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Lugano

Brunner la risolve ai rigori, ma il Lugano getta via un punto a Berna

BERNA – LUGANO

2-3

(0-2, 0-0, 2-0; 0-1)

Reti: 01’57 Brunner (Hofmann, Ulmer) 0-1, 06’33 Hofmann (Brunner) 0-2, 45’53 Scherwey (Plüss) 1-2, 46’25 Moser 2-2

Rigori: Stapleton, Brunner

Note: PostFinance Arena, 16’198 spettatori. Arbitri Eichmann, Mollard; Fluri, Wüst
Penalità: Berna 2×2′, Lugano 5×2′

BERNA – Alla fine il rigore spettacolare di Brunner ha reso la pillola comunque dolce. Un weekend da 5 punti a ridosso dei playoff è “uva”, soprattutto affrontando squadre affamate come il Berna, che sarebbe meglio descrivere come disperate.

Come però scritto al termine della sfida contro il Losanna, l’amaro in bocca resta, per una rimonta dei padroni di casa avvenuta anche e molto per demeriti dei bianconeri, di nuovo troppo rilassati in entrata di un terzo tempi che li vedeva in vantaggio.

Se il Friborgo era quasi riuscito a raddrizzare un proibitivo 5-1, il Berna è riuscito a farlo con uno 0-2, approfittando di un mal posizionamento della compiacente difesa ospite e uno sciagurato turn over causato da un disco perso da Klasen in uscita, con Merzlikins nemmeno lui esente da colpe. Due reti subite in 32”, di nuovo un lasso di tempo minimo per farsi infilare con facilità, e questo conferma le impressioni che a guarire da certi mali non è così facile, perché trattasi di sindromi psicologiche.

Sin lì il Lugano aveva fatto la sua partita, rispettando un buon game plan, ma il sospetto che il doppio vantaggio fosse pericoloso alleggiava pericolosamente. Il Berna è rientrato in partita più con  la foga che con il raziocinio o con un’idea sul da farsi, mostrando limiti impressionanti sul lato degli schemi di gioco e la coesione di squadra.

Per due tempi i bianconeri hanno giocato con intelligenza, pur commettendo forse qualche errore che ha permesso al Berna di spingere più di quello che avrebbe dovuto, ma il doppio vantaggio, oltre che pericoloso, era soprattutto stretto.

Nei primi 20’, quando la squadra di Leuenberger si è mostrata con tutti i suoi limiti, slegata, pasticciona e in completa balia degli eventi, i ticinesi hanno colpito quando sapevano di poter far male, ma avrebbero potuto e dovuto affondare maggiormente i colpi e approfittare della confusione che alleggiava tra le fila degli orsi, consapevoli che una reazione sarebbe comunque arrivata.

Hirschi e compagni si sono mostrati compatti e aggressivi, mettendo in grave difficoltà i padroni di casa con un forechecking altissimo, lavorando bene con tutti i quattro blocchi. In questo caso è sempre più evidente il bel lavoro della quarta linea composta da Kostner, Dal Pian e Reuille, che si merita lo spazio messogli a disposizione da Shedden per l’intelligenza del suo lavoro.

Tutto bene dunque, o quasi, la perfezione non era quella vista, ma fino alla seconda pausa la prestazione dei bianconeri lasciava ben sperare, con qualche riserva.

Già, perché come spesso capitato, esattamente nella maniera in cui era avvenuto 24 ore prima, il Lugano ha cucinato la sua frittata. I due episodi citati e qualche altro grosso brivido, salvo poi risvegliarsi e ricominciare a mettere sotto il Berna, ma ormai il danno era – per metà – fatto.  A risolvere tutto e a fermarsi al primo danno ci hanno pensato le mani d’oro di Brunner, ma quel punticino perso grida vendetta e conferma una cosa: da certi mali è dura guarire.

Il Lugano si mostra comunque in buona forma, la squadra è compatta, pattina molto e segue gli schemi con tutti i blocchi, e tutti trovano spazio e collocazione nello scacchiere. Da limare ci sono quei passaggi a vuoto, certi dischi persi da personalità come Klasen lanciano urla da film horror, e forse Pettersson e soci devono trovare il “coraggio” o la personalità di schiacciare l’avversario quando ne ha la possibilità, per poi gestire il risultato con serenità, senza attacchi di panico.

fattore2

I BLACKOUT SUL VANTAGGIO: Nelle ultime partite il Lugano ha mostrato troppe volte questi passaggi a vuoto, e spesso sono costati punti. A Bienne è finita in disastro, col Friborgo si è temuto il peggio e alla Postfinance Arena è costato un punto.

Le buone prestazioni che portano il Lugano a dominare gli avversari e a portarsi in vantaggi anche “multipli” non possono venire rovinate da queste scivolate, puramente di stampo mentale. In regular season costano punti per la classifica, ma negli imminenti play off possono costare anche molto di più.

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