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Interviste

Genoni: “L’hockey è sempre una gioia per me, finché potrò continuerò anche in Nazionale”

Il portiere dopo la prima uscita del nuovo anno: “Dobbiamo cercare di eliminare alcuni errori, ma nel complesso siamo sulla retta via. Il mio rinnovo? Non ho mai pensato di smettere, sono felice di restare a Zugo”

ZUGO – Meglio di così non poteva iniziare il nuovo anno per Leonardo Genoni e il suo Zugo. Vittoria e shutout contro il Rapperswil. L’estremo difensore è contento.

“Credo che sia stata una prestazione molto buona del collettivo. All’inizio magari abbiamo avuto qualche difficoltà a entrare nella loro zona difensiva, ma dietro siamo riusciti a coprire bene. La rete di Sheen ci ha un po’ tolto un peso. Inoltre il boxplay ha funzionato molto bene, insomma una buona partita, frutto di un grande lavoro dell’intera squadra”.

Siete al secondo posto della classifica, fin qui si può tranquillamente affermare che la vostra stagione sia positiva…
“Abbiamo fatto dei progressi, facciamo meno errori rispetto allo scorso campionato, ma abbiamo comunque perso dei punti stupidamente. Dobbiamo cercare di eliminare alcuni errori, ma nel complesso direi che siamo sulla retta via”.

Hai rinnovato il tuo contratto di ulteriori tre stagioni. È stato un processo lungo o per te è sempre stato chiaro che avresti voluto continuare a giocare?
“La seconda opzione. Ho sempre tanta gioia nel poter giocare a hockey. Praticare questo sport non è un dovere, è un potere, è questo il bello. Quindi ho detto in anticipo che avrei continuato a giocare, anche perché non ho dolori. È dunque una situazione win-win per tutti. Semmai la scelta di restare a Zugo è stata un processo. Mi piace giocare qui, vengo volentieri all’allenamento, sono dunque contento che siamo riusciti a trovare un accordo e mi rallegro di trascorrere le prossime tre stagioni nell’EVZ”.

Ciò significa che continuerai anche a restare a disposizione della Nazionale elvetica, o non necessariamente?
“Fino a quando avrò il livello, rispettivamente sino a quando il selezionatore mi chiamerà, io risponderò presente. È un onore poter giocare per la Nazionale. Spero di restare nella cerchia dei candidati anche in futuro, per me non è mai stato un tema di dare l’addio alla Svizzera”.

Contro il Rapperswil hai disputato il tuo 895esimo match della carriera in NL. Tra poco avrai raggiunto Reto Pavoni che si è fermato a 907… Lo sapevi? Ci pensi?
“È divertente per così dire, è davvero un caso questa domanda, proprio oggi mi hanno detto che ero sul foglio partita per la millesima volta, non lo sapevo. Quindi è Pavoni il recordman?”.

Esatto, e dietro a lui c’è Stephan con 905…
“Spero di riuscire a raggiungerli allora”.

È una statistica importante per te oppure è solo cosmetica?
“È bella, mostra che il lavoro investito ha dato i suoi frutti. Per arrivare a una cifra del genere devi davvero giocare tanto e non avere gravi infortuni. È la prova che se ci si prepara bene e ci si prende cura del proprio corpo si può arrivare a determinate cifre. Ma non ne vado fiero, o perlomeno non ancora, nemmeno lo sapevo. Magari quando smetterò, riguardando indietro, questo numero significherà qualcosa per me, ma non lo so se sarà davvero così”.

Negli ultimi anni hai formato un tandem con un giovane come Hollenstein. Lo hai visto crescere, gli hai potuto dare input importanti. La stagione prossima ci sarà Tim Wolf, uno che ha già tanta esperienza e la sua carriera ormai l’ha fatta. Ti dispiace un po’ non avere in futuro un giovane al tuo fianco da far crescere? Non è più stimolante?
“Credo che hai usato delle parole un po’ dure in merito a Wolf. Mi rallegro di averlo come compagno. Ho giocato con suo fratello Mike nei GCK. Non conosco invece Tim, ma sarà bello avere un nuovo collega. Puoi vedere e imparare nuove cose, ciò ti permette di progredire, è un nuovo challenge anche per me insomma”.

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