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Lugano

Tra errori e sofferenza il Lugano ha la forza per piegare il Bienne

LUGANO – BIENNE

3-2

(1-1, 0-1, 2-0)

Reti: 1’31 Hofmann 1-0, 11’52 Neuenschwander (Lundin) 1-1, 35’58 Micflikier (Schmutz) 1-2, 41’51 Fazzini (Klasen, Bürgler) 2-2, 45’01 Wilson (Hofmann, Bertaggia) 3-2

Note: Resega, 5’652 spettatori. Arbitri Eichmann, Mollard; Abegglen, Castelli
Penalità: Lugano 7×2′, Bienne 5×2′

LUGANO – Se la Coppa Spengler dovesse portare qualche giovamento alla squadra bianconera, per ora sul ghiaccio non lo si è visto.

Al cospetto del Bienne – avversario diretto per la scalata della classifica – il Lugano ha disputato una partita che per 40′ è stata a dir poco preoccupante. Preoccupante per l’attitudine in pista, per gli errori banalissimi, per la differenza di velocità in transizione tra i bianconeri e il Bienne.

La rete di apertura di Hofmann, su un pasticcio di Hiller in uscita, ha forse illuso il Lugano, che dopo qualche minuto buono in avvio, con alcune buone occasioni, ha smesso (o meglio, non ha iniziato del tutto) di pattinare come una partita del genere lo richiede, finendo spesso dietro gli attaccanti ospiti.

La squadra di McNamara, infatti, ha applicato benissimo la tattica “crash the net”, tirando appena possibile su Merzlikins in entrata di terzo offensivo e cercando di sfruttare i rebound (pochi per la verità concessi dal portiere di casa) sfondando lo slot con i vari Wetzel e Schmutz.

Il Lugano ha faticato parecchio ad arginare la velocità di Earl e Rajala, soffrendo con le ripartenze già sul primo passaggio, facendosi trovare fuori posizione e perdendo numerosi dischi in zona neutra.

Ai bianconeri proprio non sono riuscite le partenze veloci dal proprio terzo di difesa, se non con l’unica linea veramente ispirata tra le loro fila, ossia quella di Hofmann, Fazzini e Bertaggia, spesso incontenibili e autori di alcune discese veramente pregevoli.

Per il resto, con una quarta linea decisamente poco ispirata anche nel forecheck (Gardner visibilmente sulle ginocchia dopo metà incontro) una terza “pesante” ma anche poco produttiva, ad essere veramente deludente è stato il primo blocco offensivo, con Bürgler di nuovo vittima della “tolleranza zero”, Martensson abulico e Klasen parecchio impreciso e nervoso.

Con queste premesse si è arrivati al periodo centrale, uno dei peggiori disputati alla Resega in questa stagione, in cui i bianconeri ne hanno combinate di tutti i colori. L’immagine di quei momenti è rappresentata dall’errore di Furrer, normalmente l’ultimo a cui la lucidità fa difetto, che in un’uscita facile dal terzo ha consegnato il disco sulla paletta di Schmutz, il quale ha lanciato Micflikier solo verso Merzlikins per il meritato vantaggio seeländer.

Se fossero le tossine della Spengler a causare tutto questo non è dato a sapere, fatto sta che già dai primi minuti del terzo tempo si è capito che il Lugano era in grado di fare ben altro. Ed è bastato questo, una decina di minuti scarsi a mettere pressione su Hiller e il portatore del disco ospite per mettere in crisi la difesa del Bienne, così nel giro di 3’10, Klasen in power play e Wilson dopo un’insistita azione del secondo blocco hanno fatto cedere gli avversari.

Non era un Lugano trascendentale nemmeno quello, sia chiaro, ma con la giusta attitudine e dischi giocati in maniera intelligente si è dimostrato che la partita la si poteva chiudere e gestire ben prima, invece che passare due terzi di gara a litigare con se stessi.

Non è stato decisamente il Lugano che ci si poteva aspettare, soprattutto in casa, e andrà verificato quanto la Spengler possa aver influito sulla stanchezza, ma così a occhio, la sensazione è che i problemi del Lugano non si siano risolti così tutto in un colpo durante una settimana a Davos, e aspettarsi lo stesso risultato di un anno fa è comunque difficile.

La Spengler 2015 ha fatto da”upgrade” a una squadra che aveva già trovato un’alta velocità di crociera, mentre oggi doveva aiutare una squadra in difficoltà ad uscire da un momento di crisi.

E cercare di uscirne con le vittorie è sempre il sistema migliore, purché ciò che si è visto per 40′ lunedì sera venga cancellato da ben altre prestazioni.

fattore2POCHI MINUTI DI PRESSIONE: Dopo una grande parte di gara giocata sotto ritmo e commettendo una miriade di errori, il Lugano è entrato nel terzo tempo più convinto, e sotto la spinta degli uomini del secondo blocco è riuscito a metter sotto pressione il Bienne.

Un 5 contro 3 finalmente sfruttato e un attacco di Fazzini e Hofmann finalizzato da Wilson hanno rappresentato il miglior momento della serata per i bianconeri, ed è coinciso con le reti che hanno deciso l’incontro.

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