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Lugano

Il Lugano dà battaglia, rimonta e abbatte il Davos

I bianconeri vanno sotto di due reti ma riescono a rimontare. Con le doppiette di Carr e Josephs allungano la loro striscia positiva inseguendo il sesto posto

Il Lugano dà battaglia, rimonta e abbatte il Davos

LUGANO – DAVOS

6-4

(1-3, 3-0, 2-1)

Reti: 0’33 Stransky 0-1, 1’06 Morini (Boedker) 1-1, 9’55 Pospisil (Hammerer) 1-2, 18’50 Corvi 1-3, 26’20 Thürkauf (Bertaggia) 2-3, 30’47 Carr (Arcobello) 3-3, 38’19 Josephs (Arcobello) 4-3, 42’42 Josephs 5-3, 51’17 Carr (Josephs) 6-3, 53’38 Simic (Rasmussen) 6-4

Note: Corner Arena, 4’634 spettatori
Arbitri: Dipietro, Kaukokari; Wolf, Kehrli
Penalità: Lugano 9×2′, Davos 5×2′

Assenti: annick Herren (infortunato), Leland IrvingLibor HudacekMatteo Nodari (sovrannumero), Davide FadaniEvan TschumiNicolò UgazziJari NäserAlessandro VillaRiccardo Werder (Rockets)

LUGANO – L’hockey è uno sport che è fatto in parte di emozioni, queste possono determinare l’esito delle partite a seconda di come in pista vengono gestite nei momenti che contano.

Chissà quanto hanno contato quei tre minuti abbondanti in tre contro cinque dove il Lugano – con la panchina lontana oltretutto – ha stretto i denti, preso colpi, bloccato dischi e gettato ogni goccia di sudore sul ghiaccio, ad immagine di un Wolf che quando è andato al cambio era al limite dello svenimento.

È vero che in quel momento il Lugano aveva comunque trovato la forza di rientrare dall’1-3 del primo tempo al 3-3, ma una (o due) reti del Davos in quel momento avrebbero potuto pesare come enormi macigni sull’economia di una partita dura e combattuta che sarebbe ancora potuta finire su qualsiasi lato.

Da lì invece i ragazzi di McSorley – che ha schierato ancora la stessa formazione delle ultime uscite – si è caricata ulteriormente, ha annullato il più possibile gli attacchi di un Davos non sempre presente ma che quando partiva lo faceva per vie centralissime.

È stato quello in fondo il problema principale dei bianconeri nel primo periodo, venti minuti strani, nei quali Müller e compagni hanno condotto il gioco anche i maniera molto convincente soprattutto nei primi dieci minuti, ma alla fine sono usciti sotto di due reti. La doccia fredda del gol di Stransky visto solo in un secondo momento al video non aveva scomposto la squadra, capace di pareggiare immediatamente con Morini dopo una bella azione di Boedker, ma due errori successivi hanno spostato la partita dalla parte grigionese.

La consapevolezza che il Lugano potesse rientrare c’era tutta comunque, gli ospiti non sembravano affatto impenetrabili, anzi, in difesa hanno ballato parecchio e quando nel secondo periodo Carr e Josephs sono saliti in cattedra (con il numero 19 spostato al posto di Fazzini in prima linea) i gialloblù hanno dovuto cedere.

E poi quei famosi tre minuti in doppia inferiorità numerica – più un altro paio in box play singolo – causati anche da ingenuità bianconere ma poi pesati paradossalmente di più sulle spalle del Davos. Va detto che se il terzetto in pista in quel frangente (Wolf, Müller e Carr) hanno svolto un lavoro incredibile, Wohlwend non é stato altrettanto furbo, evitando di cambiare i propri cinque uomini nonostante la panchina vicina, dovendosi arrendere a un box play, quello bianconero, che non subisce reti da ben trenta situazioni di inferiorità!

Nel terzo periodo i bianconeri hanno poi imposto la loro autorità, fisicamente presenti e sempre pesanti su una squadra avversaria che di chilogrammi (o quintali) è ben messa, accerchiando al meglio anche lo spauracchio Stransky, annullato a diverse riprese a differenza del primo periodo, quando il ceco ha trovato fin troppo spazio per spadroneggiare con la sua incredibile forza fisica e il pattinaggio veloce.

Una partita ricca di emozioni, dura e per diversi frangenti con un ambiente – sul ghiaccio almeno – da playoff, condotta ancora una volta male, va detto, da un quartetto arbitrale che non ha mai fatto nulla per far capire la propria linea, mancando anche diverse chiamate di offside e icing piuttosto evidenti sui due fronti.

Chris McSorley insomma è un coach felice in questo periodo, la sua squadra va avanti nel bel periodo continuando la scalata alla ricerca dei primi sei posti e soprattutto risponde sempre presente alle sollecitazioni del coach. Il canadese ha trovato una mossa che si è rivelata decisiva durante il match, scambiando di posto un Fazzini pasticcione e fumoso con il concreto ed esplosivo Josephs, e il numero 19 lo ha ripagato decidendo la sfida con le sue reti e una prestazione a tutta pista che ha rivitalizzato l’intero blocco.

Di cose da aggiustare il Lugano ne continua ad avere, ci mancherebbe che tutto sia perfetto ad oggi, ma intanto la struttura che cresce garantisce già la solidità per potersi permettere di vincere anche partite come queste, a differenza di quel periodo che una o due reti di scarto piovevano già come delle sentenze.

No, oggi il Lugano è una squadra che per lotta, carattere e spirito di gruppo è sempre più rassomigliante al suo coach, e poco di certo non è.


IL PROTAGONISTA

Troy Josephs: L’attaccante venuto da Visp sta dimostrando di meritarsi tutta la fiducia che lo staff ha riposto in lui, ripagandolo non solo con le reti (bella doppietta contro il Davos) ma anche un lavoro a tutta pista che al momento solo lui sa garantire, rivelandosi fondamentale per gli equilibri della squadra. Tanto che McSorley lo ha piazzato in prima linea al posto di Fazzini per rivitalizzare il gioco e lui ha risposto con due reti e un assist per la sesta rete di Carr e il solito grandissimo lavoro alle assi e nello slot.


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HIGHLIGHTS

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