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Interviste

Fazzini: “Trovando la ‘modalità playoff’ possiamo battere tutti”

LUGANO – Martedì sera il Lugano ha fatto il suo debutto casalingo nei playoff, desideroso di riportare in parità la serie dopo la sconfitta patita a Zurigo tre giorni prima.

L’intento dei bianconeri era sicuramente di ripartire dal buon terzo tempo di sabato, evitando quindi di farsi schiacciare eccessivamente dallo Zurigo, ed in questo senso la rete d’apertura firmata da Klasen dopo nemmeno un minuto di gioco ha sicuramente aiutato.

“Sì, penso che abbiamo iniziato meglio rispetto alla prima partita a Zurigo”, ci racconta Luca Fazzini. “Abbiamo cercato subito di metterla sul piano fisico, penso che questa partita abbiamo fatto il doppio dei check. Siamo quindi stati molto più aggressivi, magari spinti anche dal nostro pubblico incredibile. Nel terzo tempo poi siamo riusciti a trovare dei gol importanti e alla fine Elvis (Merzlikins, ndr) ci ha regalato la vittoria. L’importante era pareggiare subito la serie, ma ora dobbiamo immediatamente dimenticare questa vittoria, recuperare le energie e andare a Zurigo per cercare di vincere”.

Luca Fazzini, le reti del terzo tempo portano entrambe la tua firma. Chiaramente viene prima la squadra, ma personalmente deve essere una bella sensazione…
“Chiaro, è un periodo buono per me. Pure stavolta, anche se ho giocato con Reuille – con il quale non sono praticamente mai sceso in pista -, abbiamo avuto una buona intesa. Il terzo gol è nato così, facendo un ottimo forecheck e con Chiesa che dalla balaustra ha messo il disco sulla porta… Il puck poi è arrivato a me, ho cercato di tirare il più veloce possibile ed è entrato. In powerplay invece era la giocata che volevamo fare, volevo tirare sul secondo palo per magari trovare un gol sporco ed è quello che è successo”.

In occasione del secondo gol c’è ancora stato un tocco di Sannitz?
“Non so se Raffa (Sannitz, ndr) abbia deviato il disco, ma era comunque lì nello slot a disturbare il portiere… Penso che abbia fatto un ottimo lavoro di screen e se non ci fossero stati davanti lui e Lapierre il puck probabilmente non sarebbe entrato, il portiere l’avrebbe parato facilmente. Bisogna quindi dare merito anche a loro che davanti alla porta hanno fatto un ottimo lavoro”.

Qualche secondo prima del tuo primo gol, hai avuto un’occasione quasi dalla stessa posizione, dalla “tua” posizione. Cos’hai pensato in quel momento?
“Ho visto che nel momento in cui ho tirato Flüeler mi ha sfidato, è uscito molto dalla porta e non sono riuscito ad angolare il tiro. Subito dopo ho ricevuto un altro disco in quella posizione e mi sono detto che il tiro sarebbe dovuto essere più angolato per riuscire a segnare, e così è stato. Sono felice di aver trovato questi gol che hanno aiutato la squadra a vincere. Adesso bisogna andare a Zurigo e non giocare solo il terzo tempo ma per sessanta minuti come abbiamo fatto in questa partita, poi possiamo vincere questa serie”.

Per la seconda volta in due partite il terzo tempo è stato il vostro migliore. Una coincidenza?
“Non so dirti se è una coincidenza, ma sicuramente questo può essere un segnale positivo, significa che la condizione fisica c’è, perché se riusciamo a spingere così tanto nel terzo tempo vuol dire che siamo in forma. Non è però abbastanza giocare solo gli ultimi venti minuti, stavolta ci è andata bene e penso che abbiamo meritato la vittoria, ma come ho detto prima Elvis alla fine ha fatto una parata incredibile su Thoresen salvando la partita. Siamo felici per questa vittoria, ma dobbiamo metterci in testa che dobbiamo giocare per sessanta minuti come abbiamo giocato i terzi tempi di queste due partite e poi lo Zurigo si può battere”.

Pensi che giovedì riuscirete a giocare come volete fin dal primo ingaggio? Anche lo Zurigo, giocando in casa, vorrà partire forte; ci saranno quindi due squadre con le stesse intenzioni…
“Magari è un po’ più facile iniziare forte in casa perché c’è il pubblico che ti spinge, ma per noi non deve essere una scusa. Ovviamente in uno stadio come quello di Zurigo ci sono dei momenti in cui stai per molto tempo nella tua zona difensiva, ed è proprio in quelle situazioni che dobbiamo stare tranquilli e non iniziare a pattinare a vuoto, rimanendo compatti. Superando questi momenti in cui loro pressano tanto, abbiamo tutte le armi per fargli male, per esempio con il nostro forecheck. L’obiettivo però è andare a Zurigo e iniziare forte subito dal primo tempo, cercando di giocare fisico e di imporre il nostro volere”.

Fino all’ultima partita di campionato, lo Zurigo contro di voi aveva vinto sette partite di fila. Ora invece qualcosa è cambiato, avete vinto due delle ultime tre. Sarà una serie è più equilibrata di quello che si poteva pensare?
“Tutta la Svizzera ci dà come sfavoriti, è normale dopo una regular season del genere, però noi dobbiamo essere consapevoli che siamo forti, l’anno scorso siamo arrivati in finale, quindi perché non possiamo arrivarci anche quest’anno? Lo Zurigo è una squadra completa, che ogni anno in regular season è tra le prime due-tre squadre, ma se riusciremo a trovare la “modalità playoff” in cui tutti giocano il sistema e lavorano duro, potremo battere chiunque. L’abbiamo dimostrato, abbiamo tutte le armi per farlo. Adesso andiamo a Zurigo, ma dobbiamo essere più cattivi, provando a chiudere tutti i check e mettendo tantissimi dischi sulla porta”.

Il secondo tempo è invece stato il frangente in cui avete fatto più fatica a contenere lo Zurigo. Cos’è funzionato meno bene?
“A volte ci sono dei cambi in cui hai dei blackout in difesa, mentre loro continuano a girare riuscendo anche a cambiare linea in zona offensiva e non riesci a liberarti. È proprio lì che dobbiamo migliorare, compattandoci e uscendone come squadra. Poi dopo arriveranno anche i nostri momenti, per esempio con le superiorità numeriche come in questa partita, e lì dobbiamo essere cattivi e bravi a mettere dentro il disco”.

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