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Liberazione vietata

Polemiche in pista e futuro in panchina, il fuoco di DiDomenico e le prospettive di Cereda

Il comportamento del canadese ha diviso le opinioni, ma arrivano le scuse. Intanto Dan Tangnes lascia lo Zugo dopo sette stagioni, aprendo gli scenari di mercato. Il nome di Luca Cereda è utopia oppure un’idea interessante?

Si è discusso tanto del comportamento di Chris DiDomenico in occasione del derby di venerdì scorso, e quanto mostrato dal canadese dell’Ambrì è stato indecoroso. Le provocazioni fanno parte dell’hockey, una pista non è certo una chiesa e non si chiede a nessuno di diventare un santo, ma a tutto ci sono dei limiti che non si dovrebbero superare.

I fatti sono arcinoti, è dunque inutile ripeterli dettagliatamente. Il carattere del canadese ormai è conosciuto e nemmeno il passare degli anni sembra ammorbidirlo. Nemmeno con tutti gli sforzi e i ragionamenti possibili si riesce però a capire il senso di alcune sue azioni, specialmente quelle accadute durante la seconda pausa e a fine partita. Quale beneficio ne avrebbe tratto la sua squadra da questo modo di agire? Francamente nessuno.

Un giocatore, quando porta la maglia di un club, dovrebbe sempre essere cosciente di rappresentare i valori di quest’ultimo e di essere anche una sorta di biglietto da visita della società. Centinaia di ragazzini lo seguono, s’ispirano a lui ed è una sorta di modello. Ben difficilmente le sfere alte del club biancoblù si saranno compiaciute di quanto mostrato dal numero 89.

Chiaramente si può sgarrare, ci può scappare, ad esempio, un fallo stupido di reazione. Anche il trashtalk è parte integrante del disco su ghiaccio, ma c’è modo e modo di farlo. Ci ricordiamo, ad esempio, il simpatico siparietto tra Walker e Richard qualche anno fa, con il bianconero che disse al ginevrino di non valere il suo stipendio. Apprezzabili, perlomeno, le scuse di DiDomenico rilasciate in un’intervista ai colleghi di Teleticino prima del match di ieri.

Un piccolo spazio non si può non dedicarlo a Dan Tangnes. Lunedì il tecnico dello Zugo ha annunciato che, dopo sette stagioni, lascerà la carica per essere più vicino alla sua famiglia, che due anni fa è tornata a vivere in Svezia. Il norvegese ha lasciato una grande impronta alla Bossard Arena e, più in generale, nel nostro campionato, riuscendo a riportare il titolo a Zugo nel 2021 dopo ben 23 anni e bissando poi il trionfo l’anno dopo.

Tangnes, oltre a essere vincente, ha portato dinamismo, nuove idee e ha saputo far crescere diversi giovani. Indipendentemente da come finirà il campionato in corso, se ne andrà lasciando grandi ricordi e un posto nella storia se lo è assicurato. I Tori hanno ora parecchi mesi di tempo per scegliere il suo successore. E chissà che magari un pensiero non vada anche a Luca Cereda.

Il tecnico dell’Ambrì gode di parecchia reputazione, è ancora giovane, ma ormai ha alle spalle molta esperienza. Conosce alla perfezione il campionato e l’hockey di casa nostra, parla le tre lingue nazionali e l’inglese. Oltretutto, con il suo contratto a tempo determinato, sarebbe disponibile a partire dalla prossima stagione. Alcuni probabilmente rideranno e si faranno beffa di questa ipotesi. È davvero utopia pensare a un interesse dello Zugo? No, non sarei sorpreso di vedere tra qualche settimana un video di Luca Cereda che annuncia la sua partenza da Ambrì con queste parole:

“Ringrazio il club del mio cuore per la fiducia e la possibilità che mi ha dato. È stata un’avventura fantastica, ma dopo tanti anni sentivo il bisogno di una nuova sfida. L’interesse dello Zugo mi ha lusingato, era un’occasione da cogliere. La stagione però non è mica ancora conclusa e il mio focus è sempre e solo sull’Ambrì. Tutti assieme vogliamo finire bene il campionato al fine di concludere bene questo lungo cammino. Sono convinto che il nostro amato club continuerà a essere in buone mani anche dopo la mia partenza”.

E magari, dulcis in fundo, anche un pensiero del presidente Lombardi: “Non potevamo trattenere Luca, per lui è una grandissima chance. Per noi è sicuramente una perdita notevole, Cereda ha dato tantissimo a questo club, ma prevale il senso di fierezza. Quando abbiamo messo Luca alla testa della squadra era giovanissimo e non aveva molta esperienza, c’era tanto scetticismo. In tutto questo lungo lasso di tempo ha dimostrato il suo valore e il fatto che una delle società più forti e blasonate della Svizzera punti su di lui è per noi un motivo di vanto. Ambrì resterà sempre casa sua e lui sarà sempre uno di noi”.

Per ora è semplicemente un film per così dire di fantascienza, il futuro ci dirà se rimarrà tale.

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