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Ambrì Piotta

Dalle montagne russe di Berna l’Ambrì ottiene un punto prezioso

Cereda al termine della partita: “Il CEO del Berna si è più volte fermato a parlare con gli arbitri. Al supplementare c’era un fallo grande come una casa su Heim”

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Schneider)

Dalle montagne russe di Berna l’Ambrì ottiene un punto prezioso

BERNA – AMBRÌ

4-3

(1-1, 1-1, 1-1; 1-0)

Reti: 3’45 Kahun (Bader, Goloubef) 1-0, 10’34 Kneubuehler (Bürgler, Heed) 1-1, 21’01 Lindberg (DiDomenico) 2-1, 30’55 Pestoni (Spacek, Hofer) 2-2, 49’53 Moser (DiDomenico) 3-2, 58’23 Heim (Pestoni) 3-3, 61’29 Untersander (Sceviour, Lindberg) 4-3

Note: PostFinance Arena, 14’825 spettatori
Arbitri: Borga, Hürlimann; Fuchs, Urfer
Penalità: Berna 3×2′, Ambrì Piotta 4×2′

Assenti: Kilian ZündelNick Shore (sovrannumero), Zaccheo Dotti (ammalato), Stefan Müller (infortunato), Noah PatenaudeRocco PezzulloJosselin Dufey (Ticino Rockets)

BERNA – È stato un giro su delle vertiginose montagne russe il match di Berna, con l’Ambrì Piotta che ha vissuto una serata di riflesso contraddistinta da diversi alti e bassi, ma alla fine il punto ottenuto è stato tanto prezioso quanto meritato. I biancoblù non hanno infatti mai smesso di provarci, ed anche se quella messa in pista sabato non è la miglior ricetta per il successo, alla fine la combattività di Grassi e compagni è stata premiata.

Anzi, ad un certo punto nel terzo periodo sembrava che fossero gli ospiti ad essere quelli più vicini ad ottenere il terzo pesantissimo gol, ma pensare di lasciare la PostFinance Arena con una vittoria piena dopo aver concesso 52 tiri era probabilmente ambizioso. Con questo non si vuole dire che il Berna ha schiacciato costantemente i leventinesi – così non è stato – ma gli orsi hanno girato ad un ritmo sostenuto, mentre l’Ambrì è spesso incappato in errori d’imprecisione che hanno alimentato un match che è stato sostanzialmente uno scambio di occasioni.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Schneider)

La dinamica insomma è stata simile a quella che solitamente si assiste durante un’overtime a 3-contro-3, salvo che stavolta la sensazione di trovarsi di fronte ad un “flipper” la si è avuta in diverse circostanze durante i tempi regolamentari. Non insomma lo scenario più promettente se si vuole uscire con un risultato utile dalla PostFinance Arena, ma in tutto questo l’Ambrì ha comunque saputo dimostrarsi squadra nei momenti difficili.

Nell’occasione Cereda ha continuato a sperimentare con il suo lineup, riportando Chlapik al centro ed affiancandogli – oltre al solito Zwerger, partita poco convincente la sua – McMillan sin dall’inizio. Con Spacek e Pestoni ha invece iniziato Marchand, che ha però lasciato il posto ad Hofer dopo la prima parte di gara.

La linea migliore anche stavolta è però stata quella di Heim, Bürgler e Kneubuehler, con quest’ultimo autore del provvisorio 1-1 dopo una pregevole azione del numero 87. Il centro si è invece distinto per un’ispirata serata agli ingaggi (11 vinti con il 68% di efficacia), mentre Spacek e Chlapik si sono visti solo a tratti e non stanno vivendo il loro miglior momento di forma.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Schneider)

I momenti di principali difficoltà i leventinesi gli hanno vissuti in avvio dei primi due periodi, con due reti incassate nelle prime battute ed altre evitate dall’ottima prestazione di Juvonen, autore di una prova impressionante sia per sicurezza tra i pali che dal punto di vista atletico. La sua non è stata una serata semplice, visto che sostanzialmente due terzi dei tiri li ha visti partire dallo slot, mentre sul fronte offensivo l’Ambrì ha alternato dei grandissimi pericoli per Wüthrich ad altri momenti in cui l’azione si è interrotta con un passaggio di troppo.

A fare bene ai biancoblù è stato il 2-2 di Pestoni a metà incontro, arrivato in un momento non semplice e che ha permesso all’Ambrì di ingranare una marcia in più tanto da sfiorare poco dopo la terza segnatura ancora con il ticinese.

Nonostante la serata pazza la squadra di Cereda ha sempre portato in pista la volontà di cercare la vittoria – caratteristica già uscita in altre occasioni – e questo ha permesso di rimediare a qualche sbavatura qua e là. I difensori, Heed e Virtanen su tutti, si sono costantemente sganciati per farsi trovare in profondità ed hanno garantito grande qualità nonostante il minutaggio (22’ per il finlandese, addirittura 28’ per lo svedese). Va inoltre sottolineata la buona prova fornita da Fischer.

Gli equilibri sembravano però essersi spezzati quando DiDomenico ha imbastito l’azione valsa il 3-2 di Moser, ma nel finale la competitività dell’Ambrì è stata premiata con la carambola di Pestoni che ha permesso ad Heim di infilare al volo il 3-3.

(PostFinance/KEYSTONE/Peter Schneider)

Nell’overtime la partita è poi stata decisa dal gran tiro di Untersander, arrivato però dopo che ad inizio supplementare DiDomenico aveva fermato Heim con un intervento sembrato irregolare. Su questo si è espresso coach Luca Cereda, nella dichiarazione raccolta dal collega Marco Maffioletti:

“Non lo faccio mai, ma stavolta voglio parlare degli arbitri. Quello che è successo per me è stato altamente inaccettabile. Alla fine del primo e secondo tempo c’era il CEO del Berna – non il coach oppure il direttore sportivo – a parlare con gli arbitri. Già per loro è difficile davanti a 16’000 persone, e guarda caso nell’overtime c’era un fallo grande come una casa, anzi come un palazzo, di DiDomenico su Heim. Non è stato fischiato, e per me questo è inaccettabile. È l’unica cosa che voglio dire, perché farsi prendere per il culo a me non va bene”.

Il punto ottenuto è comunque di quelli preziosi, arrivato al termine di una partita appassionante da seguire ma anche caratterizzata da tantissimi ribaltamenti di fronte e da alcuni errori da parte di entrambe le squadre. È insomma stata una corsa sulle montagne russe, da cui l’Ambrì è riuscito a scendere con un risultato utile.


IL PROTAGONISTA

Tim Heed: Al terzo match dopo il rientro dall’infortunio il difensore svedese ha giocato oltre 28 minuti, dando un contributo enorme alla manovra leventinese. La sua prova è stata caratterizzata da tantissime iniziative e puntate sul fronte offensivo, dove si è reso spesso pericoloso senza mai lasciare scoperta la retroguardia. I suoi polmoni gli hanno permesso di giocare a tutta pista, ad un livello sinora inedito per lui in questo torneo..


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