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Lugano

Il Lugano non graffia più, anche a Ginevra bianconeri inconsistenti

Lapierre e compagni escono sconfitti anche a Les Vernets e chiudono un weekend da zero punti e una sola rete segnata. Ottimo esordio per Stefan Müller

Il Lugano non graffia più, anche a Ginevra bianconeri inconsistenti

GINEVRA – LUGANO

3-0

(2-0, 0-0, 1-0)

Reti: 1’06 Rod (Richard, Tömmernes) 1-0, 07’52 Almond (Mercier, Völlmin) 2-0, 58’35 Wick (Richard, Tömmernes) 3-0

Note: Les Vernets, 5’605 spettatori. Arbitri Eichmann, Mollard; Borga, Gnemmi
Penalità: Ginevra 1×2′, Lugano 4×2′ + 1×10′

GINEVRA – Zero punti, un solo gol fatto, sette subiti (anche se due a porta vuota, ma anche questo è un dato), in giri strettissimi questo è quanto il Lugano si ritrova per le mani dopo un weekend da dimenticare.

Non solo è da dimenticare per le due sconfitte, ma oltre a ciò – visto che i guai non vengono mai soli – i bianconeri hanno perso anche Alessio Bertaggia per quasi un mese dopo uno scontro nei minuti iniziali contro il Langnau.

Tornando all’attualità, anche da Ginevra poche buone notizie sul fronte del Lugano, uscito a mani vuote da un incontro iniziato nel peggiore dei modi. Solo un minuto è bastato infatti a Noah Rod per dare il primo dispiacere a Stefan Müller nella suo esordio in National League, con il capitano granata infilatosi con estrema facilità tra le larghe marcature ospiti prima di battere il portiere austriaco. Occhi già al cielo dopo un paio di cambi, le premesse per la serata sono iniziate veramente nel peggiore dei modi, quando invece ci si aspettava una reazione dopo la bruttissima prova contro i Tigers.

Non si sa se il coach luganese abbia inserito Müller al posto di Merzlikins per spronare i suoi – o se stesso, per cercare sicurezze – fatto sta che la scelta sarebbe potuta rivelarsi disastrosa dopo 7′ minuti, il tempo impiegato da Cody Almond per trovare il raddoppio, lasciato colpevolmente solo nello slot davanti a Müller.

Invece la scelta di schierare il numero 31 è stata una delle poche azzeccate dal Lugano nella serata ginevrina, l’ex Rockets non è crollato, anzi, si è messo subito in carreggiata (non che avesse colpe particolari, sia chiaro) e per tutto l’incontro ha sfoderato interventi sicuri e puntuali, con pulizia ed efficienza, anche quando ha rischiato la frittata ingannato da un rimbalzo strano del disco dietro la sua porta.

Ed è qui che si chiudono le buone notizie per i banconeri, sulla prestazione solida e beneaugurante di Stefan Müller, perché per il resto la musica è cambiata poco. C’è da dire che almeno sul piano fisico Lapierre e compagni hanno perlomeno tentato di cambiare la propria attitudine, ma a preoccupare è stata più che altro la grande mancanza di idee una volta superata la linea rossa.

Contro un Ginevra solido ma non irresistibile Cunti e compagni si sono persi in entrate nel terzo offensivo alla “disco lungo e pedalare”, non trovando alcuna soluzione alternativa al muro piazzato in zona neutra dai padroni di casa. E questo è preoccupante vedendo le capacità tecniche dei bianconeri, con o senza i vari Klasen e Bertaggia.

Poche idee ma anche poca propensione a saltare l’ostacolo, a lavorare cambio dopo cambio come ci si era abituati fino a pochi mesi fa ed oggi la teoria della squadra che si esalta nei momenti che contano comincia a ritorcersi contro, perché in fondo anche la regular season qualcosa conta, soprattutto quando c’è da costruirsi una mentalità “sana”.

Preoccupa anche l’incapacità di crearsi occasioni da rete, la sterilità dei vari Bürgler, Hofmann, Fazzini, la lontananza dalla porta di gente come Lapierre e Lajunen, insomma nel Lugano oggi c’è un problema di costruzione di gioco e forse di convinzione, ma non possiamo sapere con sicurezza le ragioni di tali involuzioni e di questa sterilità di gioco e idee offensive.

Per il Lugano ora c’è una settimana di tempo, quella che dovrà servire per riordinare idee e ritrovare certezze, non illudendosi che un Henrik Haapala possa risolvere tutto. Per uscire da questa situazione prima che diventi il classico buco nero occorre farlo da squadra vera, quella che il Lugano si è dimenticato in primavera.


IL PROTAGONISTA

Stefan MüllerNon ha potuto evitare la sconfitta ai suoi compagni, ma il giovane portiere austriaco è colui che di colpe per la serataccia a Les Vernets ne ha di meno.

Anzi, il numero 31 ha anche il merito di aver compiuto un paio di interventi provvidenziali sul 2-0 permettendo al Lugano di non affondare del tutto e ha dimostrato di avere le carte in regola per meritarsi una certa fiducia da parte dello staff tecnico.


HIGHLIGHTS

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