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Lugano

Il Lugano fatica, sbaglia e soffre ma ha la meglio sul Langnau

LUGANO – LANGNAU

4-3

(2-2, 2-1, 0-0)

Reti: 1’41 Brunner (Ulmer) 1-0, 3’28 Reuille 2-0, 5’22 Albrecht (Nüssli) 2-1, 10’04 Kuonen (Lindemann, Randegger) 2-2, 29’22 Albrecht (DiDomenico, Punnenovs) 2-3, 33’55 Bürgler (Brunner) 3-3, 38’57 Fazzini (Klasen, Martensson) 4-3

Note: Resega, 5’529 spettatori. Arbitri Mollard, Prugger; Abegglen, Castelli
Penalità: Lugano 3×2′, Langnau 6×2′ + 1 rigore (Moggi)

LUGANO – Quel che è certo è che questa vittoria è di vitale importanza nella lotta per la conquista dei playoff (che “prurito” doverne parlare a metà gennaio), ma è altrettanto sicuro che il Lugano questa vittoria l’ha dovuta sudare e strappare con i denti e il talento maggiore.

Questo per dire che dopo il ribaltamento del risultato da parte dei Tigers attorno a metà partita, i bianconeri (che hanno ritrovato Brunner e Vauclair) hanno rischiato di sbandare di parecchio.

Dischi persi a profusione, una zona neutra che è sembrata in salita tanta era la fatica nell’uscirne con pulizia ma anche per la facilità del Langnau nell’entrare nello slot in velocità. In quel frangente la squadra di Shedden è sembrata di una fragilità enorme, per una decina di minuti buoni indaffarata a rincorrere Schremp e compagni che, grazie a un’organizzazione di gioco tanto rigida quanto semplice ma funzionale, ha rischiato di fare molto male su quasi ogni ripartenza o turn over causato dai padroni di casa.

E dire che i primi minuti dell’incontro sembravano il preludio a una serata un po’ più facile del solito per Chiesa e compagni, già in rete in power play dopo 1’41 con il rientrante Brunner e sul 2-0 dopo 3’28 grazie al rigore trasformato da Reuille.

Da lì è seguito un primo periodo un po’ strano, forse con i bianconeri illusi da una troppo facile partenza e già al 5′ i Tigers hanno fatto capire di non voler fare da comparsa. Il gol di Albrecht in mischia ha fatto ripartire il match, che da lì ha assunto una forma di dominio territoriale luganese ma senza che la squadra di casa mettesse sotto grande pressione l’incerto Punnenovs.

Equilibrio ristabilito poi già al 10′, quando Merzlikins si è fatto sorprendere da un diagonale non irresistibile di Kuonen che, immancabile, ha timbrato il consueto cartellino contro la sua ex squadra.

Ripartendo da lì si è poi arrivati a quel brutto secondo periodo, che però paradossalmente ha visto il Lugano ribaltare di nuovo il risultato in maniera decisiva, soprattutto grazie alla classe dei suoi uomini migliori.

In una manovra “corale” deficitaria, sono stati gli spunti di Bürgler e Fazzini a tirare fuori dallo stagno il Lugano, con due reti da attaccanti puri quali sono i due citati. Non a caso le migliori occasioni si sono viste con il primo blocco offensivo (solo Klasen e Fazzini, Martensson a tratti improponibile) e con la coppia HofmannBürgler, in attesa che Brunner riprenda del tutto il ritmo partita nonostante una prova tutto sommato positiva.

Alla fine quel gol di Fazzini si è rivelato quello decisivo, con il ticinese vicino al gol già qualche minuto prima non fosse stato per i… Pantaloni di Punnenovs, e alla seconda sirena i ragazzi di Shedden si sono ritrovati su un risultato che non rispecchiava esattamente (eufemismo) il corso del match.

Il periodo conclusivo ha visto le squadre correre qualche rischio, soprattutto i bianconeri sulle scorribande in verticale nello slot, zona in cui i Tigers sapevano entrare con una facilità incredibile, e in un paio di occasioni è stato più vicino il Langnau al pareggio che il Lugano alla rete della “sicurezza”.

La terza vittoria casalinga consecutiva regala al Lugano qualche punto in più sulla linea, grazie anche alla contemporanea sconfitta del Kloten, ma gli aspetti positivi non vanno molto più in là del risultato numerico.

Klasen e banda ha infatti mostrato limiti di gioco e manovra corale, affidandosi nei momenti più difficili alla classe dei singoli, e la maniera in cui il Langnau ha “spadroneggiato” per diversi minuti nel secondo tempo è la stessa che ha portato a certe pesanti sconfitte.

Aiutati da un power play e un rigore (che ci si deve comunque sempre procurare) i bianconeri stavolta hanno azzeccato l’inizio partita rispetto agli ultimi incubi, ma forse questo ha paradossalmente illuso una squadra dalla mentalità ancora piuttosto fragile.

Il Lugano non ha dato spesso l’impressione di poter alzare il ritmo a proprio piacimento, ed anzi è stato il Langnau a mostrare più vivacità nella manovra con rapidi rilanci e un semplice “cycling” nel terzo che ha mandato più volte fuori tempo la difesa di casa.

Alla fine sono comunque tre punti molto importanti ed era questo che contava di più, ma nel complesso si continua ad attendere il momento in cui questo Lugano faccia veramente il Lugano.

fattore2TIRATORI SCELTI: Ancora una volta la manovra del Lugano è stata abbastanza confusa e soprattutto poco corale, e per ribaltare il risultato a proprio favore e in maniera decisiva, Shedden si è dovuto affidare ai suoi attaccanti migliori.

In un secondo tempo che a livello di gioco aveva visto il Langnau primeggiare, Bürgler e Fazzini, i due migliori “sniper” della squadra, hanno fulminato Punnenovs con due polsini imprendibili, in due azioni un po’ estemporanee.

È anche e soprattutto a questo che servono certi giocatori con le loro qualità, ogni disco può essere quello buono.

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