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Lugano

Cala il buio sul Lugano, il Ginevra passa alla Cornèr Arena per 4-1

I bianconeri incappano nella quarta sconfitta in cinque partite chiudendo a secco il week end. La squadra di McSorley è apparsa molto vulnerabile e priva di idee

Cala il buio sul Lugano, il Ginevra passa alla Cornèr Arena per 4-1

LUGANO – GINEVRA

1-4

(0-2, 0-2, 1-0)

Reti: 2’23 Filppula (Le Coultre, Völlmin) 0-1, 8’28 Vermin (Moy, Völlmin) 0-2, 32’51 Riat (Le Coultre, Völlmin) 0-3, 37’18 Jooris (Vermin, Tömmernes) 0-4, 55’22 Morini (Herburger, Wolf) 1-4

Note: Corner Arena, 5’363 spettatori
Arbitri: Tscherrig, Salonen; Schlegel, Stalder
Penalità: Lugano 4×2′, Ginevra 5×2′

Assenti: Romain LoeffelDaniel CarrNiklas SchlegelThibault FattonSamuel Guerra (infortunati), Mikkel Boedker (sovrannumero), Nicolò UgazziRiccardo WerderJari NäserEvan Tschumi (Rockets)

LUGANO – È notte fonda sulla Cornèr Arena, e non solo per l’ora tarda, ma soprattutto per quello che il Lugano ha proposto nella sfida contro il Ginevra. Andiamo subito al sodo senza girarci troppo attorno: quella di sbatao sera contro i granata è stata la peggiore prova stagionale dei bianconeri, a tutti gli effetti e a ogni livello.

Si sapeva e si era messo in conto che durante questa stagione la squadra di McSorley avrebbe incontrato delle difficoltà nella sua ricerca degli equilibri, ma proponendo delle partite del genere quando siamo quasi a metà della regular season qualche domanda e più di un dubbio vengono senza dubbio a galla.

Prima di tutto ci chiede dove sia finito quel Lugano, tutt’altro che perfetto sia chiaro, ma che ad inizio stagione riusciva perlomeno a dare parvenza di voler giocare da squadra e cercare di inserire le nuove idee, lottando spesso fino all’ultimo anche nelle partite più complicate.

L’impressione è che la giustificazione delle assenze (che era assolutamente legittima, chiariamo) ora rientrata abbia fatto magari inconsciamente “sedere”’parte della squadra o l’abbia addirittura scaricata, perché è paradossale che proprio dal momento dei vari rientri importanti la squadra bianconera abbia iniziato a singhiozzare in maniera più marcata.

Ed è anche visibile sul ghiaccio come il Lugano sembri inchiodato con i pattini senza riuscire a sormontare la miglior brillantezza avversaria, tanto che pure una squadra in crisi come il Ginevra è parsa in confronto ai padroni di casa in forma e pimpante.

Sin da subito si è capito che la musica non era molto diversa da quella sentita a Bienne, con Arcobello e compagni a inseguire il portatore del disco – ci fosse una statistica sul possesso sarebbe alquanto significativa – e a trovarsi quasi sempre fuori tempo e logicamente fuori posizione, con lo slot aperto come una prateria, con Filppula e banda bravi ad approfittare della scarsa protezione promossa su Leland Irving.

Un altro aspetto riguarda quello delle idee, individuali e collettive. Per il 90% della partita il Lugano si è appoggiato alle entrate nel terzo con il disco nell’angolo e inseguito vanamente, a causa del buon gioco degli ospiti, ma era palese come ai bianconeri mancasse la soluzione alternativa.

Anche in questa statistica sulle entrate nel terzo la squadra di McSorley ha fatto un brutto balzo all’indietro, risultando una delle migliori fino a inizio ottobre per poi trovarsi tra le peggiori in questo momento, ma non occorre consultare la carta per capirlo. La rivoluzione ai blocchi apportata nelle scorse settimane dal coach ha trovato solo una soluzione buona con il blocco di Thürkauf, ma con un Arcobello completamente spento è anche difficile costruire qualcosa attorno a quello che è il primo centro della squadra.

Di soluzioni ne sono state trovate ben poche anche in corsa, la panchina non ha mai dato l’impressione di poter cambiare le cose anche dopo la seconda rete del Ginevra, con un’impotenza generale di fronte a una squadra come il Ginevra – che ricordiamo aveva perso 7 delle ultime 9 partite – e alla fine è stata portata a termine una partita che il Lugano mai ha dato l’impressione di poter cambiare almeno minimamente.

Preoccupa la tenuta di una difesa che sempre a inizio campionato dava prove di solidità e robustezza, ma che ora continua a subire reti evitabili e troppo facili, dimenticando uomini nello slot e dischi vaganti davanti al portiere. Ma preoccupa di più la vulnerabilità che il Lugano ha mostrato in queste due partite del week end, una fragilità mentale, fisica e tattica a cui chi di dovere è chiamato a trovare soluzioni per rimettersi sulla via perduta.


IL PROTAGONISTA

Henrik Tömmernes: Non è ancora il Tömmernes della scorsa stagione, ma tra tutti gli stranieri del Ginevra rimane quello più importante per il gioco e gli equilibri tattici. Ancora una volta il confronto tra stranieri e leader è stato vinto dalla squadra avversaria del Lugano e lo svedese ha guidato i granata con impulsi continui e tanta leadership.


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HIGHLIGHTS

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