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Interviste

Gianinazzi: “Competizione e divertimento, queste sono le basi del mio hockey”

Il giovane allenatore ha esordito con una sconfitta di misura contro il Davos: “Non è il risultato della partita che mi interessa ora, devo capire su cosa lavorare. Arrivare in prima squadra? Un sogno che si avvera”

LUGANO – Il sabato di Luca Gianinazzi è stato un sabato di quelli da ricordare. Il 29enne al mattino era sul ghiaccio con i bambini del settore giovanile, e alla sera si è trovato head coach della prima squadra in seguito alla separazione da Chris McSorley nella partita contro il Davos.

“Di tempo per pensare ne ho avuto veramente pocoafferma Gianinazzialla mattina avevo con me i bambini di 3-4 anni, al pomeriggio gli U20 e poi mi hanno comunicato che sarei stato allenatore della prima squadra. Insomma, è andato tutto molto in fretta”.

Luca Gianinazzi, come è andata la tua prima serata da head coach del Lugano?
“Il risultato della partita contro il Davos non è il fattore su cui mi voglio concentrare ora. Ho visto delle buone basi per almeno due tempi, competizione e voglia di fare bene, e poi un tempo in cui queste basi sono state perse. È su questo che punto la mia attenzione per il lavoro che mi aspetta. Avere avuto così poco tempo per prepararmi forse a livello personale è stato un bene, non ho avuto tempo per pensare”.

Il club ha affermato che il tuo nome sarebbe stato comunque quello su cui puntare per il dopo-McSorley, tu quando hai iniziato a pensare a questa possibilità?
“Da quando ho iniziato il mio percorso con gli U20 ho posto come obiettivo quello di arrivare un giorno sulla panchina della prima squadra. Non pensavo che questo giorno sarebbe arrivato così in fretta, ma è un sogno che si realizza”.

Qual è la filosofia che porterai in prima squadra?
“Io credo in un hockey dove alla base stanno la competitività e il divertimento dei giocatori. La prima base è imprescindibile a questi livelli, la seconda ti permette di avere quella fantasia e quella libertà in fase offensiva che ti rende imprevedibile agli occhi dell’avversario e che ti aiuta nei momenti chiave”.

Hai a disposizione quasi una settimana per lavorare con la squadra, su cosa punterai particolarmente?
“Come ho detto sabato ho avuto veramente pochissimo tempo per preparare la partita e l’approccio alla squadra, ora mi prenderò il tempo per ragionare sui prossimi giorni. Ho uno staff con cui parlare, persone che mi supportano nel quotidiano e a cui mi appoggerò. Questo non è il mio show personale, prenderò le decisioni discutendo con tutte le persone adatte. Sarà un lavoro inclusivo, parlerò con i giocatori, la società e il resto dello staff e poi prenderò le decisioni che riterrò giuste. Tutti saranno coinvolti in questo, anche se le decisioni finali spetteranno a me”.

Contro il Davos in panchina avevi come assistente Krister Cantoni, sai già come sarà composto il tuo staff?
“Non ho ancora parlato di questo, al momento non è ancora deciso come sarà composto il mio staff e se Cantoni continuerà a farne parte”.

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