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Lugano

Nel caos della Resega il Lugano la spunta in rimonta sul Langnau

meta

LUGANO – LANGNAU

4-3

(1-1, 0-1, 3-0)

Reti: 11’32 Fazzini (Hofmann) 1-0, 17’13 Schremp (DiDomenico, Koistinen) 1-1, 34’01 DiDomenico (Shinnimin, Koistinen) 1-2, 44’21 Sannitz 2-2, 47’49 Klasen (Wilson) 3-2, 55’06 Brunner (Martensson, Klasen) 4-2, 57’16 Nüssli (Shinnimin) 4-3

Note: Resega, 5’738 spettatori. Arbitri Fischer, Vinnerborg; Fluri, Kovacs
Penalità: Lugano 7×2′, Langnau 7×2′

LUGANO – Ci sono delle partite che, aldilà del risultato, chiunque sia presente alla pista tra pubblico pagante, addetti ai lavori e a un certo punto ci mettiamo anche i giocatori, vorrebbero vederle finire il più in fretta possibile. Questo è stato il sentimento generale durante i 60 minuti di Lugano-Langnau, una delle partite più brutte viste alla Resega da molto tempo a questa parte.

Colpa di un Langnau venuto a giocarsi (già?) la carta della semi disperazione, che ha messo in pista foga, grinta, ma anche tanta, tantissima confusione dettata dalla voglia di rimediare a una situazione che ha messo già il coach Scott Beattie sulla graticola. Ma colpa anche del Lugano che, nonostante il recupero di Furrer, invece di approfittare del caos generato dai tigrotti ci è finito dentro come in una pozza di sabbie mobili, facendosi risucchiare in un vortice incredibile di errori.

Nonostante ciò sono stati i bianconeri a passare per primi, grazie a Fazzini dopo un power play, uno dei moltissimi fischiati dagli arbitri in un contesto di grande disordine aumentato a dismisura da tutte queste chiamate.

Chi pensava che la rete del numero 17 potesse sbloccare un Lugano contratto e privo di idee è però rimasto parecchio deluso. A fronte di un powerplay inguardabile dei bianconeri, che hanno sprecato anche 2 minuti a 5-contro-3, i Tigers hanno sfruttato una delle loro occasioni di giostrare in superiorità numerica, grazie a un gran tiro al volo di Rob Schremp.

La rete degli ospiti ha fatto ripiombare nel caos la squadra di Shedden, impossibilitata a dare un senso alla partita e una continuità di gioco a causa delle numerose penalità ricevute sul proprio conto.

Surreale quello che poi si è visto nel secondo tempo, con i bianconeri quasi sempre dalle parti di Ciaccio, che con bravura, tanta fortuna e grazie all’imperizia di Brunner e compagni, oltre alla protezione dei suoi difensori, ha salvato più di 20 tiri sulla sua gabbia, partiti però spesso da posizioni poco ideali, senza contare quelli bloccati dai difensori o alle occasioni sprecate per troppo altruismo.

Altruismo o poco coraggio di prendersi la responsabilità di tirare, come capitato più volte a Zackrisson, che in shorthand ha preferito un ultimo passaggio a Hofmann con il difensore sul ghiaccio, quando la porta di Ciaccio era sguarnita al 50%. Questo mancava al Lugano, la voglia di andare diretti sulla porta, di mettere dischi e prendere colpi, oltre a tutti gli errori fatti in impostazione e transizione.

E poi si sa, quando si sbatte così contro gli avversari e contro se stessi, la beffa è dietro l’angolo, materializzatasi quando DiDomenico ha battuto per la seconda volta Manzato, anche lui poco sicuro e spesso fuori posizione. Rete convalidata dopo visione del video, e se già le cose non funzionavano, era grande il rischio che i bianconeri cadessero nello sconforto.

Ma a volte la fortuna toglie per ridare più in là, ciò che è successo a Sannitz quando ha pareggiato in shorthand grazie ad un’autorete di Stettler, e da lì la gara è cambiata almeno un pochino.

Non che i bianconeri abbiano cominciato a fare sfracelli, ma qualche combinazione veloce che ha messo in crisi gli ospiti la si è vista, e di conseguenza sono arrivate anche le reti di Klasen (la prima in campionato) e di Brunner al termine di una bella azione dei tre tenori. Tutto ciò prima del solito finale in sofferenza, a causa del 4-3 del Langnau, e non senza passare qualche pericolo prima del 60′, ma in fondo visto il contesto doveva andare bene così, tre punti a casa.

I tre punti che sono l’unica cosa veramente positiva di questa partita, troppi gli errori dei bianconeri in qualunque zona della pista, troppe le indecisioni davanti a Ciaccio, pochissime invece le idee.

In una partita caotica e improponibile come questa è davvero difficile trovare spunti in più, e allora rimarchiamo della prima rete di Klasen, il rientro di Furrer, la regolarità di Brunner e la buona prestazione di Martensson, ma anche un convincente Wilson e il solito indomito Hofmann, come lui tutto il quarto blocco.
Per il resto, al lavoro.

fattore2
LA CLASSE USCITA ALLA DISTANZA: 
È davvero difficile trovare il bandolo della matassa in un contesto disordinato come quello di questa partita, e allora ci si può limitare a dire che (come effettivamente è successo) a regalare la vittoria al Lugano è stato il maggior tasso tecnico rivelatosi nel finale con le giocate di Klasen, Martensson e Brunner.

Sull’altro fronte Schremp si è sbattuto e ha trascinato i suoi, ma il tasso tecnico generale del Langnau non può fare veramente di più quando il primo blocco dei bianconeri decide di darsi da fare. E per fortuna del Lugano che è bastato questo.

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