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Interviste

Weibel: “Cresciamo anno dopo anno, siamo pronti ad affrontare la fase finale del Mondiale”

Il direttore delle squadre nazionali traccia un primo bilancio: “Arriviamo ai momenti più importanti del torneo con maggiori energie. Ora però non ci sono margini d’errore, dovremo giocare e vincere”

RIGA – Dopo un girone di qualificazione che ha visto la Svizzera chiudere al primo posto il Gruppo B di Riga, il direttore delle squadre nazionali Lars Weibel traccia un primo bilancio di questo Mondiale.

“Non poteva andare meglio finora. Stiamo facendo il nostro lavoro. In generale cresciamo di anno in anno, mostriamo un hockey convincente, abbiamo una grande base e la nostra linea di sviluppo è chiara e tracciata. La concorrenza interna aiuta a progredire. A Riga siamo riusciti a ottimizzare le forze e le energie. Ma con ciò non intendo dire che ci siamo risparmiati, non è possibile, altrimenti si rischia di non centrare i quarti di finale. Semplicemente il nostro obiettivo era di suddividere i carichi su più spalle ed evitare sovraccarichi a certi elementi, e in questo senso tutto è andato per il verso giusto. Pure la rigenerazione e gli allenamenti sono stati ottimamente pianificati. In questo senso credo di poter dire che la squadra è pronta ad affrontare gli ultimi giorni del Mondiale”.

Si può dire che se si batte la Germania sarà un buon Mondiale, mentre in caso di sconfitta sarà classificato come negativo?
“Certo, lo si può affermare. Alla fine tutto passa dalle vittorie e dalle sconfitte. È una fase a eliminazione diretta, non ci sono altre prove di appello, non ci resta altro da fare che scendere sul ghiaccio, fornire una buona prestazione e vincere”.

Cosa ci puoi dire della Germania?
“Ha mostrato di cosa sono capaci, contro le tre grandi con un po’ di fortuna avrebbe potuto vincere, in seguito ha sconfitto facilmente le altre quattro avversarie. Gioca un buon hockey, tutte le otto squadre ancora in corsa sono forti, quindi poco importa chi ti trovi di fronte. Dobbiamo concentrarci su di noi senza pensare agli altri”.

Oltre ai risultati sin qui ottenuti, sei fiero di come funzioni bene la collaborazione e la comunicazione con le star dalla NHL? Non in tutte le realtà è il caso…
“È sicuramente positivo. Siamo riusciti a creare le premesse per convincere i giocatori che militano Oltreoceano a raggiungerci, grazie anche a delle fondamenta solide e un gruppo di elementi militanti in Svizzera già forte di per sé”.

Globalmente parlando si vedono sempre meno stelle ai Mondiali, sei preoccupato per il futuro della competizione iridata?
“Non mi sono ancora fatto dei grandi pensieri inerenti a questa tematica, sono più concentrato sul presente e sulla squadra. Siamo felici che i nostri giocatori NHL ci siano regolarmente, non è assolutamente scontato, abbiamo investito tanto per arrivarci. Ma attenzione, questo è il presente, nulla è eterno, anche da noi c’è il pericolo che ci sia un’inversione di tendenza. Cerchiamo dunque di sfruttare il vantaggio attuale rispetto a qualche altra realtà. Complessivamente però non sono preoccupato per il futuro del torneo. Per noi i Mondiali sono il biglietto da visita per il nostro hockey, sono importantissimi, cerchiamo con buone prestazioni di rendere il nostro sport ancora più popolare. I nostri giocatori lo sanno, capiscono la situazione e quindi sono pronti ad aiutare e a dare il loro contributo”.

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