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National League

Più potenza per un Davos che è alla ricerca di nuovi equilibri solidi e sicuri

Con la ciliegina del colpaccio Zadina, i grigionesi hanno aggiunto talento offensivo per ovviare alla dipendenza da Stransky e pochi altri. La partenza di Dominik Egli sembra però una lacuna molto difficile da colmare

L’inizio della stagione 2024/25 di NLA si sta avvicinando a grandi passi, ed anche quest’anno HSHS vi darà una completa panoramica di tutte le squadre che compongono il massimo campionato svizzero.

Giorno dopo giorno troverete sulle nostre pagine commenti e analisi dei vari club, a cui abbiamo aggiunto un nostro pronostico di posizione in classifica al termine della regular season.


DAVOS

La rosa 2024/25

PORTIERI
Sandro Aeschlimann, Luca Hollenstein, Laurin Soler

DIFENSORI
Davyd Barandun, Klas Dahlbeck (🇸🇪), Michael Fora, Nico Gross, Enzo Guebey, Julius Honka (🇫🇮), Sven Jung, Gian Leipold, Yanik Lichtensteiger, Guus Van der Kaaij

ATTACCANTI
Andres Ambühl, Niklas Jarome Aebli, Joel Blaser, Enzo Corvi, Chris Egli, Yannick Frehner, Rico Gredig, Tino Kessler, Simon Knak, Joakim Nordström (🇸🇪), Valentin Nussbaumer, Julian Parrée, Simon Ryfors (🇸🇪), Matej Stransky (🇨🇿), Adam Tambellini (🇨🇦), Marc Wieser, Filip Zadina (🇨🇿)


(PostFinance/KEYSTONE/Peter Klaunzer)

Affidato alle mani di Josh Holden, un instabile e difficile da leggere Davos sembra sulla via giusta per ritrovare equilibrio e assestamento. Gli anni tribolati del dopo Del Curto sembrano lontani, e l’ex attaccante dello Zugo con la sua grinta in panchina sta dimostrando di poter reggere l’urto di una guida in National League.

La squadra grigionese ha praticamente ripetuto la stessa stagione giocata nell’annata 2022/23, con quasi gli stessi punti (da 85 a 83) e migliorando la differenza reti grazie a un attacco più produttivo e a una difesa più performante. Ciò che ha contraddistinto i gialloblù è stato comunque anche un gioco piuttosto speculativo, basato molto sulla verve dei portieri – solo decimi per tiri subiti – e su un attacco che ha viaggiato a medie realizzative altissime per diversi mesi, tanto per dire che al Natale scorso Stransky e compagni avevano un successo al tiro addirittura del 15,45%, nettamente il più alto della lega su una media campionato del 9,15%.

La squadra ha poi accusato un tonfo verso fine inverno-inizio primavera al 7,57% e si è assestata al 10,47% finale, il secondo miglior dato della National League, “ingrassato” però da quell’autunno da sniper infallibili.

L’improvviso ma atteso abbassamento è arrivato proprio nel momento clou della stagione, sancendo pure l’eliminazione della squadra ai quarti di finale, questo per dire quanto sia difficile valutare i grigionesi con dei dati che variano così improvvisamente e secondo il rendimento di pochi elementi decisivi.

Se tanto infatti esce dal sacco di Matej Stransky (22 reti di cui 6 game winning goal) è interessante e quantomeno particolare notare come Yannick Frehner – non propriamente uno scorer declamato – delle sue 7 reti stagionali ben 4 siano state decisive, e infine ha influito anche l’esplosione di Valentin Nussbaumer, autore di ben 21 reti con un impensabile 32% di riuscita al tiro!

Ecco perché risulta difficile capire se certi numeri potranno essere ripetuti e quanto hanno influito sui corti periodi per inflazionare il rendimento della squadra.

In tutti questi dati statistici Jan Alston ha operato per dare equilibrio e profondità alla squadra dopo aver perso un pilastro come Dominik Egli e aver digerito qualche delusione da parte degli stranieri e da quegli svizzeri da cui si aspettava grandi passi avanti – Simon Knak su tutti – portando pure a sorpresa il colpo Filip Zadina per aumentare e distribuire meglio il potenziale offensivo.

Al netto della citata partenza di Egli – miglior scorer difensivo, cervello del powerplay e delle veloci ripartenze in pieno stile grigionese – Alston ha ripiegato su un profilo però molto più difensivo e solido come Nico Gross dallo Zugo, il quale sicuramente porterà muscoli e prudenza in fase di copertura, ma il vuoto lasciato da Egli difficilmente verrà colmato.

In sostituzione di Näkyvä, non confermato dal club, si è virato su Julius Honka, una scelta quanto meno sorprendente, dopo che il finlandese era stato scaricato sia dal Berna che dal Ginevra, mai impressionando per le sue prestazioni. Di sicuro il compito di guidare la difesa sarà principalmente sulle spalle di Dahlbeck e Fora – oltre al citato Gross – sperando di contare su passi in avanti dei diversi giovani in rosa.

Per metà il reparto difensivo a disposizione di Holden appare di buon livello soprattutto in copertura, ma manca il picco di talento offensivo garantito da Egli, mentre per i restanti tre-quattro posti l’affidabilità non sembra ancora delle migliori, considerato anche la giovane età di alcuni neofiti.


ARRIVI
Tino Kessler (F, Bienne)
Nico Gross (D, Zugo)
Luca Hollenstein (G, Zugo)
Adam Tambellini (F, Rögle)
Simon Ryfors (F, Rögle)
Julius Honka (D, Berna)
Filip Zadina (F, San Jose Sharks)

PARTENZE
Gilles Senn (G, Ambrì Piotta)
Dominik Egli (D, Frölunda)
Dennis Rasmussen (F, Växjö Lakers)
Leon Bristedt (F, Rögle)
Kristian Näkyvä (D, ???)
Aleksi Mustonen (C, Tappara)
Tim Minder (D, Ajoie)
Gian-Marco Hammerer (F, Västeras IK)
Raphael Prassl (F, Losanna)
Noah Schneeberger (D, ???)

STRANIERI
Klas Dahlbeck
(D, 🇸🇪)
Joakim Nordström (F, 🇸🇪)
Matej Stransky (F, 🇨🇿)
Adam Tambellini (F, 🇨🇦)
Simon Ryfors (F, 🇸🇪)
Julius Honka (D, 🇫🇮)
Filip Zadina (F, 🇨🇿)


Sono sicuramente interessanti i movimenti attuati nel reparto offensivo, con tre stranieri nuovi e l’arrivo da Bienne di Tino Kessler. Il 28enne sembra essere nel miglior momento della sua carriera – sarà comunque fuori fino a autunno inoltrato per infortunio – e potrà coprire qualche buco nel secondary scoring in una squadra ricca di giocatori solidi nel bottom six ma con il problema della produttività al di sotto delle linee principali.

I colpi più attesi però sono avvenuti nel parco stranieri, dove a fronte delle partenze dell’incostante Bristedt, di Rasmussen – partenza di peso per la colonna dei centri – e dei vari Jurco e Mustonen, sono giunti Simon Ryfors e Adam Tambellini, coppia di grande successo al Rögle (anche se reduci da una stagione più difficile) chiamati, uno come centro playmaker e l’altro come tiratore puro, a far decollare una seconda unità di powerplay e a dare ancora più sostanza al top six, comandato dalla locomotiva Stransky e tenuto in equilibrio dalla solidità di Nordström.

Il colpo ad effetto rimane comunque quello di aver portato in gialloblù il ceco Filip Zadina, sesta scelta assoluta dei Detroit Red Wings nel 2018 e che dall’alto di una tecnica di livello top mondiale e di una dinamicità esplosiva sui pattini si candida ad essere uno degli attaccanti più produttivi e spettacolari dell’intero campionato.

A fronte poi dell’anagrafe che va a sfavore dei vari Ambühl e Marc Wieser, gli ultimi grandi “totem” assieme a Enzo Corvi, sarà interessante capire i margini di miglioramento di Simon Knak – sempre atteso al grande salto – e del giovane Rico Gredig, recentemente draftato dai New York Rangers.



Il Davos in sostanza sta cercando di legare un top six produttivo – ma finora soprattutto con un solo blocco – a delle terze linee fatte per la gran parte da giocatori solidi e fisici ma privi del talento offensivo in grado di dare profondità all’attacco, cercando di tracciare un senso di continuità.

Il rischio è quello di volersi affidare a dei grandi numeri di realizzazione in attacco difficilmente replicabili di stagione in stagione, affievolitisi poi puntualmente nei playoff, dove lo scoglio dei quarti di finale si è reso ancora insormontabile.

Se l’attacco sembra poter trovare nuova linfa soprattutto con i nuovi innesti stranieri, la difesa può garantire una discreta copertura, ma l’assenza di Dominik Egli potrebbe rivelarsi molto pesante, dato che nessuno nel roster sembra in grado di raccogliere l’eredità di uno dei migliori difensori offensivi del campionato.

Qualcosa di certo però rimane, ed è il sonno tranquillo che una coppia di portieri come quella formata da Sandro Aeschlimann e Luca Hollenstein può regalare allo staff tecnico, ma sarà interessante capire come gestire anche la voglia di emergere dell’ex Zugo di fronte alla solidità che Aeschlimann ha sempre dimostrato.

Anche in questo caso, come per il resto della squadra, si tratterà di trovare equilibrio e quello spunto in più che negli ultimi anni è venuto a mancare nel momento decisivo, anche se l’impressione è che da una parte i gialloblù abbiano guadagnato diversi crediti, per perderne però dall’altra.


MIGLIOR INNESTO

Filip Zadina: Quello dell’ex NHL è un colpo molto pesante, che può cambiare il rendimento di un intero reparto, aumentando la pericolosità di un top six che finora girava attorno soprattutto a Matej Stransky. Tecnica, velocità e capacità di rendersi decisivo in qualsiasi situazione lo rendono un attaccante molto completo, di sicuro tra i più spettacolari e accattivanti da ammirare sul ghiaccio.

ADDIO DOLOROSO

Dominik Egli: Il piccolo difensore era il vero motorino delle idee offensive della squadra, capace di grandi e rapidissimi rilanci come di gestire il power play, nonché pronto nel segnare reti molto pesanti. La sua assenza non sembra essere coperta del tutto, a meno che Julius Honka non alzi improvvisamente il suo livello da una stagione all’altra, ma l’importanza del nazionale elvetico era veramente grandissima.

FATTORE X

Equilibrio e profondità: Il top six aveva bisogno di essere potenziato, e sono arrivati nuovi stranieri offensivi oltre a Kessler, mentre la difesa ha un nuovo straniero ma ha perso Egli. Josh Holden dovrà trovare le combinazioni giuste per rendere l’attacco meno dipendente dai soliti noti, con una retrovia che ha perso slancio offensivo. Nuove soluzioni per non doversi attaccare sempre ai soliti numeri.


La classifica di HSHS

1. ZSC LIONS
2. GINEVRA
3. ZUGO
4. _________
5. _________
6. _________
7. DAVOS
8. _________
9. _________
10. BIENNE

11. __________
12. LANGNAU
13. __________
14. AJOIE

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