L’estate è sempre un periodo particolare per gli appassionati di hockey che, nonostante le notizie di mercato e a qualche discussione in merito alla prossima stagione, finiscono inevitabilmente per sentire la mancanza del loro sport preferito.

Su HSHS cercheremo nel mese di luglio di ingannare l’attesa proponendovi una serie di articoli dedicati ad alcuni interessanti film e documentari a tema hockeyistico. Il nostro consiglio è naturalmente quello di andare poi a gustarsi il tutto in prima persona!

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L’hockey su ghiaccio quando fu creato era praticato esclusivamente su corsi d’acqua ghiacciati e resistenti abbastanza da permettere ai giocatori di pattinarci sopra senza cadere nell’acqua gelata. La pratica di questo sport nella sua forma più pura e semplice è coltivata ancora oggi, sebbene l’hockey giocato su superfici create artificialmente sia molto più diffuso.

Attraverso la cornice del US Pond Hockey Championship che si tiene in inverno a Minneapolis in Minnesota, il documentario esplora la cultura e i temi dell’hockey giocato all’aperto.

Il torneo vede cento squadre composte da ex giocatori professionisti ed amatoriali contendersi la “Pala d’oro”, un premio tanto ambito quanto simbolo di questo hockey rudimentale. Il torneo si svolge su 25 piste all’aperto ricavate dalla superficie di un  lago ghiacciato. Il regolamento è notevolmente semplificato rispetto all’hockey classico e non sono ammessi contrasti, il tutto per prediligere il divertimento.

Il documentario segue il percorso nel torneo di due squadre in particolare: i “Federal League Allstar” guidati da Jeff Sorem e i “Sofa King Lazy” guidati dai fratelli Mark e Dave Miller (da notare i divertentissimi nomi di alcune squadre).

Nel corso del torneo lo spettatore impara qualcosa di più sulla cultura hockeyistica del Minnesota, dove il disco sul ghiaccio è lo sport più diffuso ed amato. Questo fatto fa un po’ sorridere se si pensa che la compagine di NHL dei Minnesota North Stars ha lasciato lo stato nel 1993 per trasferirsi a Dallas, un posto dove l’hockey non è proprio una tradizione, lasciandolo senza una squadra NHL fino all’esordio dei Wild nella stagione 2000/01.

Uno dei principali temi trattati dal film è la formazione sportiva dei giovani giocatori. Oggigiorno in Nord America sin dalle squadre giovanili i bambini vengono allenati con molta attenzione, gli vengono insegnate le regole, impartiti dei ruoli e dei modi di muoversi sul ghiaccio molto rigidi, tutto a discapito del divertimento che viene messo in secondo piano. I bambini competono sin da subito in campionati durante i quali riescono a giocare circa 20 minuti per partita, tempo insufficiente per acquisire la giusta dimestichezza con lo sport.

È in questo contesto che si colloca l’importanza delle partite all’aperto con gli amici. Su una pista all’aperto i bambini e i ragazzi sono liberi di giocare per ore, di esercitare il proprio tiro, di migliorare la loro tecnica di bastone e di pattinaggio senza neppure accorgersene perché si stanno semplicemente divertendo con i loro amici senza alcuna pressione aggiuntiva.

A sostegno dell’importanza delle partite tra amici sono state raccolte numerose testimonianze da campioni della NHL del presente e del passato; tutti hanno riconosciuto l’importanza capitale di quei momenti di gioco spensierato per la loro formazione. Tra le molte interviste vanno segnalate quelle di Wayne Gretzky, Sidney Crosby, Neal Broten e anche quella di pochi secondi dell’ex giocatore dell’Ambrì Piotta, Richard Park.

Il film si sofferma anche su alcuni giocatori di talento che per vari motivi (stazza fisica, opportunità mancate, competizione eccessiva) non hanno mai avuto una carriera sportiva professionistica. Questo gli ha però permesso di coltivare l’hockey esclusivamente come passione ed il risultato è particolarmente evidente nel corso della finale del torneo; sebbene la posta in gioco sia alta, i giocatori sembrano sempre rilassati, a loro agio e non esitano a scherzare tra di loro.

“Pond Hockey” è un ritratto di questo sport nella sua forma più pura, così come è stato creato. È un racconto a tratti nostalgico da parte di persone diverse che hanno però in comune la passione per l’hockey.