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Ambrì Piotta

È un buon Ambrì, ma il Ginevra non sbaglia nei momenti chiave

Prova positiva dei leventinesi, che vedono la sfida sfuggire nel periodo centrale. Una penalità dubbia a Pestoni e tre ferri colpiti hanno impedito di ottenere di più

(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

È un buon Ambrì, ma il Ginevra non sbaglia nei momenti chiave

GINEVRA – AMBRÌ

5-2

(1-1, 3-0, 1-1)

Reti: 00’48 Winnik (Miranda) 1-0, 2’11 Hofer (Zwerger, Virtanen) 1-1, 20’50 Hartikainen (Filppula, Omark) 2-1, 28’12 Hartikainen (Pouliot) 3-1, 33’58 Hartikainen (Omark) 4-1, 47’20 Zwerger (Virtanen) 4-2, 57’37 Filppula 5-2

Note: Les Vernets, 6’293 spettatori
Arbitri: Borga, Mollard; Altmann, Huguet
Penalità: Ginevra 9×2′, Ambrì 6×2′ + 1x rigore

Assenti: Nick Shore (ammalato), Diego KostnerJohnny KneubuehlerRocco PezzulloStefan Müller (infortunati)

GINEVRA – Al termine della sfida di Ginevra è stato costretto ad accettare un risultato troppo severo l’Ambrì Piotta, ma dalla lunga trasferta a Les Vernets la squadra potrà comunque fare rientro con delle sensazioni positive. I biancoblù hanno infatti affrontato la capolista senza alcun timore, e per delle parti non indifferenti di gara si sono anche fatti preferire in maniera chiara, ma nella serata di venerdì le cose non sono volte in favore del gruppo di Cereda.

Non si può certo rimproverare ai leventinesi di non averci provato, ma nell’occasione alcuni episodi chiave hanno indirizzato la sfida sui binari del Servette, mentre all’Ambrì è rimasta la frustrazione per non aver sfruttato meglio i propri momenti migliori. Facciamo riferimento ad esempio alla penalità dubbia a Pestoni che ha poi permesso ad Hartikainen di infilare il 2-1, oppure quel ferro pieno di Zwerger pochi secondi prima della quarta rete locale – sempre del finlandese, autore di un hat trick – che ha di fatto chiuso l’incontro.

(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Non si fraintenda, prendendo in esame tutti i 60 minuti il Ginevra ha comunque meritato la vittoria, ma l’Ambrì Piotta ha messo in pista una prova sufficientemente buona per ambire perlomeno a tenere il match in bilico in maniera più concreta. Per riuscirci ci sarebbe però voluta una prova ancora più marcatamente “da trasferta”, con una presenza più fisica ed ermetica nello slot – tutti i gol del Ginevra sono arrivati da distanza ravvicinata – ed una maggiore freddezza nello sfruttare il buon numero di occasioni da rete create.

Un mix difficile da mettere assieme in casa della capolista, sempre pronta a punirti al primo errore grazie all’assoluta classe di diversi suoi giocatori, ma di cui venerdì si sono comunque viste le basi. Rimane poi da valutare quanto un discorso di questo tipo possa ancora essere prezioso ora che siamo nella seconda metà di campionato, ma se da un lato a contare davvero sono sempre di più i punti, bisogna anche sottolineare come questa partita sia stata paradossalmente più convincente rispetto a quella vittoriosa contro il Rapperswil.

Di spunti positivi d’altronde ce ne sono stati diversi. Il rientro un po’ a sorpresa di Heim ha ridato qualità e velocità d’esecuzione al suo blocco – anche se Cereda lo ha preservato agli ingaggi facendogliene eseguire solo quattro – mentre Zwerger ha giocato la sua miglior partita da diverso tempo a questa parte, trovando anche una rete meritata nel terzo tempo.

Sul piano generale invece il momento migliore per l’Ambrì è rimasto il quarto d’ora iniziale, in cui gli ospiti hanno immediatamente messo in pista tanto ritmo cogliendo impreparati Omark e compagni che, pur aprendo le marcature dopo soli 48 secondi, nella prima fase hanno faticato e si sono spesso rifugiati in liberazione vietata.

(PostFinance/KEYSTONE/Salvatore Di Nolfi)

Con il passare dei minuti il Ginevra è però logicamente cresciuto, ha aggiunto alla sua ottima fase di transizione anche più possesso offensivo e con le prime due reti di Hartikainen ha dato uno scossone importante alla partita, riducendo le azioni pericolose dei biancoblù ma concedendo comunque a cadenze regolari delle buone opportunità ai ticinesi. Il Servette visto in pista venerdì non era insomma imbattibile, ma ha anche ricordato perché è così forte da essere al primo posto praticamente da inizio stagione, ovvero grazie alla sua abilità di colpire con apparente facilità in avanti e di trarre il massimo anche da azioni apparentemente innocue.

Improbabile, nonostante la buona prova, pensare in una rimonta nel terzo periodo. Conz ha preso il posto di Juvonen – di livello il suo match, ed incolpevole sulle reti incassate – e Zwerger ha riportato sotto i suoi, ma il tempo è passato velocemente ed il Ginevra ha gestito bene il vantaggio accumulato. Per la squadra di Cereda il vero aspetto importante sarà comunque prendere la consapevolezza di questa buona prova per battere sabato il Langnau, in uno scontro diretto che mette in palio punti pesanti.

Con il ritorno di Heim ed un nuovo allineamento dei blocchi la squadra ha risposto bene, pur considerando le difficoltà che comporta un lineup che al centro ha visto i vari Grassi, Wüthrich (!) e Trisconi. Non si è infatti rivisto Shore, nell’occasione annunciato ammalato, e vista la situazione che si è venuta a creare chissà che giocatore e club non possano presto trovare una soluzione per proseguire su strade diverse.

Musica questa eventualmente del futuro. Il presente parla invece di un Ambrì che a Ginevra ha messo in pista una buona prova, e che ora dovrà fare altrettanto contro il Langnau per ottenere tre punti fondamentali.


IL PROTAGONISTA

Teemu Hartikainen: Il possente attaccante finlandese non è sicuramente il più appariscente, ma è davvero il più concreto. La sua tripletta ha ricordato come sotto porta in pochi abbiano il suo fiuto per il gol, e nell’occasione gli sono bastati dei dischi rimasti nella zona calda della pista per metterli un attimo dopo alle spalle di Juvonen. Grazie a questo hat trick è salito a quota 18 gol, bottino che lo rende il miglior marcatore della lega.


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