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Lugano

Più esperto, pesante e con varie soluzioni, il Lugano è pronto per puntare a nuovi traguardi

Il mercato dei bianconeri è stato mirato con innesti di grande impatto fisico e di personalità. Con più varianti a disposizione, lo staff dovrà sfruttare il potenziale degli special team per fare il vero passo avanti anche nei playoff

L’inizio della stagione 2024/25 di NLA si sta avvicinando a grandi passi, ed anche quest’anno HSHS vi darà una completa panoramica di tutte le squadre che compongono il massimo campionato svizzero.

Giorno dopo giorno troverete sulle nostre pagine commenti e analisi dei vari club, a cui abbiamo aggiunto un nostro pronostico di posizione in classifica al termine della regular season.


LUGANO

La rosa 2024/25

PORTIERI
Niklas Schlegel, Joren van Pottelberghe

DIFENSORI
Santeri Alatalo, Mirco Müller, David Aebischer, Samuel Guerra, Leandro Hausheer, Jesper Peltonen, Calle Andersson, Calle Dahlström (🇸🇪)

ATTACCANTI
Daniel Carr (🇨🇦), Marco Müller, Marco Zanetti, Aleksi Peltonen, Matthew Verboon, Lorenzo Canonica, Luca Fazzini, Cole Cormier, Giovanni Morini, Mark Arcobello (🇺🇸), Liekit Reichle, Jiri Sekac (🇨🇿), Stephane Patry, Michael Joly (🇨🇦), Radim Zohorna (🇨🇿), Calvin Thürkauf


In fondo non è passato molto tempo da quelle dichiarazioni in cui l’Hockey Club Lugano diceva di volere il titolo svizzero nel giro di tre stagioni, con sullo sfondo Chris McSorley e una squadra per la gran parte impreparata a quei traguardi. Con il tonfo che tutti conosciamo, il Lugano ha conosciuto la realtà di cui scrivevamo anche su queste pagine, e le parole pronunciate pochi giorni fa dal CEO Marco Werder sull’equilibrio che regna in National League testimoniano che il club bianconero oggi è finalmente consapevole del mondo che lo circonda.

In fondo i primi giusti passi erano già partiti la scorsa stagione, con una gestione dello staff tecnico più moderna e con una visione al passo con i tempi, basata sulla comunicazione e sul duro lavoro, cercando come obiettivo la qualificazione ai playoff “nel miglior modo possibile”. La squadra di Luca Gianinazzi ha flirtato a lungo con le prime sei posizioni della classifica, addirittura a un certo punto ha annusato anche l’odore della Top 4, e forse questo fattore ha influenzato un rendimento crollato sul più bello, anche se poi i play-in contro l’Ambrì Piotta hanno regalato infine i playoff.

Un peccato aver perso all’ultimo il treno delle prime sei, ma non va dimenticato come Gianinazzi e il suo staff hanno gestito un gruppo che ad ogni settimana perdeva pezzi, arrivando a certe partite con un line-up quasi impossibile da mettere assieme, e in tutto questo nessuno ha mai perso la calma, portando avanti una regular season di tutto rispetto.

In quel contesto e soprattutto nei playoff contro il Friborgo sono usciti quegli aspetti su cui il Lugano con Hnat Domenichelli in particolare avrebbe dovuto operare per migliorare la squadra e portarla a un livello tale da farne una protagonista dei playoff, non solo più volenterosa, caratterialmente forte e unita, ma anche più profonda, pesante e sfacciata. Il rendimento straordinario del primo blocco ha messo in luce un vuoto tra seconda e terza linea offensiva, mentre i flop di LaLeggia (scelta rivelatasi strategicamente sbagliata fin dalla partenza) e Ruotsalainen hanno evidenziato come la squadra necessitasse di peso e stabilità, più che di velocità.

La scelta di separarsi da Mikko Koskinen per completare una coppia di portieri svizzeri permette inoltre a Gianinazzi di avere più varianti e scelte, nonché di poter schierare una squadra sempre molto simile di serata in serata. Con gli innesti di Zohorna, Sekac e Dahlström la squadra ha guadagnato in tutto, esperienza, muscoli, peso, tecnica, stabilità, e inoltre la profondità crea almeno un altro blocco di primo livello, implementando anche le capacità del bottom six, merito anche di aver puntato su due portieri svizzeri.

Sul mercato i bianconeri hanno operato in maniera mirata e sembrano ben avviati verso quel prossimo passo che li porti più in là di una Gara 7 dei quarti di finale, con quel cruccio delle situazioni speciali da migliorare assolutamente per poter tenere il passo delle migliori.


ARRIVI
David Aebischer (D, Rapperswil)
Joren van Pottelberghe (G, Bienne)
Calle Dahlström (D, Färjestad BK)
Jiri Sekac (F, Losanna)
Radim Zohorna (F, Pittsburgh Penguins)

PARTENZE
Mikko Koskinen (G, ritiro)
Bernd Wolf (D, Kloten)
Alessandro Villa (D, Turgovia)
Jeremi Gerber (F, Friborgo)
Markus Granlund (F, Ginevra)
John Quenneville (F, ???)
Matt Tennyson (D, ???)
Mario Kempe (F, Eisbären Berlino?)
Julian Walker (F, ritiro)
Joey LaLeggia (D, ???)
Thibault Fatton (G, Losanna)
Arttu Ruotsalainen (F, Frölunda)
Arno Snellman (D, Bellinzona Snakes)
Roberts Cjunskis (F, Sierre, prestito)

STRANIERI
Mark Arcobello (F, 🇺🇸)
Daniel Carr (F, 🇨🇦)
Michael Joly (F, 🇨🇦)
Calle Dahlström (D, 🇸🇪)
Jiri Sekac (F, 🇨🇿)
Radim Zohorna (F, 🇨🇿)


Luca Gianinazzi e il suo staff dovranno trovare gli accorgimenti giusti perché prima di ogni cosa la difesa riesca a mantenere un livello più elevato di quello della scorsa stagione. L’innesto di Calle Dahlström è prova che i bianconeri hanno cambiato idea in maniera netta rispetto alla scorsa stagione e lo svedese sembra l’uomo giusto per dare equilibrio al reparto e potenziare il rendimento di un boxplay appannato, nonché la persona giusta da affiancare a un giovane come Leandro Hausheer (perlomeno per ciò che abbiamo visto nel preseason) che necessita di un “maestro” in grado di guidarlo nell’uso delle sue indubbie potenzialità.

Non solo, Dahlström permette a Gianinazzi di costruire almeno tre linee di difesa complementari, con un uomo più offensivo e uno da contenimento per coppia, e tenendo conto – per dare una misura di riferimento – che la terza linea potrebbe essere quella composta da Alatalo e Peltonen si capisce che il potenziale del reparto arretrato appare molto elevato, con ancora Guerra e Andersson (o lo stesso Hausheer) a giocarsi un posto a rotazione e almeno due giovani in prestito in Swiss League da richiamare in caso di emergenze.

David Aebischer invece è un grande talento che va completato e indirizzato meglio in un’ottica da giocatore maggiormente equilibrato di quanto non lo sia ora, ma le sue capacità offensive e di costruzione lo rendono un’arma molto brillante e potenzialmente fondamentale per il powerplay. E per un discorso che esula dal ghiaccio, il fatto che Hnat Domenichelli sia riuscito a convincere il 23enne a firmare per i bianconeri è segnale che il club sta riguadagnando credito e credibilità anche tra i giocatori di fascia alta di oltre Gottardo.

Un cambiamento fondamentale è quello che vede Joren Van Pottelberghe unirsi a Niklas Schlegel in una nuova coppia svizzera di portieri dopo l’esperimento fallito con Mikko Koskinen. L’ex Bienne viene da una stagione in cui ha giocato poco dietro a Harri Säteri, ma può garantire a Schlegel un buon numero di partite di “riposo” senza dover stravolgere il line-up, alleggerendo lo zurighese di quegli sforzi che spesso hanno avuto come conseguenza le visite in infermeria.



In attacco è evidente come lo staff volesse aggiungere peso e carattere da playoff, e con gli ingaggi di Radim Zohorna e Jiri Sekac il messaggio è chiarissimo.

Arttu Ruotsalainen è stato una bella suggestione, non è funzionato non solo per caratteristiche ma anche per la stagione completamente bucata, e questo ha aiutato non poco a cambiare direzione. I due cechi hanno già dato prova nel preseason di essere complementari e di poter da soli costruire un blocco offensivo in cui inserire una seconda ala dai compiti di finalizzazione, questo va a costruire praticamente una linea in più di alto livello che Gianinazzi la scorsa annata tra una cosa e l’altra non ha mai avuto a disposizione.

Il Lugano è stato infatti per molti tratti dipendente dal super blocco di Thürkauf, Carr e Joly, e soprattutto nel finale di stagione sono venute a mancare le alternative ai tre tenori. In rosa rimane pur sempre anche un Arcobello che sfruttato da terzo centro è un lusso che in pochi si possono permettere, e sperando in un’infermeria molto meno affollata si capisce come anche in attacco il Lugano abbia guadagnato praticamente un blocco da top six.

Fa strano pensare che il reparto offensivo dei bianconeri sia stato il terzo migliore della scorsa regular season nonostante tutti i problemi di contingente e un powerplay a volte persino disastroso – altro esercizio che non potrà essere trascurato – per questo è evidente come il potenziale di Fazzini e compagni sia piuttosto impressionante.

Forse capitan Thürkauf non ripeterà in toto i numeri della scorsa stagione, ma Joly e Carr rimangono come due fuoriclasse al suo fianco, e il numero 7 in particolare ha già dimostrato che in salute è uno degli attaccanti più produttivi del campionato e uno dei più difficili da leggere dai difensori avversari per la sua capacità di adattamento a qualsiasi situazione.

Molto ci si aspetta comunque dalle terze linee, Marco Müller ha già firmato per il Berna ma sulla sua professionalità nessuno mette il minimo dubbio e – sperando che rimanga fuori dall’infermeria – rappresenta un jolly di grandissima qualità.

Il salto però è atteso da parte dei vari Verboon, Canonica, Zanetti, Cormier, Aleksi Peltonen e Patry, ragazzi di ottimo potenziale che contribuiscono a rendere competitiva la lotta per un posto tra i titolari, e tutti già in grado di ricoprire ruoli che vanno oltre il bottom six, con un Cjunskis da far maturare in Swiss League.

All’appello manca solo lo sfortunato Giovanni Morini, il cui ritorno è stato posticipato di qualche settimana dopo un piccolo problema subentrato dall’operazione, ma l’italiano in questi giorni è già sul ghiaccio per esercizi di pattinaggio individuali. Un suo recupero completo sarà quasi come un nuovo ingaggio per un Lugano che ha bisogno della sua combattività e della sua energia.

Nel complesso il Lugano appare più competitivo, solido ed equilibrato, ed ha guadagnato anche in quell’esperienza e cattiveria da playoff. Il carattere non mancava a questa squadra, ma gli innesti di Zohorna e Sekac aumentano ancora il livello di sfacciataggine e mentalità “bulla” del gruppo, ingredienti che nel post season sono indispensabili per fare strada.

Luca Gianinazzi è saldissimo alla guida, si è guadagnato il rispetto di tutta la Svizzera grazie al suo lavoro e alla sua personalità, per lui le prime stagioni sono state quelle di un apprendistato, anche se mostra sempre quella fame di voler imparare qualcosa ogni giorno e ha sempre mostrato l’umiltà di saper riconoscere gli errori e di volerli correggere.

Con i vari giovani e meno giovani attesi al salto, la rosa dei bianconeri è completa ed omogenea, anche se non ha ancora il livello di talento puro delle Top 3 del campionato, ma dispone sicuramente delle basi per tornare ad essere una delle più pericolose da affrontare e un riferimento nei playoff.

La parola “titolo” pronunciata qualche stagione fa è stata affrettata, ma non deve essere un tabù, non va nascosta del tutto. L’Hockey Club Lugano, per quanto rappresentato nell’hockey svizzero e per come ne ha cambiato la storia, ha il dovere di puntare alla cima, ma solo da poco si è capito come farlo nella competitiva National League di oggi: facendo un passo alla volta e guadagnando credibilità di anno in anno.

Perché forse non sarà per questa stagione o per la prossima, ma il sentiero che il club bianconero si sta mettendo sotto i piedi è certamente più sicuro di quell’autostrada che si voleva percorrere contromano.


MIGLIOR INNESTO

Calle Dahlström: I due cechi sono giocatori di livello assoluto, ma per importanza nel ruolo il difensore svedese è un perno fondamentale per i bianconeri. Le squadre vanno costruite dalla difesa e se Dahlström confermerà le premesse, il suo apporto diverrà imprescindibile per l’equilibrio del reparto difensivo e per migliorare un box play divenuto troppo fragile.

ADDIO DOLOROSO

Markus Granlund: Ha passato mesi in infermeria l’ultima stagione e l’impressione è che non si fosse mai calato del tutto nella realtà bianconera, anche se l’apporto della prima stagione è stato pesantissimo. I bianconeri perdono uno dei giocatori più intelligenti e tatticamente preparati dell’intero campionato, capace di fare la differenza anche nei playoff. I sostituti sono chiamati a un grande lavoro per dimostrarsi all’altezza.

FATTORE X

Infermeria e special team: Nel complesso il Lugano aveva portato avanti un’ottima ultima stagione tenendo conto dei numerosissimi infortuni e di un power play disastroso. La speranza è che la sfortuna stia alla larga dalla salute dei giocatori, mentre a loro – e allo staff – va il compito di migliorare piuttosto in fretta quelle situazioni che sono fondamentali per tornare competitivi sul serio e che permetteranno di fare finalmente quel passo in più.


La classifica di HSHS

1. ZSC LIONS
2. GINEVRA
3. ZUGO
4. LOSANNA
5. LUGANO
6. FRIBORGO
7. DAVOS
8. BERNA
9. AMBRÌ PIOTTA
10. BIENNE

11. RAPPERSWIL
12. LANGNAU
13. KLOTEN
14. AJOIE

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