La pausa dedicata alla Nazionale è ormai alle spalle ed è tutto quasi pronto per il rush finale prenatalizio del campionato, anche se le interruzioni per permettere alla squadra di Patrick Fischer di scendere sul ghiaccio spesso non sono ben viste da diversi tifosi.
Il rischio che uno dei propri beniamini s’infortuni è il motivo numero uno di questa avversione nei confronti delle partite internazionali. È chiaro, malgrado questi incontri vengano disputati sotto la denominazione “Euro Hockey Tour”, sono in sostanza delle semplici amichevoli.
L’interesse non è al top, anche se a Friborgo erano presenti in media 5’500 spettatori nelle tre partite disputate, un bel risultato ma chiaramente inferiore rispetto alle 9’100 persone che assistono in campionato ai match dei burgundi. Ben si capisce dunque quali siano le priorità della popolazione hockeistica. È giusto dunque interrompere il campionato, già denso d’impegni, per permettere alla Nazionale di radunarsi e disputare qualche match di preparazione? Non sarebbe meglio diluire l’intenso calendario di NL così da favorire i club?
Nella realtà delle cose, non è così. Tralasciando il fatto che comunque, essendo affiliati alla IIHF, c’è un calendario ufficiale da rispettare e non si potrebbe nemmeno astenersi dal rispettarlo, queste partite sono importanti e permettono alla Nazionale di gettare delle basi per i tornei che contano, ovvero i Mondiali e le Olimpiadi.
Il selezionatore può osservare più da vicino i diversi candidati, i giocatori delle varie squadre possono trascorrere insieme delle giornate intere e si può conoscere meglio il sistema applicato dal coach. Queste sfide permettono inoltre a Fischer di conoscere meglio nuovi elementi e, last but not least, avere dei gettoni con la massima rappresentativa fa curriculum e fa sempre comodo ai protagonisti.
Poi è chiaro, ai Mondiali la squadra ha spesso un volto rivoluzionato con l’inserimento di alcuni elementi della NHL. Il Canada, per esempio, arriva alla rassegna iridata senza praticamente conoscersi e senza aver mai giocato assieme. Noi però non siamo i canadesi e non abbiamo centinaia di elementi di altissimo livello. Volenti o nolenti, il valore del nostro hockey all’estero viene misurato in rapporto ai risultati che ottiene la nostra Nazionale.
I diversi giocatori che sono riusciti a compiere il grande salto verso la NHL nell’ultimo decennio lo devono anche e soprattutto agli ottimi risultati conseguiti in campo internazionale. Una Nazionale vincente dà credibilità e visibilità e permette a tutti d’incassare più soldi e avvicinare ulteriori sponsor. La potenza e la salute del nostro hockey ruotano dunque attorno al rossocrociato, ed è giusto concedere spazio alla Nazionale. Con buona pace dei tifosi del Berna, probabilmente incavolati neri per l’infortunio capitato a Marco Lehmann.
L’altro fatto clou delle ultime ore era la scadenza della clausola che permetteva a Dominik Kubalik di tornare in NHL. C’era un po’ di agitazione tra i tifosi biancoblù, ma com’era logico attendersi non c’è stata nessuna svolta per l’attaccante ceco che finirà quindi regolarmente la sua stagione in Leventina. Sarebbe stato clamoroso per lui trovare un ingaggio a questo punto dell’anno.
Adesso l’ala dovrà pensare al suo futuro. Un ritorno in NHL, alla soglia dei 30 anni oltretutto, appare un’utopia. Quando si esce dal giro, ben difficilmente si apre una possibilità di rientro, se non ci si chiama Jaromir Jagr.
Quali scenari ci sono dunque per Kubalik? Molto difficile pensare a un trasferimento in Finlandia o in Svezia, dove i guadagni sono inferiori alla Svizzera. Anche la KHL appare davvero una soluzione altamente improbabile per i noti e tristi motivi. Restano dunque la lega ceca e la nostra.
Un ritorno a casa, in uno dei due club di punta finanziariamente ben messi, ovvero Sparta Praga e Pardubice, non sarebbe certamente un’ipotesi da scartare. Per quanto concerne il campionato elvetico, evidentemente l’Ambrì Piotta farà la sua offerta, che però non potrà competere finanziariamente con quella di qualche club più ricco che sicuramente proverà ad ingaggiare il nativo di Pilsen.
Dovesse decidere di restare in Svizzera, Kubalik dovrà dunque scegliere tra la sua seconda casa, con la prospettiva di guadagnare meno e con tutte le probabilità rinunciare all’ambizione di vincere il titolo, o un nuovo lido con maggiori introiti e qualche chance in più di alzare un trofeo. Il mio pronostico? La partita si giocherà tra la Cechia e l’Ambrì Piotta.
Un’altra curiosità di questi giorni era l’impatto del giovane Simone Terraneo in Swiss League dopo il prestito dell’Ambrì. A Visp il difensore ha iniziato molto bene la sua avventura, e nelle prime due partite ha avuto moltissimo spazio giocando in media quasi 22 minuti. È stato impiegato pure in powerplay, ha segnato una rete e ha finora un bel +3 nella speciale classifica. Un inizio insomma con i fiocchi per il giocatore leventinese.
Infine giungono notizie positive anche in casa Lugano. Il portiere Dominic Nyffeler ha disputato nello scorso weekend la sua prima partita intera dopo ben 9 (!) mesi dando una mano ai Bellinzona Snakes, sconfitti a Winterthur dopo i rigori con il punteggio di 4-3. L’estremo difensore ha intercettato 40 tiri uscendo con una percentuale di parate superiore al 93%. Decisamente incoraggiante come ritorno.