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Interviste

Hofmann: “Non me ne andrò da Lugano prima di aver vinto il titolo, è una promessa”

L’attaccante ha commentato la sconfitta in Gara 7: “Non sarà facile reagire ad un colpo così duro. Abbiamo mostrato grande cuore, ma ci è mancata l’esperienza”

LUGANO – È finita tra le lacrime di staff tecnico, giocatori e tifosi la straordinaria stagione del Lugano, che ha saputo regalare nuovamente grandi emozioni a tutto l’hockey svizzero. La delusione è tanta e riuscire a metabolizzare una sconfitta del genere non sarà semplice, ma i bianconeri devono essere orgogliosi di quanto fatto, soprattutto a livello collettivo.

Sì, perché gli uomini di Greg Ireland hanno costruito una squadra vera, capace di mai disunirsi nonostante i numerosi ostacoli, a cominciare da quella serie di pesanti infortuni che, anziché abbattere i bianconeri, non hanno fatto altro che compattare ancor più il gruppo.

“Fa male e non sarà facile reagire ad un colpo così duro”, ci ha confidato Gregory Hofmann. “È stata una stagione eccellente, giocata con il cuore dall’inizio alla fine. Ripartiremo da quanto di buono abbiamo mostrato in questa e nelle passate due stagioni, che ci hanno pur sempre regalato due finali e una semifinale. Il processo di crescita della squadra è qualcosa di incredibile. Posso assicurarvi che non me ne andrò da Lugano fintanto che non avrò conquistato il titolo. È una promessa. Dal momento in cui ho firmato per i bianconeri ho assistito ad un’evoluzione in tutti gli ambiti, giorno dopo giorno. Sono sicuro che prima o poi riusciremo a sfatare questa maledizione”.

Come hai vissuto questa serie e, soprattutto, l’avvicinamento alla serata di venerdì?
“A livello emotivo Gara 7 di una finale è davvero impegnativa. Personalmente non avevo mai vissuto una situazione di questo tipo, così come molti dei miei compagni di squadra. Venerdì sera non abbiamo giocato come avremmo dovuto per i primi quaranta minuti. Poi, nel terzo tempo, abbiamo alzato la testa ma non è bastato. Quel che è certo è che se guardiamo ai playoff, nonostante tutto quello che ci è capitato, abbiamo mostrato un grande cuore”.

Spesso sono stati i dettagli a decidere le sfide di questa finale, basti pensare alla deviazione di Wellinger in occasione della rete decisiva zurighese…
“È vero, Thomas ha deviato impercettibilmente il tiro ed è entrato. Si tratta di un piccolo dettaglio. Al di là di quello, però, abbiamo mancato di esperienza. La nostra è una squadra giovane e, come ho già detto, partite del genere non sono assolutamente facili da gestire a livello mentale. Personalmente ho faticato a dormire sia la sera precedente la sfida, sia il pomeriggio di Gara 7. Tutti volevamo vincere e probabilmente il fatto che ci fosse tanta euforia per la rimonta nella serie ci ha illuso che fosse già fatta. Anche questi sono dettagli, ma dettagli che fanno la differenza. In questo momento mi sento trafitto da un coltello. Alzare la testa sarà davvero dura…”.

Avete perso una dopo l’altra diverse pedine importanti ma avete sempre trovato le risorse per rimanere in piedi…
“Ciò che fa più male è essere arrivati così vicini. Mancava solamente un maledettissimo gol, e forse un pizzico di energia in più. La mia convinzione, però, resta quella di essere vicini alla conquista di qualcosa di grande. Bisogna continuare ad insistere. A caldo chiaramente fa malissimo, perché è da nove mesi che lavoriamo duramente ogni singolo giorno e perdere Gara 7 davanti al proprio pubblico rappresenta una delusione ancor più grande”.

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