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Interviste

Hedlund: “A Rapperswil l’asticella si è alzata, lavoriamo ogni giorno per questo”

Il coach dei sangallesi ha anche parlato del figlio William: “Non riesco a vederlo tanto come vorrei, ma riguardo le sue partite in televisione. Se vorrei allenarlo? No, i miei figli non saranno mai miei giocatori”

RAPPERSWIL – Il Rapperswil è stata la sorpresa in positivo degli ultimi due anni. Il 48enne tecnico svedese Stefan Hedlund, alla sua terza stagione alla guida dei sangallesi, è pronto per una nuova sfida.

Coach Hedlund, sei soddisfatto delle prime sedute di allenamento e della prima partita di preparazione vinta contro il Bienne con il punteggio di 2-1?
“Sì, sono molto felice di questo inizio, anche i nuovi arrivati hanno mostrato grande carattere e un’ottima attitudine. Le prime due settimane le abbiamo improntate sulla durezza e contro il Bienne la nostra velocità ne ha un po’ risentito, nel complesso eravamo un po’ lenti e lontani dal disputare una partita perfetta. Ho visto cose che mi sono piaciute, ma anche parecchie da migliorare”.

Cosa ci si può aspettare dai vostri due nuovi stranieri Victor Rask e Brett Connolly?
“Rask ha una grande esperienza maturata in NHL dove è stato anche assistente capitano. È molto forte con il disco sul bastone, è bravo agli ingaggi, ha un buon senso del gioco, lo sa leggere bene ed è furbo. Connolly è un giocatore fisico, porta molto carattere, un ottimo tiratore destro e anche lui ha molta esperienza in NHL. Entrambi ci porteranno molti benefici”.

Nella scorsa stagione avete quasi subito perso a causa di un infortunio alla spalla l’attaccante Nicklas Jensen, è recuperato al 100%?
“Sta benissimo, avrebbe anche potuto disputare i playoff nello scorso campionato e ha partecipato ai Mondiali con la sua nazionale. È in sostanza una sorta di nuovo giocatore per noi. Già contro il Bienne con la sua velocità e forza fisica ha dimostrato le sue qualità. Attorno alla porta avversaria contro rivali forti e in partite combattute lui e Connolly saranno utilissimi”.

Nelle prime due stagioni con te al timone avete raggiunto la qualificazione alla CHL, ti sei accorto che le aspettative dei tifosi e più in generale dell’ambiente sono cresciute? Senti maggiore pressione?
“Certamente. Io amo i nostri tifosi e ci sta che le loro aspettative aumentino, è giusto così. Ogni membro del club lavora ogni giorno il più duramente possibile per cercare di accontentare i fans e le loro attese. È il nostro lavoro. Come club, come squadra, stiamo andando nella giusta direzione, gli ultimi due campionati ci hanno appunto visto nei piani alti della classifica, sono dunque consapevole che l’asticella si sia alzata”.

Quali sono gli obiettivi per la stagione imminente?
“In campionato vogliamo raggiungere i playoff, in Champions Hockey League vogliamo superare la prima fase, ma sarà difficile: ci sono tre squadre che hanno vinto il titolo nel nostro gruppo, sarà dunque una grande sfida per noi”.

Avete perso un paio di giocatori emblematici, dei leader con grande esperienza e assai amati dalla piazza, penso a Profico, Rowe e anche a Sataric. Non temi che la loro assenza possa farsi sentire?
“Sono grandi giocatori, leader e persone, hanno trascorso tanti anni nella nostra organizzazione e hanno tutto il mio rispetto, ma li abbiamo sostituiti facendo uno scouting molto attento e scrupoloso. Sappiamo di aver ingaggiato gente con un ottimo carattere e con la mentalità giusta, non abbiamo quindi paura di aver perso personalità all’interno del gruppo. Ragazzi come ad esempio Tim Grossniklaus sono dei grandi lavoratori, spero quindi che tutto vada nel verso giusto”.

Cosa puoi dirci del giovane Jonas Taibel?
“È molto bravo, oltre a ciò è tanto maturo e professionale per la sua giovane età, ha svolto in passato il ruolo di capitano in Nazionale. Lavora duro, è dotato di buon talento, sarà un ottimo giocatore per noi in ottica futura. Lo stesso vale anche per Mats Alge, ha davanti a sé un futuro luminoso, pure lui è membro della Nazionale giovanile. È bello vedere come questi ragazzi entrino nello spogliatoio e cercano di osservare i comportamenti dei compagni più esperti e imparare da loro”.

Restando in tema giovani… Non deve essere facile seguire tuo figlio William. Spesso le sue partite con i Rockets si sovrappongono alle tue…
“Si è davvero dura. In quanto a famiglia non riusciamo a vederlo così tanto come vorremmo, ci manca il tempo. Abbiamo altri due figli, loro abitano ancora con noi e giocano qui a Rapperswil quindi è più facile seguirli, mentre William è rimasto un po’ indietro per così dire. Perlomeno la maggior parte delle sue partite sono registrate e quindi posso riguardarlo in differita alla televisione. Comunque appunto, ora lui ha 21 anni e cammina con le sue gambe, la vita da hockeista è così”.

Un’ultima curiosità ce la devi togliere, potresti in qualità di coach immaginarti di avere William alle tue dipendenze o sarebbe troppo difficoltoso?
“Siamo furbi. Ne ho parlato con il nostro direttore sportivo Steinmann e i miei figli lo sanno. William e i suoi fratelli non saranno mai miei giocatori, non sarebbe una buona cosa, in nessun caso. Ci sarebbero sempre speculazioni su presunti benefici e altro ancora. Purtroppo il mio secondogenito Lucas attualmente milita negli U20 del Rapperswil, ma se un giorno dovesse diventare professionista giocherà da un’altra parte, rispettivamente non certo sotto la mia direzione. Insomma auguro ai miei figli tanta fortuna, ma devono camminare con le loro gambe”.

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