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Il Lugano gioca e diverte ma la vittoria va al Ginevra

I bianconeri possono recriminare sulle tante occasioni scialacquate e dei dettagli da rivedere. Non è bastato un grande primo tempo, il Ginevra vince all’overtime

Il Lugano gioca e diverte ma la vittoria va al Ginevra

LUGANO – GINEVRA

1-2

(1-0, 0-1, 0-0; 0-1)

Reti: 2’19 Romanenghi (Suri, Riva) 1-0, 38’43 Wick (Rod, Maurer) 1-1, 63’30 Fehr (Douay, Jacquemet) 1-2

Note: Corner Arena, 5’589 spettatori. Arbitri Wiegand, Urban; Kaderli, Altmann
Penalità: Lugano 2×2′, Ginevra 2×2′

LUGANO – Quando Eric Fehr alza il bastone in segno di vittoria dopo la rete del decisivo 1-2 all’overtime, quel sentore di beffa che si aggirava nell’aria si è concretizzato come una grossa nube dentro la Cornèr Arena.

Su una questione di centimetri il Ginevra si è preso il punto supplementare dopo che un lancio di Romanenghi non ha trovato per un solo capello la paletta di Fazzini, a quel punto lanciato tutto solo verso Descloux.

Ma non è l’overtime che lascia la vera amarezza del solo punto conquistato, perché i bianconeri avrebbero dovuto e potuto strappare la posta piena da un incontro che avevano iniziato a mille allora e terminato con numerose occasioni per la rete risolutrice.

Un primo tempo chiuso solo sull’1-0, ma nel quale i bianconeri hanno spesso devastato la zona difensiva degli ospiti, tenuti in piedi da Descloux e dalla mira storta degli attaccanti di casa.

Solo 1-0, sì, perché la rete di Romanenghi dopo due minuti abbondanti di gioco non poteva certo bastare visto la mole di occasioni create, conquistandosi pure applausi a scena aperta da una Cornèr Arena a tratti entusiasta di quello che vedeva in pista, roba che era ormai nei ricordi di diverse stagioni fa.

E quella unica rete doveva però risuonare come un campanellino, perché del Ginevra non ci si può mai fidare, capace di subire il gioco e di non affondare, speculando sulle parate dio Descloux e sul contenimento puro.

Un Ginevra capace di tenere fino a quando il Lugano doveva abbattere la lama del colpo da KO, un maledetto power play che invece si è ritorto contro come successo varie volte in passato. I bianconeri dal retaggio delle vecchie stagioni deve imparare a staccarsi piano piano e purtroppo qualche coccio nella scia della sua crescita rimane ancora tra i piedi.

Tra le trame di una superiorità che viaggia a singhiozzo c’è ancora spazio per errori di posizionamento e incomprensioni, come quella che ha dato il via all’azione che ha portato all’1-1 di Wick. La rete del numero 16 è stata la boccata d’ossigeno in extremis che ha permesso al Ginevra di ricominciare a stare a galla e prendere più confidenza con la zona offensiva del ghiaccio, riequilibrando almeno per qualche frangente una sfida che era stata in mano al Lugano per almeno due terzi.

I bianconeri anche nel terzo tempo hanno mostrato qua e là ancora dei piccoli passaggi a vuoto, non gravissimi per contro, ma sono bastati perché Wingels e compagni riguadagnassero metri di cambio in cambio, per farsi rivedere dalle parti di Zurkirchen e provare ad assestare il colpaccio.

Un colpaccio arrivato solo al 63′, ma che per il Lugano è sinonimo di due punti persi. La partita nel suo complesso è stata dominata dai bianconeri, ma a pesare è stato soprattutto quel primo tempo avaro di reti, venti minuti in cui i ticinesi avrebbero dovuto già scavare un solco in virtù delle occasioni create.

Anche questo fa parte del processo di crescita del Lugano, a fronte di un primo tempo a tratti entusiasmante, gli uomini di Kapanen non sono riusciti a dare continuità alla manovra come invece era riuscito meglio contro il Berna, pagando poi dazio anche per le occasioni mancate.

Questo non deve essere visto come un passo indietro ma fa parte di quelle “oscillazioni” prevedibili per una squadra in piena metamorfosi come il Lugano e, anzi, quello che i bianconeri hanno mostrato per lunghi tratti sul piano del gioco e della determinazione va preso per continuare a crescere.

È vero, i due punti persi lasciano un sentore di amarezza, ma ancora una volta il Lugano ha mostrato di essere sul pezzo. Dovrà trovare continuità e concretezza, ma se continuerà a giocare come fatto nel primo tempo i punti pesanti non tarderanno ad arrivare, a patto di non farsi prendere dalla foga e dalla smania di fare bene.

Il Lugano comunque c’è e spesso convince, questo è il segnale più importante per una squadra che non vuole fermare la sua crescita.


IL PROTAGONISTA

Gauthier Descloux: Il portiere granata è stato l’arma in più del Ginevra quando era imperativo per gli uomini di Emond evitare di affondare.

Nel solo primo periodo l’ex biancoblù ha fermato ben 17 tiri arrivatigli da ogni posizione e nel terzo periodo ha compiuto altri interventi provvidenziali a difesa dei punti conquistati dal Ginevra, uscendosene con un 97,1% di parate. Se si punta a un sistema di gioco speculativo, un portiere che sappia reggere a certe pressioni è d’obbligo.


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