luca in zona offensiva, che ha permesso a Rajala di andare a fulminare Senn da pochi passi. Poco dopo è invece stato Cunti a vedersi la strada spianata, questa volta da un Curran che non ha fatto una gran figura facendosi bruciare in velocità dal veterano.

In quella fase si ha avuto la netta impressione che il Bienne avesse vita troppo semplice contro un gruppo leventinese nuovamente non abbastanza fisico e diretto con il suo gioco. Un acuto di Kubalik a poco dalla sirena ha ridato ossigeno all’Ambrì, che poi ha come detto trovato anche il pareggio al 47’42 grazie a una bella iniziativa di Pestoni, ma poi quando si trattava di insistere qualcosa è ancora mancato.

I seeländer hanno trovato il gol decisivo con l’ex Fabio Hofer, abile a sfruttare lo screen involontario di Zgraggen per infilare il 4-3, e da lì il match è andato agli archivi. L’Ambrì non è infatti riuscito a rendersi pericoloso nel powerplay finale e nemmeno nella successiva fase a 6-contro-5, apparendo un po’ scarico e senza particolari idee.

Si è chiuso così un weekend che giocoforza si deve archiviare come negativo. I due scontri “direttissimi” con Ginevra e Bienne hanno portato un solo punticino, troppo poco considerate anche le prestazioni contro due avversarie battibili e oggettivamente non autrici di prove irresistibili.

L’Ambrì rimane dunque lì, nel limbo citato in apertura e senza essere ancora riuscito a fare quel “click” in termini di combattività e fisicità. Per arrivare ai play-in partendo dalle parti basse della classifica, ci vorrà ben più disperazione. Questo è sicuro.


IL PROTAGONISTA

Toni Rajala: Il finlandese è assieme ad Arcobello lo straniero più longevo del nostro campionato – e presto entrambi potrebbero giocare come svizzeri – ma di segni di cedimento non se ne vedono. Il tiro di Rajala rimane un autentico laser, il tutto unito a una classe che in alcuni frangenti ha preso il sopravvento e messo in grande difficoltà i leventinesi.


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