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Ambrì Piotta

Per l’Ambrì i play-in non possono più essere un punto d’arrivo, ma ci vorrà la giusta mentalità

I biancoblù sono attrezzati per arrivare tra le prime dieci, ma lo scorso finale di stagione ha confermato una certa soggezione nei momenti topici. L’Ambrì può lottare per i playoff, ma dovrà convincere come prima cosa sé stesso

L’inizio della stagione 2024/25 di NLA si sta avvicinando a grandi passi, ed anche quest’anno HSHS vi darà una completa panoramica di tutte le squadre che compongono il massimo campionato svizzero.

Giorno dopo giorno troverete sulle nostre pagine commenti e analisi dei vari club, a cui abbiamo aggiunto un nostro pronostico di posizione in classifica al termine della regular season.


AMBRÌ PIOTTA

La rosa 2024/25

PORTIERI
Janne Juvonen (🇫🇮), Gilles Senn, Davide Fadani

DIFENSORI
Kodie Curran (🇨🇦), Isacco Dotti, Simone Terraneo, Zaccheo Dotti, Jesse Zgraggen, Dario Wüthrich, Jesse Virtanen (🇫🇮), Tim Heed (🇸🇪), Rocco Pezzullo

ATTACCANTI
Jonathan Ang (🇨🇦), Daniele Grassi, Manix Landry, Dominic Zwerger, Miles Müller, Inti Pestoni, Yannick Brüschweiler, Diego Kostner, Jakob Lilja (🇸🇪), Tim Muggli, André Heim, Philippe Maillet (🇨🇦), William Hedlund, Dominik Kubalik (🇨🇿), Floran Douay, Dario Bürgler, Tommaso De Luca


L’Ambrì Piotta è reduce da una delle sue migliori stagioni dell’attuale gestione sportiva, caratterizzata in particolar modo da una buona continuità di prestazioni che si è tradotta nell’ottavo posto in classifica, ma l’amaro in bocca dopo quanto successo nei play-in è ancora ben presente. Ed è giusto che sia così.

Il club leventinese negli anni ha sicuramente fatto dei passi avanti e questo si vede riflesso anche nella struttura della squadra, ed ha anche avuto la maturità di apportare alcuni cambiamenti tattici che hanno permesso un’ulteriore evoluzione, ma nei momenti davvero importanti si sono ancora viste delle fragilità. Per solidificare il proprio status è infatti dal punto di vista della mentalità che l’Ambrì è ancora atteso ed un passo successivo, e sarà dunque interessante verificare i progressi in questo senso dopo che negli ultimi play-in contro Lugano e Bienne sono venute a mancare la convinzione e la spavalderia necessarie per appartenere davvero alle squadre migliori.

Il vantaggio casalingo di 4-0 sul Lugano, oppure la prospettiva di tornare finalmente ai playoff vincendo una partita contro il Bienne davanti al proprio pubblico, non erano bastati per vedere il gruppo gonfiare il petto e dimostrare di avere carattere per davvero. Non si fraintenda però, i progressi nell’ultimo anno erano stati evidenti – un vero calo si è visto solo dopo la Spengler, e bisogna ricordare che nelle ultime 13 partite la squadra non aveva tremato sfoderando una media di 2 punti a partita – ma le bandiere erano anche state ammainate con un po’ di soggezione quando si trattava di mostrare la convinzione nei propri mezzi.

L’obiettivo dichiarato per la nuova stagione è quello di tornare a qualificarsi per i play-in – finendo dunque in una delle prime dieci posizioni – ma siamo sicuri che per considerare la stagione come positiva molto dipenderà da come questa fase verrebbe giocata. D’altronde le dichiarazioni di vari giocatori durante l’estate non lo hanno nascosto, il modo in cui si è stati eliminati nei play-in la scorsa primavera ha fatto male ed ha lasciato la voglia di spingersi un passo più avanti, ed anche nelle recenti dichiarazioni del DS Paolo Duca si è letta tra le righe la sfida lanciata al suo gruppo.

Se l’Ambrì Piotta vorrà continuare il suo percorso di crescita dovrà insomma lasciarsi alle spalle un certo complesso d’inferiorità, compito questo non semplice per un club che si è qualificato ai playoff solamente due volte negli ultimi 18 anni, e che ha vinto la sua ultima serie quasi un quarto di secolo fa. Il tempo dirà se l’attuale gruppo ha gli ingredienti per lanciare un messaggio diverso al momento buono, partendo dalla consapevolezza che per arrivare pronti a quel punto bisognerà lavorare con un alto standard per diversi mesi.

La squadra di Luca Cereda può comunque ripartire da delle buone basi, rappresentate dalle rispettate premesse di una passata stagione in cui si voleva una squadra capace di puntare con maggiore costanza e determinazione allo slot avversario, e di proteggere con più efficacia i propri portieri.

A 5-contro-5 l’Ambrì ha portato in pista un gioco nella media e legittimato la propria posizione in classifica, anche se gli special teams hanno evidenziato il paradosso di un powerplay più efficace del previsto (il terzo migliore dietro a Friborgo e Ginevra, ma con elementi come Pestoni e Bürgler che hanno tirato con il 30%) ed un penalty killing invece spesso battuto nonostante dei giocatori ideali per l’esercizio. I numeri avanzati di NLIcedata.com indicano però come il PP per reti attese fosse in realtà l’11esimo della lega, ed il PK invece il sesto, dunque la sfida sarà piuttosto quella di confermarsi produttivi in superiorità numerica mentre ridurre le reti incassate in boxplay potrebbe rivelarsi un processo più “automatico”.


ARRIVI
Gilles Senn (G, Davos)
Miles Müller (F, Moncton Wildcats)
Tim Muggli (F, Zugo)
Jesse Zgraggen (D, Ajoie)
Jonathan Ang (F, Kloten)
Philippe Maillet (F, Laval Rocket)
Kodie Curran (D, Dinamo Minsk)
Dominik Kubalik (F, Ottawa Senators)

PARTENZE
Benjamin Conz (G, Ajoie)
Johnny Kneubuehler (F, Bienne)
Tobias Fohrler (D, Adler Mannheim)
Valentin Hofer (F, Rapperswil)
Kilian Zündel (D, Graz99ers)
Michael Spacek (F, Ginevra)
Alex Formenton (F, ritiro)
Lionel Marchand (F, Turgovia)
Laurent Dauphin (F, Laval Rocket)
Nando Eggenberger (F, Zugo)
Josselin Dufey (F, Coira)

STRANIERI
Tim Heed (D, 🇸🇪)
Janne Juvonen (G, 🇫🇮)
Jesse Virtanen (D, 🇫🇮)
Jakob Lilja (F, 🇸🇪)
Jonathan Ang (F, 🇨🇦)
Philippe Maillet (F, 🇨🇦)
Kodie Curran (D, 🇨🇦)
Dominik Kubalik (F, 🇨🇿)


La vera criticità starà anche quest’anno nella difesa, che nei suoi tratti generali non è cambiata molto. Virtanen ed Heed rimarranno dei pilastri imprescindibili e saranno ancora chiamati a giocare parecchio (erano stati i due giocatori più impiegati dell’intera lega, anche se va detto che una media di 24 minuti non è per nulla eccessiva), mentre l’arrivo di Zgraggen in sostituzione di Fohrler rappresenta nel migliore dei casi uno status quo ma difficilmente un upgrade rispetto al tedesco.

La profondità del reparto dietro ai due stranieri titolari – difficile per ora valutare l’eventuale impatto di Curran, il cui destino è legato anche a quello di Kubalik – cala poi in maniera importante vista l’assenza di un elemento svizzero di un certo livello. Sarà dunque passando dall’organizzazione del sistema difensivo che la squadra dovrà sopperire alle proprie mancanze, cosa che in parte era riuscita la passata stagione.

Questo non significa che non si possano apprezzare e sottolineare i progressi dei vari Pezzullo, Wüthrich oppure Terraneo, ma in rapporto a diverse avversarie i biancoblù hanno in retrovia un chiaro tallone d’Achille. I nomi citati – a cui si aggiungono i fratelli Dotti – sono però ancora giovani ed una progressione improvvisa di uno di loro potrebbe far guadagnare punti ad una retroguardia che sulla carta impone comunque molta prudenza.

Rilanciare il gioco in maniera pulita dal terzo, oppure impedire l’entrata in zona difensiva degli avversari rimangono comunque esercizi in cui solamente gli stranieri riescono ad eccellere, e questo per una squadra che vuole basare il proprio stile sulla velocità di transizione potrebbe rappresentare un freno.

Il reparto offensivo ha infatti visto pochi ma mirati innesti proprio per supportare questo tipo di gioco, e a poco dall’inizio della stagione l’arrivo di Dominik Kubalik ha permesso a Duca di colmare una chiara lacuna nel suo lineup, ovvero l’assenza di uno sniper che avesse davvero nel DNA l’istinto naturale di andare al tiro. L’unica eccezione è quella di Bürgler.

Questo era un limite venuto a galla già nella passata stagione, ed era stato attutito dalla presa di responsabilità da parte di vari elementi. Quest’anno potrebbe succedere lo stesso ad esempio con una maggior propensione alla conclusione di De Luca (che già lo scorso anno per tentativi di tiro sui 60 minuti era dietro solo a Formenton e Lilja) oppure Pestoni, che potrebbe ritrovare questo istinto con maggior frequenza.

Kubalik rappresenterà un’arma micidiale anche in powerplay (nel suo ultimo anno in NL era stato al top della lega con 21 punti), oltre ad essere uno dei migliori finalizzatori in circolazione. Gli arrivi di Maillet e Ang si sposano invece bene con lo stile di Cereda, con l’ex Kloten che è un vero maestro nel velocizzare la fase di transizione – è secondo a pochi per pattinaggio e nell’abilità di portare il disco dal terzo difensivo a quello offensivo in maniera controllata – mentre il canadese è meno “artista” di Spacek ma ha un gioco molto diretto e più in linea con quello dell’Ambrì. Il ceco in alcuni momenti tendeva invece a rallentare la manovra.

La profondità della rosa offensiva potrà sicuramente rappresentare un’arma – specialmente all’ala – ed in questo senso uno degli esercizi più importanti a cui sarà chiamato lo staff sarà quello di mantenere attivo e coinvolto Jakob Lilja. Lo svedese si è infatti ritrovato in una posizione particolare con l’arrivo di Kubalik, che lo ha spinto uno scalino sotto in gerarchia facendolo uscire dalla “formazione tipo”.

Cereda dovrà dunque essere bravo nell’evitare che Lilja si senta una “riserva”, perché nel momento in cui si avrà bisogno di lui bisognerà poter contare su un giocatore in forma e motivato. La partenza di Kubalik potrebbe infatti verificarsi in qualsiasi momento nei primi tre mesi di stagione, così come eventuali infortuni oppure la necessità di dare maggior peso alla squadra con un suo inserimento.

Il limbo in cui si trova l’attaccante ceco rappresenterà una variabile impazzita per l’Ambrì Piotta sino a metà dicembre, ed è chiaro che una sua partenza priverebbe la squadra di un profilo insostituibile, ovvero quello di uno sniper puro capace individualmente di fare la differenza.



C’è invece meno profondità al centro, con già l’infortunio a Diego Kostner che ha portato a chiedersi chi prenderà il suo posto per l’inizio di stagione. In quella posizione è stato provato Miles Müller – ma per un ragazzo di 19 anni non è evidente ricoprire quel ruolo, soprattutto a livello fisico – mentre capitan Daniele Grassi in passato ci aveva messo una pezza ma evidenziando anche delle difficoltà soprattutto agli ingaggi. Rimane ovviamente la possibilità di spostare nel mezzo Jonathan Ang, andando però a catena a modificare almeno un paio di linee offensive in uno scenario che non sempre potrebbe essere ideale.

Fondamentale sarà inoltre l’impatto di Philippe Maillet, da cui la squadra avrà bisogno un contributo da primo centro sia in termini di produzione offensiva – che forse non raggiungerà i 50 punti di Spacek, ma in AHL e KHL ha mostrato numeri che lasciano ben sperare – che per leadership, ed è forse in questo campo che il canadese potrà dare un’impronta più marcata alla squadra rispetto all’introverso predecessore ceco.

L’ossatura della squadra dovrà poi basarsi anche sul ritorno ai livelli migliori di André Heim – che già aveva dati buoni segnali nel finale dell’ultimo torneo – e su un ulteriore passo avanti di Landry, a cui sarà affidata la responsabilità di una terza linea che avrà un ruolo chiave nel confronto con gli avversari. Ha invece trasmesso tanta sicurezza e fiducia nei propri mezzi sin dal preseason Jonathan Ang, che sembra aver già voltato pagina dall’opaca passata stagione.

Rimane da valutare il reparto dei portieri, che parte dalla solidità assicurata da Janne Juvonen e che spera di vedere il nuovo arrivato Gilles Senn ritrovare il suo miglior livello e rappresentare dunque una concreta opzione per poi schierare sei stranieri di movimento.

Se nel caso del finlandese non si hanno molti dubbi in merito alle prestazioni che potrà fornire – non è forse più “un muro” come il suo primo periodo in Leventina, ma raramente concede gol soft – per quanto riguarda Senn si dovrà portare avanti un lavoro importante soprattutto a livello mentale e di fiducia.

Tra i due anni passati in Nord America e poi le ultime tre stagioni a Davos, Senn ha infatti vissuto dei momenti difficili e tende oggi a caricarsi di eccessiva pressione, che nel recente passato abbiamo visto tradursi in prestazioni altalenanti e non sempre affidabili. La stagione alle porte dovrà dunque dare risposte importanti in questo senso, a maggior ragione se l’intenzione del club per il futuro è quella di tornare a puntare su due portieri svizzeri, con Senn che nello scenario ideale avrebbe un ruolo centrale.

Ci sono insomma diverse variabili che rendono intrigante ma anche di difficile previsione la stagione dell’Ambrì. La presenza di Kubalik porterà un’arma offensiva capace di macinare punti e di infondere coraggio a tutto il gruppo – il maestro in questo era stato Novotny nel recente passato, ma anche il connazionale con la sua presenza aveva avuto questo effetto – mentre sarà da verificare quanto Curran verrà effettivamente impiegato dallo staff.

Questa decisione passerà anche da cosa sapranno fare i difensori svizzeri, mentre sul fronte offensivo si spera di ritrovare il miglior Zwerger e di aver scovato una perla in Miles Müller. Da non sottovalutare inoltre Muggli e Brüschweiler, che potrebbero dare filo da torcere a Grassi per un posto nel lineup.

Nel complesso i leventinesi si presentano come una squadra sufficientemente attrezzata per centrare l’obiettivo dei play-in, questo nonostante un reparto difensivo tanto dipendente dagli stranieri ed un attacco omogeneo ma che con la partenza di Kubalik potrebbe mancare di sufficienti finalizzatori.

Un posto nelle prime dieci rimane a prescindere nelle corde della squadra, ma un vero passo avanti lo si vedrà solamente quando nel famoso “crunch time” si dimenticheranno certe paure e si affronteranno i momenti più tesi con l’atteggiamento di chi non teme la sconfitta. Questa è la grande sfida dell’Ambrì, e se la qualificazione ai play-in è l’obiettivo dichiarato, l’ambizione dev’essere quella di dimostrarsi all’altezza di lottare alla pari con chi i playoff li conquista con buona regolarità. Poi ci sta anche rimanere esclusi, ma non con soggezione.


MIGLIOR INNESTO

Dominik Kubalik: menzionare il ceco è praticamente scontato, e questo non solo per il suo passato in Leventina e per il fatto che porterà in squadra un profilo che sinora mancava. Kubalik ha infatti il livello per essere uno dei migliori giocatori del campionato, e la sua ambizione di tornare velocemente in NHL potrebbe aiutare l’Ambrì a mettere subito del prezioso fieno in cascina nei primi mesi di campionato.

ADDIO DOLOROSO

Benjamin Conz: in molti avrebbero probabilmente optato per Spacek, ma il ceco pur essendo fortissimo comportava anche una particolare gestione, mentre Conz era uno dei simboli e uomini di fiducia dell’attuale gestione sportiva. Tra i pali sapeva ancora garantire delle buone prestazioni, e a livello umano assieme a Johnny Kneubuehler lascerà un vuoto che si farà indubbiamente sentire.

FATTORE X

Heed e Virtanen: le sorti della stagione poggeranno sulle prestazioni – e sull’assenza di infortuni – dei due difensori stranieri, che rappresentano la vera base dell’intera squadra. Per una 50ina di minuti su 60 uno dei due sarà infatti in pista, e l’alto livello che riescono ad assicurare sarà imprescindibile per tutta la manovra. Certo, in caso di assenza potrà subentrare Curran e questo è un paracadute importante, ma è indubbio che Heed e Virtanen rappresentino due perni centrali per l’intera squadra.


La classifica di HSHS

1. ZSC LIONS
2. GINEVRA
3. ZUGO
4. LOSANNA
5. LUGANO
6. FRIBORGO
7. DAVOS
8. BERNA
9. AMBRÌ PIOTTA
10. BIENNE

11. RAPPERSWIL
12. LANGNAU
13. KLOTEN
14. AJOIE

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