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Ambrì Piotta

In aiuto dell’Ambrì arriva la pausa, ci sarà tanto da lavorare

Ottava sconfitta filata per i biancoblù, che scivolano sotto la zona pre-playoff. L’Ambrì alza il ritmo nel secondo tempo, ma non basta per piegare i Lakers

(PostFinance/KEYSTONE/Patrick B. Kraemer)

In aiuto dell’Ambrì arriva la pausa, ci sarà tanto da lavorare

RAPPERSWIL – AMBRÌ

4-0

(2-0, 0-0, 2-0)

Reti: 5’39 Moy (Schroeder) 1-0, 18’12 Wick (Profico) 2-0, 59’02 Djuse 3-0, 59’14 Cervenka (Rowe) 4-0

Note: SGK Arena, 5’443 spettatori
Arbitri: Urban, Vikman; Kehrli, Stalder
Penalità: Rapperswil 1×2′ + 1×5′ + 1×20′, Ambrì 4×2′

Assenti: Nick Shore (sovrannumero), Zaccheo Dotti (ammalato), Tobias FohrlerAndré HeimRocco PezzulloStefan Müller (infortunati)

RAPPERSWIL – C’è da sperare che la pausa possa davvero dare una mano a questo Ambrì Piotta, perché al primo step intermedio della stagione i biancoblù ci sono arrivati in uno stato preoccupante. Il bilancio di otto sconfitte consecutive – e dieci nelle ultime undici partite – evidenzia infatti come diverse cose abbiano smesso di funzionare nella squadra leventinese, che allo stato attuale non riesce più a trasmettere la convinzione di poter vincere una partita.

È infatti dal linguaggio del corpo che si percepisce come Pestoni e compagni siano “scarichi” dopo due primi mesi di campionato intensi, ed anche se la volontà non è mai mancata – nel weekend abbiamo ancora visto dei cambi di ritmo che hanno portato a dei buoni momenti di pressione – l’Ambrì è da tempo che non riesce ad unire determinazione e lucidità, ritrovandosi spesso con prestazioni generose ma non sufficientemente complete per arrivare alla vittoria.

Così è andata anche la serata di Rapperswil, con i padroni di casa che invero non hanno fornito una prova trascendentale, ma hanno portato sul ghiaccio una struttura ben collaudata e che gira quasi in maniera automatica, mentre l’Ambrì Piotta a livello di automatismi fatica da diverso tempo a trovare delle certezze.

(PostFinance/KEYSTONE/Patrick B. Kraemer)

La trasferta di sabato ha infatti portato con sé nuovi cambiamenti alle linee, con Chlapik che ha fatto il centro (nonostante il foglio partita lo vedesse all’ala) nella linea di Kneubuehler e Bürgler, mentre Spacek si è ritrovato nel blocco di Pestoni e Marchand. Il top scorer ha però predicato nel deserto vista la poca efficacia delle sue ali e, nonostante il gol dell’1-0 sia nato da un suo errore, è stato di fatto il miglior biancoblù in pista.

I suoi continui stimoli non sono però bastati per mostrare la via ad una squadra che in zona offensiva è rimasta piuttosto prevedibile a causa di una certa staticità dei giocatori senza disco, e la differenza in questo senso è stata netta quando si è potuto osservare il Rapperswil impostare il suo ciclo in zona offensiva.

Cervenka e compagni avevano inoltre dalla loro una fiducia ed una pulizia nelle giocate che attualmente non è nelle corde biancoblù, e non scoraggiarsi diventa ancora più difficile quando i gol avversari arrivano per degli errori sicuramente evitabili. Di quello di Spacek si è già detto, mentre sul raddoppio è stato Isacco Dotti a farsi trovare fuori posizione e a favorire il contropiede di Wick. Per il difensore biancoblù l’ultima settimana è stata da dimenticare, con diverse reti nate da sue disattenzioni.

Il periodo centrale è poi iniziato in maniera delicata, ma in boxplay l’Ambrì ha evitato di incassare una terza rete che avrebbe ucciso la partita. Piano piano i biancoblù sono così cresciuti ed hanno iniziato a trovare i primi argomenti offensivi dalle parti di Robin Meyer, sfiorando la rete in diverse circostanze e portando Hedlund a chiamare il timeout nonostante il doppio vantaggio.

(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Trovare il gol si è però confermato un problema per la squadra di Cereda, che nelle ultime 10 partite ha trovato solamente 17 reti e mai ha esultato più di tre volte in una singola serata. Nell’occasione – come in alcune altre, come ad esempio le recenti uscite contro Zugo, Ajoie oppure Davos – si poteva ottenere di più, soprattutto considerando come Meyer tra i pali abbia giocato un’onesta partita, ma evidenziando anche una certa difficoltà nel gestire i rebound.

I numeri dicono che l’Ambrì Piotta nel terzo tempo ci ha provato addirittura con 20 tiri in porta, ma la pericolosità delle conclusioni è stata piuttosto bassa, anche durante quel lungo powerplay di cinque minuti in cui si è puntato soprattutto sul tiro al volo di Bürgler dalla sinistra.

Le cose insomma non stanno funzionando, ed anche se pure a Rapperswil ci sono stati dei momenti positivi, la prestazione nel complesso manca ancora di quell’intensità e di quella convinzione necessaria per sfruttare le proprie qualità. Gli attori di questo Ambrì sono gli stessi che avevano iniziato bene la stagione, ed è chiaro che i biancoblù possono assestarsi su un livello superiore a quello mostrato nelle ultime settimane, ma servirà un cambio di passo per tornare in zona pre-playoff.

Le prestazioni dovranno tornare ad essere marcatamente di squadra, con anche una maggiore regolarità a livello di intensità e concentrazione. La pausa arriva insomma come una campanella che salva un Ambrì barcollante, mai andato davvero KO ma nemmeno sufficientemente lucido e compatto per tornare sui suoi livelli.

Con quasi due settimane a disposizione Cereda potrà ora lavorare in maniera più ampia, per riportare il focus sulle cose giuste e trovare delle combinazioni nel lineup che possano assicurare un po’ di stabilità.

Siamo insomma vicini al giro di boa di metà campionato, ed il lavoro sicuramente non manca. Ma d’altronde nessuno ha mai detto che questa sarebbe stata una stagione semplice, nonostante qualcuno possa averlo pensato dopo la prima decina di partite.


IL PROTAGONISTA

Michael Spacek: È il protagonista sia nel bene che nel male, perché il primo gol del Rapperswil (rivelatosi poi quello decisivo) è nato da un suo errore nella gestione del disco in zona offensiva. Come individualità è però quella che è spiccata maggiormente, con una velocità di mani e di gambe superiore a quella degli altri giocatori in pista. In queste prime 21 partite è stato nettamente il miglior elemento dell’Ambrì, ma anche sabato si è ritrovato spesso troppo solo.


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