
(Photobrusca & Luckyvideo)
LUGANO – Non sono bastate le due vittorie dello scorso weekend a lanciare il Lugano, contro il Langnau è arrivato un brutto stop.
Aldilà degli errori evidenti di Van Pottelberghe i bianconeri hanno mostrato i soliti limiti contro una squadra energica e ben messa in pista, secondo Mike Sgarbossa però la chiave sta tutta nella testa dei giocatori: “Abbiamo dimostrato di saper giocare come squadra solo pochi giorni fa – afferma il canadese – dobbiamo trovare semplicità e fiducia in noi stessi. Sono sicuro che questo gruppo ha i mezzi per dimostrare il suo vero valore”.
Mike Sgarbossa, purtroppo stavolta non c’è stata rimonta, peccato perché era l’occasione per trovare un po’ di slancio…
“Dispiace per la sconfitta perché nei primi due periodi eravamo “ok”, il che significa che non stavamo giocando la nostra miglior partita ma che ci stavamo comunque costruendo le possibilità per trovare dei punti. Nel terzo periodo abbiamo perso il controllo di quello che facevamo in particolare dopo il quarto gol del Langnau, lì ci siamo slegati e non abbiamo più avuto la necessaria fiducia in noi stessi. Occorre trovare più consistenza e regolarità”.
Non è la prima volta che in casa vi vediamo in difficoltà nel terzo periodo, è una questione mentale?
“Ti devo dire la verità, non ho una risposta chiara a questa domanda, se non l’impressione che tendiamo a strafare. Abbiamo visto come fuori casa giochiamo con più sicurezza e impostiamo le partite con più semplicità, mentre qui in casa tendiamo a disunirci subito nelle difficoltà. È sicuramente un problema su cui occorre lavorare in fretta, perché sono punti importanti che concediamo agli avversari”.
Mitell ha parlato di voler strafare davanti al vostro pubblico, può essere una risposta?
“Potrebbe essere una risposta, ma personalmente non sento questa pressione diversa. In Svizzera ho imparato che su ogni pista c’è tanto rumore e tanta pressione da parte dei tifosi, fosse così sarebbe da trasformare questo in energia positiva, ma a mio parere molto sta nella semplicità di esecuzione e nel mantenere il sangue freddo in ogni situazione. Lo vediamo anche dai gol subiti, quelli che abbiamo incassato in casa nelle ultime partite sono troppi, concediamo troppi spazi all’avversario senza trovare il giusto equilibrio come squadra”.
Ad oggi che livello puoi dire di aver trovato qui in Svizzera?
“Ho trovato un livello di gioco piuttosto alto ed equilibrato, ogni squadra è competitiva e ha grandi pattinatori. Sicuramente all’inizio è stato tutto un po’ diverso per me, ho dovuto adattarmi agli spazi grandi e a trovare i giusti posizionamenti ma le cose stanno andando sempre meglio. È un campionato che esige molto dal punto di vista fisico perché ad ogni partita c’è molta intensità di gioco con moltissimo pattinaggio ma rispetto al Nord America le trasferte corte ti permettono di recuperare al meglio”.
Personalmente quali margini di crescita pensi di avere ancora in National League?
“Come detto, soprattutto all’inizio è stata questione di adattamento agli spazi larghi, ora mi sento più a mio agio e ho trovato maggior ritmo e controllo del disco. È vero che nella mia carriera sono stato più playmaker che un tiratore ma effettivamente qui posso avere qualche spazio in più e sento che potrei tirare di più in porta, è sicuramente un’aspetto su cui lavorerò”.



