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Lugano

Con una reazione di squadra il Lugano sgambetta il Rappi

Fazzini e compagni infliggono la prima sconfitta da zero punti ai Lakers superandoli al secondo posto. Quarta vittoria piena alla Cornèr Arena

(Photobrusca & Luckyvideo)

Con una reazione di squadra il Lugano sgambetta il Rappi

LUGANO – RAPPERSWIL

3-1

(1-0, 0-0, 2-1)

Reti: 2’02 Patry (Arcobello, Fazzini) 1-0, 43’05 Verboon (Arcobello, Joly) 2-0, 53’05 Dünner (Moy, Wick) 2-1, 58’44 Fazzini (Patry) 3-1

Note: Cornèr Arena, 5’764 spettatori
Arbitri: Hürlimann, Dipietro; Cattaneo Obwegeser
Penalità: Lugano 3×2, Rapperswil 5×2

Assenti: Liekit ReichleNick Meile (sovrannumero), Giovanni MoriniCalvin ThürkaufNiklas Schlegel (infortunati)

LUGANO – Finalmente la Cornèr Arena si è “accesa” anche in questa stagione, ci è voluta una domenica pomeriggio autunnale e una partita sorprendentemente di alta classifica per respirare un ambiente che la squadra di Luca Gianinazzi si meriterebbe ad ogni uscita.

Una bella pubblicità per i bianconeri la partita contro il Rapperswil, una sfida rimasta in bilico fino all’ultimo non solo per le indubbie qualità dei sangallesi che in tanti forse sottovalutavamo, ma anche per l’ormai abituale Lugano incapace di chiudere le partite nei suoi migliori momenti.

Di sicuro il pubblico si è divertito di fronte a una partita intensa e ritmata, giocata molto sul forecheck in zona neutra dove si è generata la maggior parte delle azioni offensive delle due squadre, più manovrate quelle dei padroni di casa, basate sull’energia in movimento e sulla velocità quelle proposte dai ragazzi di Stefan Hedlund.

Inizialmente a soffrire un po’ di più la pressione dell’avversario è stato il Lugano, che non ha vissuto tantissimi pericoli dalle parti di Van Pottelberghe, ma è stato più volte ricacciato nel suo terzo costretto a far ripartire l’azione una seconda volta, ma con il passare dei minuti la squadra bianconera ha fatto pesare di più il maggior peso specifico – scusate il gioco di parole – recuperando tanti dischi negli angoli offensivi e dietro la porta, un po’ nella maniera in cui è nato il gol di Patry, bravo a pazientare e a trovare l’idea giusta per battere una prima volta Nyffeler.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Però è stato il secondo periodo il migliore dei bianconeri, incapaci lo stesso di trasformare in almeno un paio di reti tutte le occasioni create. In un pomeriggio in cui il primo blocco non ha cavato un ragno dal buco, tra un Carr pasticcione, Joly testardo e Marco Müller spaesato – il coach ha riproposto il numero 10 al centro dei canadesi – a costruire la maggior parte delle azioni offensive sono state le linee di Arcobello e di Sekac, con il blocco di Canonica, tornato tra Verboon e Cormier comunque brillante e a tratti pericoloso soprattutto per le iniziative del numero 14.

I due cechi hanno generato tantissimo gioco ma sono ancora apparsi “monchi” in fase di finalizzazione, in particolare Sekac ha deliziato il pubblico con alcuni recuperi e gestioni del disco di altissima scuola mancando però anche clamorosamente alcune conclusioni, mentre Zohorna appare un po’ troppo distante dallo slot per fare male sul serio, nonostante anche su di lui si possa dire poco per il lavoro prodotto ad ogni cambio.

Non è un caso che, aldilà delle zero reti prodotte, il miglior Lugano lo si è visto quando ha saputo registrarsi difensivamente, con gli attaccanti a scendere spesso in backcheck e in protezione delle costruzioni offensive e i difensori molto più pazienti nel giocare il disco per eludere la pressione dei Lakers.

(Photobrusca & Luckyvideo)

In quei momenti la squadra ospite ha toccato il disco in zona d’attacco per un cambio sì e due no, trovando solo le briciole su un paio di dischi persi dai padroni di casa. E su questo il discorso vira su Van Pottelberghe, di cui si diceva dopo la trasferta di Bienne che non era stato in grado di operare quegli interventi che cambiano le partite o che salvano il risultato pur disputando una buona partita. In questo caso, l’ex Bienne ha dovuto compiere pochi interventi e molto intervallati uno dall’altro (e questo non è un bene per i portieri, che preferiscono restare attivi) ma quando dal nulla Fabian Maier gli si è parato davanti in un break solitario ha saputo tirare fuori un’intervento che ha mantenuto il Lugano su un sempre delicato vantaggio di 1-0, impedendo che la partita cambiasse di coordinate.

La stessa cosa il portiere bianconero l’ha fatta poco prima del gol del 2-1 con un grande spostamento sulla sua destra, anche se poi sul tocco di Dünner nulla ha potuto, passando poi qualche brivido sul forcing finale dei Lakers spento dal 3-1 di Fazzini.
Ancora una volta il Lugano ne esce alla distanza, se da una parte il difetto è quello di non riuscire a mettere le reti sulla grande quantità di occasioni, la qualità di Fazzini e compagni è quella di saper tenere comunque le partite tirate per poi dare il colpo decisivo a sfida molto inoltrata, quando l’avversario sta forse perdendo le forze non solo fisiche ma anche e soprattutto mentali, che invece ai bianconeri non mancano di certo.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Gianinazzi può sorridere per essere tornato alla vittoria e per lo sforzo collettivo dei suoi, così come per la distribuzione più equilibrata delle reti sui quattro blocchi. Un fattore questo che compensa in parte un primo blocco che fatica a trovare il perno giusto da mettere al centro – e ci mancherebbe, vedendo chi è l’assente – dopo le esperienze di Canonica e Marco Müller, anche se va detto che il numero 14 ha forse convinto di più.

Ad ogni modo, per come sta giocando e per come reagisce alle sconfitte, questa squadra sta permettendo al suo staff di cercare delle soluzioni senza che si metta troppa pressione. Prima o poi qualcosa girerà.


IL PROTAGONISTA

Stephane Patry: Si è anche storto il naso vedendolo nella linea di Arcobello e Fazzini, ma il numero 78, troppe volte frenato dagli infortuni in passato, ha qualità tecniche che gli permettono di reggere il gioco in quel trio. Non è spettacolare come Fazzini, non ha la lettura del gioco di Arcobello, ma sa dove stare e fare un gioco fisico e d’appoggio ideale e senza fronzoli per i suoi compagni. Domenica è stato pure premiato con il gol d’apertura con un tocco di furbizia e con l’intelligente assist per il capitano sul gol che ha chiuso la partita. Chi lavora in silenzio viene sempre riconosciuto.


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