SCORE: A HOCKEY MUSICAL
Regia: Michael McGowan
Anno: 2010
Attori principali:
John McDermott, Noah Reid, Hawksley Workman
Durata: 93 min.
Lingua: inglese
L’estate è sempre un periodo particolare per gli appassionati di hockey che, nonostante le notizie di mercato e a qualche discussione in merito alla prossima stagione, finiscono inevitabilmente per sentire la mancanza del loro sport preferito.
Su HSHS cercheremo nel mese di luglio di ingannare l’attesa proponendovi una serie di articoli dedicati ad alcuni interessanti film e documentari a tema hockeyistico. Il nostro consiglio è naturalmente quello di andare poi a gustarsi il tutto in prima persona!
L’hockey è uno sport che si presta bene alla trasposizione cinematografica, sebbene non sia stato sfruttato molto in passato: veloce, violento, emozionante, con una storia ricca di avvenimenti che valgano la pena di essere tramandati.
Ci sono stati diversi approcci di stile e di genere, dalla commedia al dramma, ma nessuno aveva mai provato ad unirlo al Musical. Questo almeno fino al 2010, quando uscì “Score: A Hockey Musical”.
Il diciassettenne Farley Gordon (interpretato da Noah Reid) non ha mai frequentato una scuola perché i suoi genitori hanno pensato di potergli fornire loro stessi la migliore istruzione che potesse mai avere. Gli hanno insegnato ad amare la letteratura e l’arte, trascurando lo sport e lo svago.
Da buon canadese però, Farley si diverte a giocare ad hockey con alcuni amici su una pista all’aperto. Un giorno viene notato dal proprietario della squadra giovanile locale dei “Blades” che ne intuisce il talento e decide di dargli una possibilità. I suoi genitori non approvano questa sua scelta e sono molto reticenti a dargli una possibilità, anche perché non ha mai giocato ad hockey a livello competitivo. Farley decide però di provarci ugualmente.
Viene accolto con molto scetticismo dai compagni di squadra e dall’allenatore, ma in poco tempo dimostra la sua grande abilità sui pattini, tanto che l’intera nazione inizia ad interessarsi a lui.
Farley gioca un hockey molto spettacolare, ma disdegna la parte fisica e violenta di questo sport, che rifiuta categoricamente di includere nel suo gioco. Quando durante una partita si butta a terra invece di combattere contro un avversario che lo sta sfidando, l’opinione che la gente ha di lui cambia drasticamente: da fenomeno venerato da fan e media, diventa un vigliacco che non sa affrontare una rissa di gioco.
Tutti sembrano avergli voltalo le spalle oramai, eccetto la sua amica d’infanzia Eve (Allie MacDonald) che lo supporta sempre nelle sue scelte. Farley però riesce a litigare pure con lei dopo che si è ingelosito per averla vista con Marco (Gianpaolo Ventura), un musicista con cui ultimamente aveva passato un po’ troppo tempo.
Solo, perduto ed abbattuto, Farley dovrà trovare un modo per giocare lo sport che ama senza dimenticare la sua ideologia da pacifista.
Presentato in anteprima il 9 settembre 2010 al Toronto International Film Festival, “Score: A Hockey Musical” è stato rilasciato in Canada il 22 ottobre dello stesso anno. Le poche recensioni sono generalmente positive, mentre il pubblico sembra avere più difficoltà ad apprezzarlo (su imdb.com attualmente ha una media voto di 4.8/10).
Nel film la mamma di Farley è interpretata da Olivia Newton-John (diventata celebre grazie al suo iconico ruolo in “Grease”), mentre tra il pubblico presente alle partite si riconosce a più riprese la cantante canadese Nelly Furtado. Vanno poi segnalate le apparizioni di Theo Fleury e Walter Gretzky, padre del ben più famoso Wayne.
“Score: A Hockey Musical” nasce da un’idea piuttosto bizzarra di combinare il musical con l’hockey su ghiaccio. Un’idea che ha fatto storcere il naso ai puristi di questo sport, ma che in realtà ha dato vita ad un film più che discreto.
Gli attori offrono buone interpretazioni ed i personaggi sono ben caratterizzati. La sceneggiatura ed il montaggio hanno un buon ritmo e fanno progredire il film senza dilungarsi troppo. Inoltre ci sono numerose scene divertenti che susciteranno più di una risata.
Quello che paradossalmente funziona meno nel film sono proprio le canzoni. Molte di queste sono dimenticabili e non danno l’impressione di aggiungere un granché al film rispetto ad un normale dialogo. Inoltre non tutti gli attori sono dei cantanti provetti e la maggior parte delle sequenze non vanta una bella coreografia. Anzi, in molti di questi numeri gli interpreti semplicemente cantano al posto di parlare, quando in realtà sarebbe stato meglio sviluppare un vero e proprio numero da musical.
In questo senso le scene più riuscite sono quelle che hanno luogo sul ghiaccio con i compagni di squadra di Farley, che ballano ed animano le inquadrature. È anche molto ben riuscito il gran finale che, grazie alla sua canzone, risuonerà nelle orecchie dello spettatore per lungo tempo.
Al termine si ha quasi la sensazione che il regista Michael McGowan abbia avuto un po’ di timore del genere da lui scelto e quindi abbia deciso di non abbracciarlo completamente.
Una volta che ci si è abituati all’idea che sta alla base del film, si scopre una pellicola divertente e ben realizzata. Sebbene possa essere considerato incompiuto come musical e atipico come film di hockey, ve ne consigliamo comunque la visione perché non mancherà di divertire ed intrattenere.
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