A partire dal 7 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.
I campioni in carica dei Chicago Blackhawks sfideranno nella notte d’apertura i New York Rangers, mentre un’ora prima i Toronto Maple Leafs apriranno il torneo sfidando i Montreal Canadiens. Nella stessa serata in programma anche le sfide Canucks-Flames e Sharks-Kings. Per vedere in pista l’altra finalista, i Tampa Bay Lightning, bisognerà invece aspettare la partita contro i Philadelphia Flyers dell’8 ottobre.
Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 30 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino a fine settembre. Buona lettura!
I Colorado Avalanche si affacciano alla stagione 2015/16 lasciandosi alle spalle due annate dagli esiti opposti e tra le più contraddittorie vissute recentemente da una formazione di NHL. In quella che fu la prima stagione al timone per coach Patrick Roy (2013/14) la compagine di Denver fu capace di “stupire il mondo dell’hockey” rendosi capace di una cavalcata che la portò alla vittoria della Central Division.
Tutt’altra musica quella che ha caratterizzato la scorsa stagione, terminata all’ultimo posto nella Central con 90 punti all’attivo. Nei primissimi mesi del campionato scorso le star del gruppo (Duchene, Landeskog, O’Reilly, MacKinnon ed Iginla) hanno faticato a trovare con costanza la via della rete e la giusta intesa coi rispettivi compagni di linea. Questo fattore, unitamente ad un reparto difensivo che si è spesso mostrato inadeguato e l’infortunio del cerbero Semyon Varlamov, ha “azzoppato” la partenza della compagine di Denver. Inoltre, quando in primavera in seguito ad una straordinaria cavalcata Colorado era riuscita a riportarsi a sole quattro lunghezze dall’obiettivo playoff, son venuti a mancare in rapida successione Erik Johnson e Nathan MacKinnon, affossando definitivamente le speranze degli Avs.
Una stagione insoddisfacente non poteva lasciare indifferenti due vincenti come Roy e Sakic, logica quindi una presenza importante della franchigia nell’ambito del mercato estivo. Si è conclusa con un trade, avvenuto pochi minuti dopo l’inizio del draft, la “Ryan O’Reilly saga”. Il centro canadese e l’ala Jamie McGinn sono finiti ai Buffalo Sabres in cambio del difensore Nikita Zadorov, del centro Mikhail Grigorenko e del prospect J.T. Compher.
Questo scambio resta per il momento di difficile intepretazione. Gli Avalanche hanno perso in valore assoluto essendo O’Reilly e McGinn due giocatori già parecchio affermati a livello NHL, ma in prospettiva il giudizio potrebbe riequilibrarsi qualora Nikita Zadorov continuasse nella maniera prevista il proprio sviluppo e Mikhail Grigorenko (già sotto la guida di coach Roy ai tempi dei Québec Remparts) riuscisse finalmente ad esprimere il suo tanto decantato potenziale. Prima della cessione di O’Reilly gli Avalanche si erano coperti le spalle accaparrandosi i diritti del centro Carl Söderberg (che sarebbe diventato UFA da lì a poche ore) dai Boston Bruins, trovando poi con lo svedese un accordo per un contratto di 5 anni e 4,75 milioni di dollari di cap hit. Gli Avalanche hanno in seguito draftato l’ala finlandese Mikko Rantaten (10a scelta assoluta), per poi aggiungere profondità ed esperienza al roster durante il mercato free agents con l’acquisto del difensore Francois Beauchemin e dell’ala Blake Comeau.
Per la prossima stagione a Denver molto ci si attenderà dal portiere Semyon Varlamov, cresciuto esponenzialmente nelle ultime due stagioni. Ad affiancarlo non è detto che sarà lo svizzero Reto Berra, il quale dovrà contendere il ruolo di backup al canadese Calvin Pickard durante il camp di settembre.
La difesa degli Avalanche sarà il reparto più rivoluzionato rispetto al recente passato. Finalmente Colorado potrebbe aver trovato in Zadorov e Beauchemin due difensori solidi ed affidabili da affiancare ad Erik Johnson e Tyson Barrie, entrambi molto votati alla fase offensiva. Un posto al sole cercherà di guadagnarlo anche l’ex biancoblù Maxim Noreau, vittima lo scorso anno di un infortunio alla spalla che lo ha costretto ad alzare bandiera bianca a metà stagione.
Come detto il reparto offensivo degli Avalanche ha perso in Ryan O’Reilly un centro di assoluto valore per il gioco two-ways ed è il secondo anno consecutivo (in precedenza fu Paul Stastny a partire) che il top six della compagine statunitense subisce un brutto colpo. Le speranze a Denver sono riposte nella maturazione di Nathan MacKinnon, nonché in una stagione solida e regolare da parte di Landeskog e Duchene, affiancati dagli esperti Tanguay ed Iginla. Dal canto suo Söderberg avrà il compito di far rimpiangere il meno possibile Ryan O’Reilly nel ruolo di centro della seconda linea. Tuttavia qualche dubbio persiste, soprattutto considerando l’età di Tanguay (36 anni,) e Iginla (38 anni).
Gli Avalanche non avranno vita facile nella corsa ai playoff ed il fatto di trovarsi nell’agguerrita Central Division non faciliterà sicuramente il compito della compagine della Mile High City. La scorsa stagione gli Avs si fermarono a 90 punti sui 99 necessari, dopo un inizio di campionato a dir poco tragico. L’impressione è che la squadra di coach Roy presenti molte, forse troppe incognite che rendono difficile una previsione certa.
Si tratterà dunque di vedere quanti interrogativi andranno a trovare una risposta positiva e quanti invece si concluderanno in maniera negativa. L’ipotesi più verosimile è che gli Avalanche abbiano le carte in regola per perlomeno giocarsi fino alla fine il ruolo di outsider nella corsa ai playoff.
LE SQUADRE PRESENTATE SINORA |