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Mondiali 2018

È tutto vero, la Svizzera si giocherà l’oro mondiale!

I rossocrociati sono di nuovo protagonisti di una gara coraggiosa e di sacrificio e il Canada di McDavid è eliminato! Domenica ci sarà la rivincita della finale 2013

Andre Ringuette/HHOF-IIHF Images)

È tutto vero, la Svizzera si giocherà l’oro mondiale!

CANADA – SVIZZERA

2-3

(0-1, 1-1, 1-1)

Reti: 18’41 Scherwey (Untersander, Kukan) 0-1, 27’20 Horvat (Dubois, Pageau) 1-1, 29’40 Hofmann (Fiala, Andrighetto) 1-2, 44’14 Haas (Andrighetto, Diaz) 1-3, 57’53 Parayko (McDavid, Schenn) 2-3

Note: Royal Arena, 12’166 spettatori. Arbitri Kaukokari, Kubus; Lhotsky, Oliver
Penalità: Canada 3×2′, Svizzera 1×2′

COPENAGHEN – Stoccolma, 19 maggio 2013, Svezia-Svizzera. Copenaghen, 20 maggio 2018, Svezia Svizzera. Cinque anni praticamente esatti, 650 chilometri di distanza, stesse due squadre a contendersi l’oro mondiale.

Sì, è tutto vero, la Svizzera di Patrick Fischer ha eliminato il Canada – che per la prima volta in quattro anni non disputerà la finale – e vola all’atto conclusivo per una rivincita assoluta contro la nazionale delle Tre Corone. Un passo ulteriore sulla scala della personalità e della mentalità da parte dei rossocrociati, che a differenza del 2013, quando fecero fuori Cechia nei quarti e USA in semifinale, aggiunge un altro trofeo di caccia alquanto prestigioso per le vittorie nei playoff mondiali.

Come la Finlandia, e in fondo anche come la Svizzera, il Canada dello spauracchio Connor McDavid ha presentato una squadra molto giovane a questo Mondiale, ricca di talento, ma non imbattibile per questa selezione rossocrociata. Lo ha capito Patrick Fischer, cresciuto anche lui di partita in partita come la sua squadra, puntando molto sul forecheck alto e la velocità d’esecuzione per mettere in crisi i difensori canadesi, forse il vero punto debole della squadra di Peters.

Non è quindi un caso se in primo tempo dominato territorialmente da McDavid e compagni, le occasioni migliori sono capitate però agli elvetici, bravi a capitalizzarne almeno una dopo tre veramente grosse con uno spunto di Scherwey.

Che la Svizzera fosse una squadra di carattere lo si era già capito, ma Hofmann e banda hanno voluto ribadirlo in una nuova seconda parte efficacissima, con 2 gol per l’allungo in powerplay, contro il box migliore del torneo. Davvero niente male entrare sul 3-1 in un ultimo quarto d’ora di pura sofferenza, dove si è rivista anche la Svizzera di Ralph Krüeger, quella del “hit and run”.

Un solo tiro in porta è andato infatti verso Kuemper, colpendo comunque il bersaglio per il decisivo terzo gol di Haas. In tutto questo un muro a sostenere una squadra intera, quel Genoni partito maluccio, destinato a essere il secondo di Berra ma autore di una semifinale fenomenale, con quell’ultimo big save a pochissimi secondi della sirena a strozzare in gola le urla dei fan canadesi.

E ora sarà rivincita con la Svezia, un traguardo che alla vigilia di questo mondiale nessuno avrebbe mai osato pronunciare, tantomeno dopo l‘esordio zoppicante contro Zwerger, Hofer e Ulmer, ma è soprattutto una redenzione per Patrick Fischer.

Il coach rossocrociato ha portato avanti il suo credo dopo il disastro coreano, correggendo alcune mire e soprattutto capendo che – purtroppo – senza l’apporto dei pezzi da novanta, questa Nazionale manca del carattere e della personalità necessarie, oltre che del talento.

Lui per primo è stato capace di fare un bagno di umiltà e di trascinarvi i suoi ragazzi, costruendo finalmente quel gruppo compatto e orgoglioso che sembrava sparito, un compito tutt’altro che facile quando si è costretti a fare di necessità virtù (ma ne guadagna il carattere del gruppo) con alcune abitudini rinunciatarie tipicamente svizzere.

E ora, lui che due mesi fa era sulla graticola e che a Stoccolma già era su quella panchina, è a 24 ore dal poter scrivere la storia, con una nuova Svizzera e con una nuova mentalità.

Che cosa incredibile il destino.


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