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Lugano

È profondo rosso per un Lugano senza più alcuna fame

Una delle peggiori prove stagionali culmina con la contestazione di quel poco pubblico rimasto alla Cornèr Arena. Il Losanna è sembrato di un’altra categoria

(Photobrusca & Luckyvideo)

È profondo rosso per un Lugano senza più alcuna fame

LUGANO – LOSANNA

1-3

(0-1, 0-2, 1-0)

Reti: 1’22 Riat (Suomela, Glauser) 0-1, 24’19 Raffl (Jäger, Glauser) 1-2, 36’12 Jäger (Raffl, Fuchs) 0-3, 42’18 Fazzini (Arcobello) 1-3

Note: Cornèr Arena, 4’775 spettatori
Arbitri: Kaukokari, Dipietro; Cattaneo, Schlegel
Penalità: Lugano 1×2, Losanna 5×2

Assenti: Giovanni MoriniJoren van PottelbergheMichael Joly (infortunati), Adam HuskaLeandro HausheerNick MeileLiekit Reichle (sovrannumero)

LUGANO – A volte sembra che al peggio non ci sia limite, o che perlomeno si riesca pure a ripetere certi spettacoli che si sperava non venissero più messi in atto. Poco tempo fa ci chiedevamo – di nuovo – se le vittorie con Zugo, Ambrì Piotta e Berna fossero illusorie o se invece, stavolta pure con un po’ di frizzante ottimismo, fossero il segnale di una nuova tendenza in atto, guarda caso coincidente pure con l’arrivo nello staff di Antti Törmänen.

Ebbene, oggi lo possiamo dire tranquillamente, seppure il Lugano quelle vittorie le abbia meritate e non siano arrivate per caso o per volere di una entità superiore, di quella presunta tendenza non c’è più alcuna traccia, tutte spazzate via da tre sconfitte consecutive e soprattutto dopo una prestazione contro il Losanna che ha rasentato l’allucinante per diversi momenti.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Si sa, il pubblico di Lugano è esigente, viene da periodi storici oggi lontani ma vincenti, e anche se nel tempo si è un po’ ammorbidito, i pochi presenti alla Cornèr Arena fanno comunque da termometro della situazione, e la temperatura venerdì sera è calata sotto lo zero di un bel pezzo sotto i fischi e i cori di contestazione caduti da curva e tribune.

Ma quello a cui ha assistito chi era presente – ancora per quanto disposto a certe penitenze? – dopo averlo già dovuto ingoiare a più riprese in autunno, è stato uno spettacolo che nessuno merita. Non lo merita il pubblico, non lo merita il nome del club e non lo merita nemmeno chi dirige i giocatori dalla panchina, colui che probabilmente ha perso il controllo di una squadra che di fronte a un Losanna andato al piccolo trotto è sembrata semplicemente un insieme di giocatori che sul ghiaccio ci andavano semplicemente per mettere fine ai propri cambi.

E certo che Luca Gianinazzi di certe prestazioni e della situazione ha responsabilità, ovvio, è lui l’allenatore capo, ha responsabilità quando la squadra appare disunita, senza idee e senza capacità di reagire. Ma responsabilità di certe situazioni sono a carico – pesante – dei giocatori stessi, che hanno comunque il dovere di andare in pista consci di una situazione disastrosa e con tutta la voglia di questo mondo di volerla ribaltare, e invece in molti hanno giochicchiato come fosse stata un’amichevole estiva.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Fa tenerezza, occorre dirlo nella maniera positiva del termine, Luca Fazzini, uno dei pochissimi che vuole trainare il carro fuori dal fango, un predicatore nel deserto attorniato da altri presunti leader che di fronte alla squadra di Ward, con il risultato già in negativo dopo il pasticcio collettivo dello 0-1, non sono stati capaci di vincere un contrasto alle assi, un duello individuale oppure semplicemente di andare dentro lo slot a prendersi e dare qualche colpo, il nulla assoluto.

Lo abbiamo detto, il Losanna, dall’alto della sua forza e di uno slancio arrivato a otto vittorie consecutive, non ha dovuto nemmeno sforzarsi, ha atteso gli errori del Lugano per colpire e ridicolizzare un’intera squadra. Emblematica la rete dello 0-3 di Jäger, capace di vincere i contrasti in mischia e di infilare il gol nonostante si trovasse contro quattro bianconeri a difesa della gabbia di Niklas Schlegel, probabilmente il punto più basso della serata.

E non inganni la “reazione” del terzo periodo, il Losanna ha praticamente smesso di giocare, ma anche in questa modalità “stand by”, Bozon e compagni sono riusciti a portare a casa agevolmente tre punti, e di magre consolazioni non se ne vogliono sentire dopo una serata del genere.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Perché lo si scriveva in mille maniere già in autunno, si può perdere, ma ci sono modi e modi per farlo. Quello messo in atto dal Lugano contro il Losanna non è un modo accettabile, perché se non c’è nemmeno la voglia di chi va sul ghiaccio di voler uscire da questa situazione vergognosa, allora siamo alla classica frutta, e non vale nemmeno la pena soffermarsi su un riassunto tecnico.

Il direttore sportivo Hnat Domenichelli, non presente dopo la partita, mesi fa aveva affermato che chi non remava nella stessa direzione avrebbe rischiato di perdere il posto in squadra, ma ad oggi non vi è stato alcun seguito a quelle dichiarazioni, come se tutti fossero salvi.

Ebbene, quello a cui si è assistito venerdì sera smentisce in pieno quelle parole, perché è stato chiaro a tutti che quell’attitudine vista sul ghiaccio è sintomo che in molti hanno tirato i remi a bordo, lasciando che la barca galleggi alla deriva in un silenzio sempre più assordante.


IL PROTAGONISTA

Ken Jäger: La linea composta dal nazionale svizzero, da Raffl e Bozon è stata di una solidità disarmante. I tre, con Jäger in particolare, hanno messo in grandissima difficoltà un Lugano incapace di togliersi di dosso il forecheck avversario, e il centro ha messo in pista tanta intelligenza di gioco facendosi sempre trovare nel posto giusto. Suo l’assist per Raffl dopo aver vinto un duello a centro pista, suo anche il terzo gol ottenuto dopo aver vinto una mischia davanti a Schlegel contro ben quattro bianconeri inermi.


HIGHLIGHTS

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