RIGA – La Svizzera è partita col piede giusto ai Mondiali di Riga e Sven Senteler è soddisfatto.“È stata una buona partita, abbiamo giocato abbastanza bene e siamo riusciti ad attuare il nostro gameplan. Solamente nel secondo tempo forse abbiamo un po’ mollato”.
A impressionare è il powerplay, ben 4 le segnature ottenute in 5 situazioni…
“Un’ottima quota, mantenere questa percentuale sarebbe ideale, abbiamo svolto un ottimo lavoro e anche in boxplay ci siamo comportati bene”.
Certo, la Slovenia non è così quotata, ma il match di debutto non è mai evidente…
“Può succedere di tutto, sapevamo di dover essere pronti. Siamo stati abili a giocare in maniera veloce, questa è stata la differenza”.
A 30 anni disputi finalmente il tuo primo Mondiale…
“È un bel feeling, una bella esperienza e un’atmosfera speciale. Sono felicissimo di essere qui e far parte della Nazionale e credo di aver dato oggi il mio contributo”.
Come mai ci hai impiegato così tanto?
“Ho carburato più tardi di altri, ero sempre uno o due anni un po’ in ritardo rispetto a certi compagni, non sono mai stato tra i migliori. Non ho mai mollato e sempre lavorato e a maggior ragione sono contento ora di essere qui”.
C’è stato un particolare momento dove senti di avere fatto quel salto di qualità decisivo?
“Onestamente no, penso che sia stata una lenta ma costante progressione”.
Hai vinto tre campionati, un palmarès di tutto rispetto, dove collochi questo battesimo mondiale?
“È sicuramente un traguardo per me, mi ricorderò sempre di questa giornata. Ho avuto tante soddisfazioni nell’hockey, non è facile fare paragoni tra club e nazionali”.
Hai rinnovato lo scorso ottobre il tuo contratto con lo Zugo sino al 2026, col senno di poi sarebbe stato meglio aspettare, avresti potuto monetizzare di più dopo questa manifestazione…
“Sono contento del contratto che ho firmato (Senteler ride ndr), onestamente è un pensiero che non mi è lontanamente passato per la testa, non posso certo lamentarmi“.
Questa partecipazione cancella in parte l’amarezza di aver dovuto rinunciare alle ultime Olimpiadi a causa della tua positività al coronavirus?
“Sarebbe stato fantastico poter andare a Pechino, ma ci sono cose che purtroppo non si possono controllare o cambiare. Ho impiegato un po’ di tempo a digerire l’accaduto, ogni tanto passa ancora per la testa questo pensiero, ma bisogna andare avanti”.
Patrick Fischer e Dan Tangnes si possono comparare?
“Sul ghiaccio sono entrambi sempre molto concentrati, il sistema di gioco è primordiale per loro e amano un gioco veloce e offensivo. Sono tutti e due molto umani, con loro si può discutere di tutto”.
Sono allenatori ideali per il tuo stile di gioco?
“Non sono forse il giocatore più veloce, ma pattino comunque bene e riesco a portare l’energia e la forza che loro richiedono”.