Al termine di un’attesa durata ben 7 anni, un eternità per una società così blasonata come quella bernese, il Bienne Seelanders è riuscito a spezzare la sua relazione contorta con gli appuntamenti importanti per arrivare fino in fondo e alzare al cielo la prestigiosa “challenge” di campione svizzero!
La fine di un psicodramma, quello a cui ci avevano abituato i Seelanders di questi ultimi anni. Più volte dominatori della stagione regolare si facevano regolarmente beffare già nei quarti di finale dei playoff, creando quel famoso precedente, sinonimo di blocco mentale, tanto temuto e di conseguenza ingigantito nella testa degli sportivi…ma non solo. Quest’anno però è stata la volta buona.
Dopo aver vinto la Coppa Svizzera, quella europea per i vincitori di coppa e aver terminato al secondo posto la stagione regolare, gli uomini di Laurent Rigolet sono cresciuti moltissimo durante questi play-off, nei quali hanno estromesso dapprima il Rothrist, poi il Sayaluca CL del nostro Bobo Bernasconi, ed infine hanno avuto anche la meglio sul campione svizzero in carica: il Rossemaison. Tutto questo senza mai perdere un solo incontro. Insomma, “chapeau” come direbbero a Bienne e titolo strameritato per una compagine solida in tutti i reparti, che quest’anno ha fatto fare un altro salto di qualità all’inline hockey svizzero.
Se è vero che gara 1 è rimasta a lungo incerta nel punteggio, nonostante la dominazione dei bernesi, gara 2 ha mostrato ancor meglio la determinazione e la voglia di vincere del Bienne Seelanders, che ha ipotecato il titolo già durante il periodo centrale, conclusosi sul 4 a 1. L’allenatore del Rossemaison, Geoffroy Vauclaire, ha cercato di scuotere i suoi, che hanno mostrato una reazione di orgoglio nel periodo conclusivo, ricucendo solo parzialmente lo strappo con due reti “cosmetiche” ai fini del punteggio.
Così, dopo l’ultima sirena e con il tabellone elettronico congelato sul 5 a 3 i Seelanders del capitano Vincent Monbaron hanno sfogato tutta la loro gioia per festeggiare la fine di una lunga stagione, giocata ai massimi livelli. Da notare la presenza di oltre 500 spettatori e 3 televisioni regionali, una cornice di tutto rispetto per uno sport ahinoi considerato tuttora minore.
Sconfitta, ma ben più risicata, anche per gli juniores del Rossemaison, che contro l’altra compagine di bienne, gli skater 90, sono riusciti a portare la serie sull’1 a 1, prima di cedere definitivamente il passo ed inclinarsi per 7 a 4 nella ”bella” decisiva, che ha permesso ai bernesi di conquistare il titolo svizzero per la prima volta nella propria storia.
Negli attivi, ricordiamo che i vodesi del La Tour, dopo appena un anno di purgatorio in LNB, rimbalzano immediatamente in LNA, grazie alla vittoria nella finale del campionato cadetto, per 4 a 1 contro il La Broye. Nei play-off per la promozione in LNB invece, il posto lasciato dai retrocessi Rangers Lugano Sorengo, è stato ripreso dalla seconda squadra dell’Avenches, che dopo essersi qualificata all’ultima giornata della stagione regolare, si è resa protagonista di una serie di play-off esaltante, riuscendo a conquistare un’inattesa quanto incredibile promozione.
In Ticino, non appena si fermano le palline, i telefonini diventano roventi e comincia l’euforia della “campagna acquisti”, che riguarda soprattutto i giocatori e gli allenatori della categoria attivi. In questo marasma ci si concentra sul futuro immediato, dimenticando quello remoto, che di fatto è sempre più prossimo di quel che si pensa, vale a dire le giovani leve. Il Ticino dell’inline hockey è un microcosmo geograficamente isolato dal resto della Svizzera, che se non riesce ad autoalimentarsi regolarmente con nuovi giocatori e allenatori motivati a ridare nuova linfa al movimento, rischia l’estinzione.
È evidente che un campionato ticinese a tre squadre, come si sta ormai perpetrando da 3 lunghi anni, nelle categorie mini e novizi, non può in alcun modo aiutare la crescita di questo sport alle nostre latitudini. Considerando che lo skater hockey, come veniva chiamato ai tempi, è nato principalmente in Ticino, è giunto il momento per le società d’oltralpe di mostrare un po’ di quella decantata coesione nazionale ed accettare di effettuare qualche trasferta in più nella “Sonnenstube” ticinese per dar vita ad un campionato nazionale, come esiste già per gli juniores, anche nelle categorie novizi e mini. Una soluzione nell’interesse di tutti… mai sentito parlare dell’effetto domino?