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Ambrì Piotta

Il derby riavvia il Lugano, Ambrì Piotta sconfitto per 4-2

I bianconeri, sorretti da un Merzlikins intrattabile, ritrovano la vittoria. All’Ambrì non bastano un buon secondo tempo e lo sforzo finale, doppietta per Klasen

Il derby riavvia il Lugano, Ambrì Piotta sconfitto per 4-2

LUGANO – AMBRÌ

4-2

(2-0, 1-0, 1-2)

Reti: 7’39 Klasen (Bürgler, Furrer) 1-0, 11’14 Klasen (Lajunen, Bürgler) 2-0, 33’10 Fazzini (Sanguinetti, Hofmann) 3-0, 47’17 D’Agostini (Plastino, Berthon) 3-1, 47’37 Romanenghi (Cunti, Walker) 4-1, 51’13 Collenberg (Kubalik, Lhotak) 4-2

Note: Resega, 7’200 spettatori (tutto esaurito). Arbitri Stricker, Urban; Bürgi, Progin
Penalità: Lugano 4×2′, Ambrì 6×2′

LUGANO – Ci è voluto un derby e le sue emozioni per risvegliare quelle del Lugano, una squadra che le emozioni le aveva perse completamente durante il mese di dicembre.

Contro l‘Ambrì Piotta, nel primo dei due derby consecutivi, i bianconeri non hanno brillato come ai tempi migliori – se lo avessero fatto immediatamente qualche domanda, ancora, era da porsi – ma perlomeno hanno ritrovato la gioia della vittoria, in casa oltretutto, e risvegliato dal torpore la voglia di giocare di squadra, oltre a qualche elemento finito sotto i riflettori per alcune prestazioni non propriamente all’altezza della fama.

Lo avevano ripetuto fino alla noia diversi bianconeri, dal coach Greg Ireland al capitano Alessandro Chiesa, passando poi per altri giocatori, il Lugano delle ultime uscite, oltre ad essere impalpabile sotto il profilo delle emozioni agonistiche non era più squadra e tutti volevano risolvere la situazione alla propria maniera.

Stavolta il Lugano ha perlomeno cercato di giocare da squadra, non è mancato il sacrificio, non sono mancate le emozioni anche di chi come Klasen ha trovato una doppietta e una prestazione almeno incoraggiante, emozioni partite anche dai singoli come è giusto che sia.

Le emozioni portate da un Furrer tornato leader di difesa e con i nervi piuttosto tesi, da un Merzlikins straordinario in alcuni interventi, aiutato da quella fortuna che ultimamente lo aveva abbandonato senza che lui la cercasse, le emozioni di un derby casalingo.

I bianconeri non hanno fatto la partita della vita sia chiaro, ma quello che si è visto contro un mai domo e coriaceo Ambrì Piotta è stato perlomeno qualcosa di incoraggiante sotto il profilo del gruppo e della voglia di esserlo, una squadra che finalmente ha voluto vincere, seppure con dei limiti che continuano a rendere i match infiniti.

A essere decisivo, oltre alle due reti del primo tempo, è stato anche quel contropiede portato a rete da Romanenghi soli 20 secondi dopo il 3-1 di D’Agostini – veramente l’unico a vedere la porta tra i biancoblù – che ha sopito immediatamente il miglior momento dell’Ambrì Piotta, arrivato sulla scia di un power play.

Con un Lugano ancora molto in difficoltà nei passaggi nella zona neutra, l’Ambrì ha infatti costruito i suoi migliori momenti ingabbiando il sistema di rilancio del Lugano, impedendo ai bianconeri di tagliare il centro pista per avviare la sovrapposizione delle ali.

Con quel sistema di “trappola” i biancoblù hanno guadagnato metri, mettendo spesso un uomo alle spalle dei difensori a Chiesa e banda, ma la cronica difficoltà dei ragazzi di Cereda di trovare le reti pesanti li ha condannati.

Prima Kubalik, poi Lhotak e infine anche Müller si sono trovati davanti a Merzlikins nei primi minuti del periodo centrale, quando il Lugano ha ricominciato a soffrire della sindrome da secondo tempo (1-13 il totale degli ultimi quattro periodi di mezzo prima del derby) non riuscendo a cavare un ragno dal buco e facendosi spesso trovare fuori posizione.

Il prezzo da pagare in questi casi, si sa, è sempre salato, e a presentare lo scontrino ai biancoblù ci ha pensato Fazzini con una bomba in power play alla prima occasione, con il più classico dei gol sbagliato(i), gol subito. Anche un palo sul conto dei leventinesi, va detto, ma veder sprecare certe occasioni irripetibili ha fatto capire che poteva segnare la sorte del derby.

In fondo così è stato, il Lugano ha ricacciato indietro l’Ambrì quando ha trovato la prima rete, ma soprattutto ha retto quando Fora e compagni hanno tentato il primo vero assalto, operazione fattibile e ben congegnata sullo 0-2. Inutile poi il forcing finale in 6 contro 5, con una buona circolazione del disco, il fortino bianconero, seppur un po’ incrinato, è rimasto in piedi.

Puro ossigeno per il Lugano, che torna al secondo posto in coabitazione con il Davos, ma soprattutto ritrova vittoria, un Klasen si spera rinvigorito e un po’ più di fiducia. L’Ambrì Piotta da canto suo, può recriminare sulle reti mancate nei momenti migliori e su un po’ di sfortuna, ma la prestazione è stata sicuramente pregevole.

La vittoria rilancia il Lugano, la sconfitta “affama” l’Ambrì, nulla di meglio per attendere il derby della Valascia.


IL PROTAGONISTA

Elvis Merzlikins: Un paio di episodi anche fortunati, ma la Dea bendata va anche sollecitata.

Nulla di meglio per caricarsi che un derby della Resega, e il portiere del Lugano è il primo a rispondere alla chiamata.

Grande sicurezza dentro e fuori dai pali, il lettone è stato decisivo nei momenti migliori dei leventinesi, ritrovando le giuste sensazioni.


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HIGHLIGHTS

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