AMBRÌ – Peggio di così per l’Ambrì Piotta proprio non poteva andare. Chiamato a giocare quella che era con tutte le probabilità la partita più importante della stagione sino a questo momento, i biancoblù hanno mancato l’appuntamento con il Ginevra Servette, lesto nell’approfittare di una squadra leventinese priva di intensità e della carica agonistica che ci si sarebbe aspettati da un gruppo che ha da poco riacciuffato la speranza di poter accedere ai playoff.
Invece, complice una sconfitta – netta sul piano del punteggio, meno su quello delle occasioni da rete – e la vittoria di tutte le avversarie dirette, la linea dista ora nuovamente sei punti, e con la trasferta di Friborgo all’orizzonte le cose sembrano essersi improvvisamente complicate di nuovo.
Peccato, perché nonostante un match affrontato assolutamente con il piglio sbagliato, l’Ambrì Piotta ha avuto le sue occasioni per trovare la via del gol, ma la mancanza di killer instinct, un po’ di sfortuna ed un Robert Mayer in grande spolvero hanno mandato in bianco l’attacco locale.
Protagonista – in positivo in fase di preparazione, ed in negativo in quella di rifinitura – è stato il giovane Lhotak, nettamente il migliore in pista dei suoi e uno dei pochi capace di “mangiare il ghiaccio”. Purtroppo, però, oltre al ghiaccio il ceco si è mangiato anche tre occasioni di superare Mayer a tu-per-tu, di cui una su rigore.
Questi episodi sono arrivati nella prima parte del periodo centrale, quella in cui l’Ambrì si è costruito il maggior numero di possibilità per girare a suo favore una partita la cui inerzia si è rivelata “sfuggente” sin dalle prime battute. Erano infatti stati i biancoblù a farsi nettamente preferire nei minuti iniziali, ma il gol di Loeffel al 10’43 ha dato un primo scossone alla truppa di Pelletier, che a lungo ha cercato di accendere quella scintilla per scuotere emotivamente il match, senza però mai riuscirci.
Il punto d’apertura, nato da un disimpegno errato di Bouillon, ha dato il primo dispiacere a Flückiger, tra i pali dopo che Zurkirchen aveva dovuto alzare bandiera bianca a causa di un guaio al ginocchio. Il problema potrebbe non essere troppo serio, ma sabato il giocatore si sottoporrà ad una visita, così da avere una diagnosi più precisa. Va da sé che a Friborgo non sarà in pista.
Si diceva di quelle reti mancate da Lhotak, che non vanno ad intaccare un giudizio estremamente positivo nei suoi confronti. Un gol in apertura di periodo centrale avrebbe però cambiato probabilmente le coordinate del match, così come avrebbero potuto farlo il palo colpito da Lauper nel primo tempo – stupendo l’assist di Steiner, per il resto della partita però un po’ spento – oppure il tentativo di Pestoni dopo il 2-0 firmato da Gerber, ma la rete non è mai arrivata.
Le emozioni sono così venute a mancare, figlie dell’assenza di un killer instinct che il Ginevra ha invece confermato di possedere eccome. La classe di Lombardi e l’opportunismo di Mercier hanno infatti chiuso la partita già prima della seconda sirena, relegando così gli ultimi 20 minuti di gioco ad una semplice formalità che entrambe le squadre hanno cercato di sbrigare il più velocemente possibile.
Nonostante a livello di emozioni e di grinta qualcosa si sia decisamente inceppato, all’Ambrì va comunque dato atto di averci provato. Lo ha fatto Pelletier, spostando prima del tempo Adam Hall in prima linea, mentre i giocatori in pista hanno tentato di tutto per superare Mayer, ad immagine di un Lhotak che ha cambiato finta ad ogni occasione – dal backhand al five hole – senza però trovare il modo di scardinare la porta granata.
In questo senso va dato credito alla prestazione di Mayer, in lotta con Bays per il posto da titolare nei playoff e venerdì sera decisamente in palla. Sull’altro fronte Flückiger non ha particolari colpe sui gol subiti, ma in generale non è riuscito a trasmettere il necessario senso di sicurezza ai compagni, sentimento che però va costruito anche in combutta con la difesa, che nell’occasione non ha coperto nel migliore dei modi.
La migliore ricetta per l’Ambrì a questo punto sembra essere quella di cancellare dalla memoria sia la prestazione di venerdì, sia la propria situazione in classifica, che forse è andata a generare pressioni ed aspettative che non hanno portato nulla di positivo in spogliatoio.
La via da seguire per cercare di tornare da Friborgo con un risultato positivo alcuni l’hanno indicata. Lo stesso Lhotak si è dannato l’anima su ogni disco, Kobach ha combattuto come un leone anche dopo aver incassato una violenta discata, mentre Lüthi si è reso protagonista della sua migliore uscita della stagione.
Bisognerà però tornare a giocare come se non ci fosse un domani, senza pensare troppo alle ripercussioni sulla classifica e ai risultati delle avversarie. Solo con la mente libera, l’Ambrì può tornare immediatamente a fare bene.