L’inizio della stagione 2023/24 di NLA si sta avvicinando a grandi passi, ed anche quest’anno HSHS vi darà una completa panoramica di tutte le squadre che compongono il massimo campionato svizzero.
Giorno dopo giorno troverete sulle nostre pagine commenti e analisi dei vari club, a cui abbiamo aggiunto un nostro pronostico di posizione in classifica al termine della regular season.
DAVOS
La rosa 2023/24
PORTIERI
Sandro Aeschlimann, Gilles Senn, Laurin Soler
DIFENSORI
Davyd Barandun, Klas Dahlbeck (🇸🇪), Dominik Egli, Michael Fora, Oliver Heinen, Sven Jung, Gian Leipold, Yanik Lichtensteiger, Tim Minder, Kristian Näkyvä (🇫🇮), Noah Schneeberger
ATTACCANTI
Andres Ambühl, Leon Bristedt (🇸🇪), Enzo Corvi, Chris Egli, Yannick Frehner, Rico Gredig, Gian-Marco Hammerer, Simon Knak, Joakim Nordström (🇸🇪), Valentin Nussbaumer, Aleksi Peltonen, Raphael Prassl, Dennis Rasmussen (🇸🇪), Matej Stransky (🇨🇿), Marc Wieser
La stagione scorsa è stata piuttosto burrascosa per il Davos, nonostante la chiusura di regular season al quinto posto. Dalle dichiarazioni di sfiducia a medio termine da parte di Jan Alston verso il coach Christian Wohlwend fino alla rottura – prevedibile – totale in corso d’annata, quasi senza pensare che certe bordate non potessero avere conseguenze.
Dal famoso episodio della borraccia nei playoff 2022 la dirigenza aveva messo una fiducia risultata di carta velina sul suo allenatore, strappatasi del tutto a gennaio di quest’anno dopo una serie di rimproveri tra una parte e l’altra, una mal sopportazione (soprattutto da parte della dirigenza verso il coach) nascosta come sempre da motivi tecnici.
La mossa di Alston sul piano della regular season ha avuto comunque un buon effetto, la squadra affidata in tandem a Glen Metropolit e Valtteri Immonen ha saputo raggiungere il quinto posto e la qualificazione diretta ai playoff, venendo però eliminata in cinque partite dagli ZSC Lions, portandosi così in alto in classifica anche grazie a una buona dose di fortuna e ai punti arrivati oltre il sessantesimo.
Oggi sulla panchina dei grigionesi siede Josh Holden, reduce dall’apprendistato come assistente di Dan Tangnes a Zugo, una scelta per certi versi sorprendente ma anche intrigante, visto il passato da giocatore di grandissima esperienza del canadese. Il compito di Holden (con il confermato tandem Metropolit–Immonen al suo fianco) sarà quello di ridare consistenza a una squadra che ha dato il meglio in regular season, mostrando però delle lacune di gioco che puntualmente sono state pagate nei playoff.
Al Davos servirà quindi una nuova “educazione” tattica dopo i problemi difensivi delle ultime stagioni – parzialmente mitigati dopo il cambio in panchina – e l’abitudine di molti giocatori nel distinguersi in giocate a dir poco coraggiose e molto pericolose, con un sistema di gioco sempre ad altissimo rischio.
ARRIVI
Aleksi Peltonen (F, St. Lawrence University)
Noah Schneeberger (D, Bienne)
Kristian Nakyva (D, Örebro)
PARTENZE
Dino Wieser (F, ritiro)
Magnus Nygren (D, Färjestad BK)
Julian Schmutz (F, Langnau)
Joseph Morrow (D, ???)
Aaron Irving (D, Sparta Praga)
Thomas Wellinger (D, ritiro)
Jules Sturny (F, Basilea)
Claude-Curdin Paschoud (D, Berna)
Denys Rubanik (F, Coira)
STRANIERI
Klas Dahlbeck (D, 🇸🇪)
Leon Bristedt (F, 🇸🇪)
Joakim Nordström (F, 🇸🇪)
Matej Stransky (F, 🇨🇿)
Dennis Rasmussen (F, 🇸🇪)
Kristian Nakyva (D, 🇫🇮)
Non ha cambiato molto la squadra grigionese nell’ultimo mercato, al 90% la formazione è rimasta la stessa, dovendo operare solo capillarmente per sostituire qualche pedina, seppure molto importante.
Confermati Sandro Aeschlimann e Gilles Senn, in porta rimane una buona dose di sicurezza, soprattutto pensando al nazionale svizzero, capace di nuovo di proporsi su ottimi livelli, pur senza toccare i picchi eccezionali della scorsa stagione. Con un Senn utilizzato in maniera più consona, anche le sue stesse prestazioni ne hanno giovato, restituendo al Davos una coppia in grado di viaggiare sopra il 91% con regolarità (salito a oltre il 92% nei playoff per Aeschlimann), con in generale meno di 2,5 reti subite a incontro per entrambi.
I cambiamenti maggiori sono avvenuti per contro nel reparto difensivo, che già dopo il cambio in panchina ha visto ottimi progressi, passando dalle 2,87 reti subite per incontro fino a gennaio alle 2,65 di fine regular season, adottando un sistema più prudente rispetto alla precedente gestione.
La retroguardia comunque ha perso due pilastri, ossia Magnus Nygren (tornato al Färjestad) e Thomas Wellinger, il quale ha annunciato il suo ritiro all’età di 35 anni. Per sostituire lo svedese Jan Alston ha portato nei Grigioni il finlandese Kristian Näkyvä, visto all’opera con la maglia dell’Örebro all’ultima edizione della Coppa Spengler.
Näkyvä rappresenta un tipo di difensore all rounder, capace di proporsi con regolarità in fase offensiva ma anche solido in retrovia, forse meno produttivo del suo predecessore ma più equilibrato, in grado comunque di far partire in velocità la manovra.
A prendere il posto dell’ex bianconero è invece arrivato da Bienne Noah Schneeberger, rilanciatosi dopo il periodo alla Tissot Arena. Il reparto arretrato sembra piuttosto profondo, ma in quanto a qualità non è ancora a livello delle migliori, con una tendenza all’errore individuale piuttosto marcata in diversi elementi e molti giovani da forgiare.
Uno dei problemi del Davos risiede nella fase offensiva, con un attacco terminato solo decimo in National League, e allora ci si chiede come con una differenza reti così esigua e pochi gol segnati i grigionesi siano potuti arrivare fino al quinto posto.
Fora e compagni hanno infatti meno vittorie da tre punti di Lugano, Kloten e Friborgo, ma hanno saputo incamerare ben 29 punti (!) tra overtime e rigori, con addirittura 11 punti “ricavati” dalle sconfitte. Oggi sarebbe improbabile (e pericoloso) pensare che una squadra possa ripetere un ruolino del genere contando su una nuova rischiosa speculazione su overtime e rigori.
Le 149 reti segnate dai gialloblù in regular season sono un bottino magrissimo e tanto è pesato dalle prestazioni degli stranieri. Rasmussen e Nordström, nonostante le buone prestazioni in linea con le loro caratteristiche si sono confermati dei “non scorer” e aldilà da uno Stransky fuori quota nessuno ha saputo tenere una media sufficiente.
La delusione maggiore è venuta da Leon Bristedt, partito alla grande ma spentosi improvvisamente da Natale via, e da un Corvi sempre grandissimo assist man ma autore di sole 7 reti in 54 partite, meno di Dominik Egli e Julian Schmutz.
In questo senso a meno di un sistema di gioco che valorizzi di più diversi giocatori o che qualcuno si riveli improvvisamente uno scorer, difficilmente il Davos potrà vedere esplodere certe cifre, soprattutto pensando a uno stile di gioco che punterà maggiormente sulla prudenza e meno sulla sfacciataggine delle giocate individuali, e nemmeno l’ingaggio di Aleksi Peltonen (gemello del bianconero Jesper e unico nuovo arrivo in attacco) potrà fare la differenza voluta.
Per una squadra che ha cambiato poco ma in maniera importante come il Davos le incognite sono molte, pensando anche a una scorsa regular season che ha nascosto diversi problemi con uno svolgersi degli eventi insidioso. La concorrenza aumenta sempre di più e con i dubbi da risolvere sul piano del gioco, l’incognita della panchina e qualche individualità da recuperare ci sembra difficile immaginare i grigionesi terminare ancora nelle prime sei alla vigilia del postseason.
MIGLIOR INNESTO
Kristian Näkyvä: Il difensore finlandese è più equilibrato rispetto allo svedese Nygren, e forse per questo risulta un ingaggio azzeccato in una difesa che spesso ha vissuto di qualche insidia di troppo e abbisogna di esperienza e stabilità. Forse offensivamente non porterà i numeri del suo predecessore ma sgraverà anche Klas Dahlbeck di molti compiti di contenimento.
ADDIO DOLOROSO
Magnus Nygren: Nonostante negli anni sia stato colpito anche da lunghi e gravi infortuni, lo svedese è stato spesso la chiave del gioco dei grigionesi, sia a 5-contro-5 con le sue ripartenze in velocità sia in power play con le sue capacità e il tiro potentissimo. Il suo sostituto sembra all’altezza, ma quello che ha portato Nygren nelle sue sei stagioni in gialloblù (di cui ha vestito anche la C di capitano) non verrà dimenticato in fretta.
FATTORE X
Gli equilibri del gioco: Holden si troverà con una rosa che segna poco e che ha spesso speculato sui punticini rubati negli overtime e nei rigori, giocando in maniera a volte avventata e basandosi sulle capacità individuali. Il nuovo coach dovrà dare un gioco che valorizzi meglio gli attaccanti poco abituati al gol e che stabilizzi una difesa spesso tremolante. Con un mercato al minimo il suo compito non sarà dei più facili, ritrovandosi per le mani una squadra praticamente già fatta.
La classifica di HSHS
1. _________
2. _________
3. ZUGO
4. BIENNE
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6. _________
7. _________
8. _________
9. DAVOS
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11. __________
12. __________
13. LANGNAU
14. AJOIE