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Ambrì Piotta

5 spunti dalle partite del weekend di Ambrì Piotta e Lugano

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


uno “Voglio diventar presto un Re”
Il ceco Dominik Kubalik ha vissuto un inizio di campionato semplicemente strepitoso, con in particolare la sfida di sabato sera a Davos che lo ha visto dominare il gioco ad un livello che da solo è valso il prezzo del biglietto. Attuale Top Scorer della lega, Kubalik è un ragazzo estremamente umile e alla mano, ma non ha mai nascosto di voler presto calcare palcoscenici ben più prestigiosi di quello della Valascia. “Ha tanta fame, vuole raggiungere i suoi sogni“, ci ha spiegato Cereda a fine partita, e per lui questo significa vestire presto la maglia dei Los Angeles Kings.

due Quando 1+1 fa davvero 2…
…ovvero, quest’anno l’Ambrì Piotta può contare sul serio su due portieri potenzialmente titolari, senza dover scendere a particolari compromessi quando coach Luca Cereda decide di mandare tra i pali uno piuttosto che l’altro. Conz si è comportato bene nella prima sfida contro lo Zugo – salvo forse sul gol di Martschini – mentre Manzato è stato calmo e solido nel match della Vaillant Arena. Insomma, per i biancoblù quest’anno la matematica tra i pali non fa più difetto, a disposizione ci sono due portieri di livello, con tutti i vantaggi del caso.

tre “Insert coin to play”
A volte ci si trova di fronte a giocate talmente particolari che ci si chiede se non siano uscite pari pari dalla PlayStation. È stata questa la sensazione provata nel veder segnare in successione Kubalik e Müller alla Vaillant Arena, con i biancoblù che nello spazio di due minuti hanno messo a segno dei gol davvero bellissimi. Dall’altra parte la console del Davos si deve invece essere inceppata, visto che i grigionesi hanno trovato pochi argomenti per contrastare gli ospiti in quel frangente. Del Curto ha chiamato il timeout ma senza troppo successo… Chissà, forse aveva finito i gettoni.

quattro Letture serali per centri e portieri
Il regolamento
è stato uno dei temi principi di queste prime partite di campionato, ed alcuni giocatori sembrano ancora avere delle difficoltà ad assimilare le novità applicate dagli arbitri. Questo è sicuramente il caso del centro biancoblù Jiri Novotny e del portiere del Davos, Anders Lindbäck, visto che entrambi hanno vissuto da questo punto di vista una serata complicata. Il ceco è infatti stato allontanato dagli ingaggi parecchie volte durante la partita, mentre lo svedese ha rimediato due minuti per aver trattenuto il disco senza essere sotto pressione. I due in questi giorni daranno sicuramente una seconda lettura al regolamento, per farsi trovare pronti a partire da martedì.

cinque Confondere il toro con l’orso
Ci possono essere varie tecniche per cercare di fermare un contropiede avversario, e tanto sta nel tempismo nel prendere la decisione giusta, dando nel contempo al proprio portiere l’opportunità di leggere nel migliore dei modi la situazione che si sta sviluppando. Ci sono poi opzioni alternative, magari scegliendo una mossa a sorpresa per mettere fuori tempo l’avversario. Deve averla pensata così Igor Jelovac vedendosi arrivare addosso in velocità Reto Suri, con il difensore biancoblù che si è sdraiato sul ghiaccio nella speranza di togliere spazio all’avversario… Scelta poco azzeccata, visto che Suri lo ha semplicemente aggirato prima di trovare il gol. L’approccio resta particolare e la “tecnica del morto” potrebbe forse essere efficace contro un Orso, ma evidentemente con un Toro non funziona un granché.


uno Bill McDougall e un gol che vale più di ogni cosa
I tifosi bianconeri non più di primissimo pelo se lo ricorderanno sicuramente, soprattutto per quelle 16 partite giocate con la maglia del Lugano – condite da 6 reti e 7 assist – con le quali contribuì alla vittoria del campionato svizzero nella finale tutta ticinese del 1999 dopo aver condotto lo Zugo allo storico titolo dell’anno prima. Personaggio particolare, lo si definì in un certo modo “estroso” per alcune sue abitudini fuori dal ghiaccio non propriamente salutari, ma era anche un attaccante dal fiuto del gol rarissimo. Tra Zugo, Kloten, Lugano e Coira, il canadese ha complessivamente messo a referto l’impressionante numero di 134 reti e 119 assist in 197 partite, affermandosi come uno dei più produttivi attaccanti del campionato della fine degli anni ‘90. Oggi McDougall, che ha 52 anni, sta combattendo un campionato molto più difficile, dopo che degli esami medici ne hanno rilevato un tumore ai reni. Non si arrenderà come non lo ha mai fatto sul ghiaccio, con quella sua andatura a testa bassa quasi a voler sfondare i muri, ma questa battaglia sarà la più dura di sempre. Forza Bill.

due Mi metti in castigo? E io segno!
Quando Alessio Bertaggia si è visto comminare una penalità da 2’ + 10’ nella sfida di Zugo, a “purgare” i primi due minuti per il power play dei Tori è stato mandato Luca Fazzini. Il numero 17 era sulla panca dei penalizzati a parlottare con Bertaggia e i due sembravano quei compagni (e complici) di banco messi entrambi in castigo a scuola anche se uno solo era colpevole di qualche misfatto. Forse arrabbiato per quella punizione ingiusta che lo ha spedito fuori dall’aula, Fazzini appena ha potuto si è involato nel corridoio verso la porta di Stephan, fulminandolo con un polsino al laser. Il voto in condotta si alza.

tre Vita nuova, porta vecchia
Alle 19.40 di venerdì 21 settembre tutto è pronto. Alla Cornèr Arena c’è grande attesa per la sfida contro il Davos, la pista è vestita di tutto punto con quella ventata di freschezza portata dal nuovo nome, con loghi e scritte in bella vista. Una lucidata ai banner nuovi, una lustrata ai vetri e quelle porte sul ghiaccio con la rete bianchissima, nuova come appena scartata dall’imballaggio. Al momento delle verifiche da parte dello staff arbitrale però sorge un problema: le reti non sono agganciate bene ai pali della porta, ma non c’è tempo per riparare il danno, meglio sostituire le porte e utilizzare quelle vecchie. Dentro allora le porte con le reti vecchie, un po’ annerite e consumate, ma in fondo ci piace anche così l’hockey, con quel pizzico di “rusticano” che non guasta mai.

quattro I compiti delle vacanze
Tra le nuove regole introdotte in questa stagione di National League alcune riguardano il ritardo di gioco agli ingaggi, in particolare con gli articoli 58, 59 e 136 del regolamento SIHF. Durante il preseason queste novità erano state introdotte dagli arbitri anche in Champions Hockey League e qualcuno, nel caso Maxim Lapierre una volta e Raffaele Sannitz una seconda, erano stati sanzionati con due minuti a testa. Al debutto in campionato però i due centri del Lugano non si sono fatti sorprendere, al contrario di Dino Wieser, subito penalizzato in nome della regola 59 (richiamato per due volte al posizionamento corretto) in un ingaggio che lo vedeva sfidare proprio Lapierre dopo pochi minuti di gara. Non sufficiente, la squadra grigionese è stata penalizzata al 57’ per la regola 136, essendo incorsi in una infrazione nell’ingaggio causato da un icing da loro provocato. Studiate ragazzi, che la prossima volta c’è l’interrogazione…

cinque Entusiasmo crescente
È vero che nelle ultime stagioni è cambiato il sistema di conteggio degli spettatori nelle piste di National League ma, complice l’ottima campagna abbonamenti del Lugano, i 6’241 tifosi presenti alla Cornèr Arena per la prima casalinga del Lugano sono un record. Tralasciando infatti i derby d’apertura contro l’Ambrì Piotta, nelle ultime 15 stagioni negli “home opener” mai si sono superati i 6’000 spettatori sulla pista luganese. Andando indietro nel tempo già nel 2015 c’è stata una buona affluenza, con 5’730 spettatori contro il Berna, ma anche contro un nome poco attrattivo come il Rapperswil l’allora Resega registrò 5’130 entrate nella prima partita casalinga nel 2014. Tempi ben più bui se si scivola a ritroso fino al 2003 (anno successivo al titolo, peraltro…) con soli 3’831 persone per vedere Lugano-Basilea. Vero, certi avversari non aiutano, come per Lugano-Langnau nel 2006 con 3’566 spettatori nel 2006 o ancora per la stessa sfida nel 2008 con 3’671 presenti. Cifre che oggi risultano incredibili (in negativo) se confrontate con le 5’000 tessere vendute dalla società bianconera nell’ultima campagna abbonamenti.

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