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Interviste

Ireland: “Siamo al meglio quando il gioco si fa fisico, tutti contribuiscono al successo”

Il coach bianconero è soddisfatto della prova di Gara 1: “Mi aspetto un Friborgo più fisico martedì sera, ma la nostra squadra è pronta a giocare anche sette partite in questa maniera”

LUGANO – Le note positive in casa bianconera di sicuro non mancano dopo aver conquistato Gara 1. Protagonista della serata è stato sicuramente Gregory Hofmann con la sua tripletta, ma Greg Ireland ha avuto risposte positive pure dal boxplay e da giovani come Loic Vedova e Matteo Romanenghi, che hanno saputo aumentare il livello del loro gioco.

“Sì, concordo con tutti questi punti”, ci confida proprio l’allenatore bianconero. “Penso che in generale come squadra, soprattutto nel primo e nel terzo periodo, siamo stati molto bravi nel seguire il nostro piano. Nel secondo tempo ci siamo un po’ lasciati andare, in parte anche perché abbiamo dovuto neutralizzare qualche penalità in più, ma non eravamo più nel nostro sistema e abbiamo perso un po’ di compattezza, ma d’altra parte non abbiamo concesso grandi occasioni e il nostro boxplay ha svolto un grande lavoro. Fisicamente i nostri ragazzi erano presenti, giochiamo bene quando il gioco si fa fisico e abbiamo messo in pista una buona energia”.

Il Lugano ha sempre avuto il controllo della partita e non si è mai avuta davvero la sensazione che potesse perderla. Il punteggio finale di 6-2 parla chiaro e anzi, forse tra la quarta e la quinta forza della regular season, ci si sarebbe potuto aspettare maggiore equilibrio.

“Non posso commentare troppo l’avversario, mi sono focalizzato molto sulla nostra squadra, concentrandomi su chi era presente in pista. Ho anche guardato un po’ di più il video per fare degli aggiustamenti tra un periodo e l’altro”.

Oltre alla tripletta di Hofmann, pure Maxim Lapierre si è messo in evidenza, sfornando una prestazione di grande sostanza, condita da un gol e due assist. Prima linea quindi sugli scudi, ma Greg Ireland è rimasto soddisfatto da tutta la sua squadra.

“Mi sono piaciute tutte le nostre linee. La prima naturalmente ha giocato bene, spostando Lapierre all’ala avevamo due giocatori grandi e possenti insieme ad uno velocissimo. Ma ha fatto bene anche la linea composta da Vedova, Morini e Bertaggia, con quest’ultimo che in Gara 1 è stato il compagno di squadra perfetto. Bertaggia le ultime partite, da quando è tornato in formazione, ha fatto molto bene, giocando duro. Poi abbiamo la linea Sannitz, Walker e Reuille contro cui è molto difficile giocare. Penso che sabato sera tutti i nostri blocchi abbiano contribuito al successo, ma ci sono anche aspetti su cui dobbiamo lavorare e migliorarci. Sono cose che analizzeremo e su cui torneremo già domenica”.

Nel pre-partita ha destato abbastanza scalpore la decisione dell’allenatore bianconero di mandare in tribuna Linus Klasen a favore di un quartetto di stranieri che presentava due difensori.

“È una decisione dura da prendere. Togliere Etem e soprattutto Klasen dal lineup è difficile perché rappresenta una grande parte del nostro club, ed è uno dei migliori giocatori della lega. Quando però si perde un difensore come Chiesa, ci serve uno straniero in più in retrovia. È positivo avere questa profondità, i playoff sono una lunga corsa, quando sei fuori devi essere pronto ad entrare e dare il tuo contributo”.

Un credo molto radicato nei playoff è quello di non esaltarsi troppo per una vittoria e di non scoraggiarsi troppo per una sconfitta. Sarebbe infatti inopportuno e pericoloso adagiarsi sulla convinzione che tutta la serie continuerà sugli stessi binari di Gara 1.

“Sicuramente loro faranno degli aggiustamenti nel gioco, me li aspetto fisici e pieni di emozioni. Come però già detto, i nostri ragazzi hanno la dedizione per giocare sette partite e questo mi piace. Per quanto riguarda il sistema dovremo prestare attenzione ad alcuni dettagli, ma abbiamo fatto un buon lavoro un tutte le zone, anche se non siamo ancora completamente lì dove vogliamo essere”.

Uno degli highlight della partita è stato sicuramente lo spettacolare assist di Ryan Johnston per il momentaneo 2-0. Arrivato tra molti dubbi, il piccolo difensore canadese sta continuando a sorprendere e potrebbe non essere così semplice decidere di mandarlo in sovrannumero per le prossime partite.

“Dipende dalla profondità della nostra difesa, per esempio mi ha fatto piacere vedere Ulmer aumentare il livello del suo gioco, sta migliorando di partita in partita da quando è tornato. Johnston ha giocato bene, ha fatto un buon lavoro per noi. Queste sono le decisioni difficili da prendere, è dura guardare in faccia ad un buon giocatore, ad un buon compagno di squadra, e dirgli che non giocherà, e questo per nessun’altra ragione se non per il fatto che sono ammessi solamente quattro stranieri. La situazione però è questa, c’è una sana concorrenza e per noi è un aiuto”.

Sabato sera per la prima volta si è visto Maxim Lapierre con la C di capitano sul petto. Una decisione logica, come ci spiega ancora Greg Ireland.

“A dire il vero con l’infortunio di Chiesa toccherebbe a Julien Vauclair, lui e Lapierre per tutta la stagione sono stati nel team dei capitani quindi è ovvio che la C ricada su uno di loro due. Dato che Vauclair è out, è toccato a Lapierre e penso che sabato sia stato un ottimo leader per noi. Nel team dei capitani adesso abbiamo aggiunto anche gente come Lajunen, Sannitz e anche Furrer torna a farne parte. È positivo che dei veterani possano occupare questi posti rimasti vacanti, ma in ogni caso tutti sono dei leader, indipendentemente dalle lettere sulle loro maglie. Per la leadership conta quello che c’è sotto”.

Nella presentazione della serie tra Lugano e Friborgo, spesso il discorso è caduto sui due portieri, Elvis Merzlikins e Barry Brust, i quali potrebbero fare la differenza per la loro squadra. Il primo round se lo è sicuramente aggiudicato l’estremo difensore bianconero, che ha trasmesso sicuramente più sicurezza che il suo collega canadese.

“Elvis è un ragazzo orgoglioso e affamato, penso che il suo gioco stia migliorando sempre di più e che Micheal Lawrence abbia fatto un ottimo lavoro con lui”, conclude l’allenatore del Lugano.

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