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Lugano

L’orgoglio del Lugano non basta contro il mestiere dei Lions

LUGANO – ZSC LIONS

2-3

(1-1, 1-1, 0-0; 0-1)

Reti: 3’02 Schäppi 0-1, 19’35 Filppula (Furrer, Klasen) 1-1, 25’48 Martensson (Brunner, Klasen) 2-1, 36’15 Shannon (Neuenschwander, Bärtschi) 2-2, 62’39 Keller (Trachsler) 2-3

Note: PostFinance Arena, 15’801 spettatori. Arbitri Mollard, Vinnerborg; Abegglen, Kaderli
Penalità: Berna 4×2′, Lugano 4×2′ + 1×10′ (Vauclair)

LUGANO – Il duro week end del Lugano ha portato un solo punto in casa bianconera, cosa che alla fine più conta, ma almeno contro lo ZSC Lions si è rivista una squadra vogliosa di vincere e di imporre il proprio gioco.

Confermando la formazione sconfitta alla Postfinance Arena, Patrick Fischer ha voluto affrontare i Lions di Crawford a viso aperto, ossia con il ritmo che deve far parte del DNA di questo Lugano. I bianconeri l’hanno fatto, giocando con grande intensità per 60’ (anzi, 64’…) mettendo spesso e volentieri uno ZSC alle corde e costringendolo spesso all’errore in uscita dal terzo grazie a un ottimo fore checking.

Purtroppo Chiesa e compagni – privi dell’acciaccato Hirschi – non hanno saputo approfittare appieno dei propri sforzi e degli errori zurighesi, dovendo sudare le sette proverbiali camicie per segnare due reti agli ospiti. Il primo tempo, chiuso sull’1-1, ha visto il Lugano andare sotto al primo errore individuale – grave oltretutto – di Brunner per la rete di Schäppi, con il top scorer che è rimasto relegato in panchina per il resto del primo periodo tranne che per il power play.

E proprio in superiorità numerica, quasi allo scadere del tempo, Filppula ha premiato gli sforzi suoi e dei compagni, infilando in mischia il disco per un risultato che stava stretto ai bianconeri, più attivi sul fronte offensivo del proprio avversario. È stata proprio l’efficienza offensiva a caratterizzare il secondo periodo – e diciamolo, l’intero incontro – quando ai bianconeri sono state necessarie sei o sette occasioni per vedere l’ottimo Schlegel capitolare, peraltro con la prima rete stagionale di Martensson, al termine di una spettacolare azione costruita da Klasen e Brunner.

La maestria dei navigati zurighesi ha però colpito di nuovo dopo alcuni power play non sfruttati dalle due contendenti, e dopo un errore di Reuille in liberazione del terzo, Shannon ha fulminato Merzlikins con freddezza e grande tecnica, riportando in parità la contesa. Risultato di parità protrattosi fino all’overtime, dopo un terzo tempo fattosi vieppiù divertente nei minuti finali – un po’ meno per i coach – con diversi “up and down” e soprattutto una rete annullata a Martensson per aver colpito il disco con la mano, seppur involontariamente. E allora nel supplementare il cinismo dei Lions ha colpito inesorabilmente, sfruttando di nuovo un turn over bianconero in zona neutra, permettendo a Keller di mettere fine alla sfida.

È stata una buonissima partita quella giocata dai bianconeri, con l’intensità e il ritmo che ci si aspetta, affrontando un solidissimo ZSC a viso aperto, con coraggio e orgoglio, e con la voglia di imporre il proprio gioco. Purtroppo però a fare la differenza sono stati gli errori individuali commessi da Brunner e Reuille, che perdendo dischi in zone caldissime hanno permesso agli ospiti di mettere in mostra il proprio mestiere.

Sul piano del gioco di squadra è stato un bel passo avanti, ma per i Lions approfittare di certi errori è stato sin troppo facile. Matthews – un vero e proprio fenomeno fuori quota – e compagnia ha subito per lunghi tratti la spinta del Lugano, ma hanno potuto difendersi per le parate di Schlegel e per l’imperizia bianconera sotto porta.

Al Lugano, non è una novità manca l’apporto dei tenori, anche se per un Pettersson sempre onnipresente e instancabile c’è un Filppula in ripresa, mentre Martensson e Klasen marcano ancora presenza. Il numero 86 soffre la mancanza della rete, che sta forse diventando un’ossessione, mentre per il centro non inganni la rete, la sua è stata ancora una partita piatta e anonima, seppure in ripresa di condizione fisica.

Il momento “così” di alcuni uomini è da vedere anche nella prova di Brunner, “castigato” dopo il primo errore e protagonista in negativo anche sul game winning gol, e per essere grande squadra, il Lugano ha bisogno che questi giocatori portino sicurezze. A destare un’ottima impressione è stata la linea di Morini – finalmente nel suo ruolo naturale – che ha portato tanta intensità e fore checking intelligente, sfiorando anche la rete in diverse occasioni e sfruttata da Fischer per un alto minutaggio.

La classifica si fa difficile, anche se ancora cortissima, ma certo è che oltre al miglioramento visto sabato sera, e la conferma che il gruppo è presente e ha voglia di uscirne, ora è forse il momento di cominciare a fare punti.

fattore2LA DISCIPLINA: Gli errori in zone calde dei portatori del disco bianconeri hanno favorito le tre reti dello ZSC, mostrando il cinismo e la pazienza degli uomini di Crawford.

Anche gli ospiti hanno fatto diversi errori in uscita dal terzo, ma la differenza è stata nell’incapacità del Lugano di sfruttarli e nella capacità della squadra zurighese di porvi rimedio con esperienza e grande calma.

La disciplina individuale fa ancora la differenza tra il Lugano e le grandi squadre.

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