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Buona partita della Svizzera contro la Svezia, ma Lundqvist dice no…

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SOCHI – Nel suo secondo impegno olimpico la Svizzera è stata sconfitta con il risultato minimo di 1-0 dalla Svezia, formazione piena zeppa di stelle NHL e contro la quale i nostri hanno saputo fornire una buona prestazione. Purtroppo una certa mancanza di killer instinct e la prova perfetta di Henrik Lundqvist non hanno permesso ai rossocrociati di incamerare alcun punto, ma nel complesso si può essere soddisfatti per aver tenuto testa ad una delle selezioni che può puntare all’oro olimpico.

La Svizzera ha mostrato sin dal primo minuto di aver cambiato decisamente marcia rispetto al match d’esordio contro la Lettonia, rendendosi pericolosissima già dopo pochi secondi grazie ad un’iniziativa di Niederreiter che ha immediatamente messo alla prova Lundqvist.

Nel primo tempo il portiere dei Rangers è risultato il miglior giocatore della Svezia, con i rossocrociati che hanno saputo avere la meglio nella statistica dei tiri per 13-5, il che la dice lunga sull’ottimo inizio dei rossocrociati.

Dopo 4 minuti è stato Wick a presentarsi solo al cospetto di Lundqvist, alimentando un momentum che è stato favorevole agli elvetici praticamente per tutto il periodo iniziale, salvo in occasione del primo powerplay avversario in cui si è corso qualche pericolo. Berra si è comunque ben comportato, mettendosi in particolare evidenza con un “big save” su Johansson dopo 11 minuti.

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Nel periodo centrale la Svezia ha però cambiato marcia, costringendo immediatamente Berra a superarsi su azione di Berglund. I rossocrociati si sono però difesi con ordine, riuscendo ad evitare l’affanno anche in occasione di due boxplay affrontati quasi consecutivamente, dopo ritardo di gioco di Suri e sgambetto sul conto di Wick.

La Svezia ha evidenziato una manovra offensiva degna della sua fama e del suo roster, ma nel contempo i ragazzi di Simpson hanno difeso al meglio il loro portiere coprendo sistematicamente ogni linea di tiro. Ciò non toglie, però, che la Svezia sia riuscita a scagliare ben 17 tiri verso la porta di Berra nel solo periodo centrale, contro i soli 7 fatti conteggiare dai nostri.

Il periodo conclusivo, complice anche lo 0-0, si è poi sviluppato su un certo equilibrio, con la Svizzera che grazie ad un powerplay iniziale è riuscita a bilanciare l’inerzia del match. La giocata decisiva è arrivata al 52’39 grazie ad un tiro dell’esplosivo Erik Karlsson, il cui tiro ha costretto Berra ad una parata approssimativa, con il puck che è rimasto nello slot ed è stato insaccato da Alfredsson.

Peccato, perchè sino a quel momento Berra aveva giocato un’ottima partita (il gol subito non modifica troppo il giudizio su di lui), ed inoltre dopo la parata il portiere del Flames è stato impossibilitato nel recuperare in seguito ad un disturbo di Diaz.

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Sull’altro fronte Lundqvist ha continuato ad essere perfetto, salvo per un disco perso di vista a 5 minuti dal termine e che, con un po’ di fortuna, avrebbe potuto finire alle sue spalle. Il portiere dei Rangers si è comunque confermato protagonista, ottenendo uno shutout da 26 tiri, di cui diversi piuttosto pericolosi da parte degli svizzeri.

La Svizzera conferma dunque di avere un serio problema nell’andare in gol, dato che dopo due match c’è da conteggiare unicamente un autogol contro la Lettonia. Quanto portato in pista degli uomini di Simpson fa comunque ben sperare, visto che contro una corazzata come quella svedese si sarebbe meritato almeno di andare all’overtime.

Il prossimo incontro, previsto contro la Repubblica Ceca, si presenta ora come un’ottima occasione per confermare quanto fatto di buono sinora, e per fare un ulteriore passo avanti per quel che concerne l’efficacia in fase offensiva.

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